L'obiettivo è evidenziare la forza delle persone socializzate come donne, discostandosi dalla visione vittimistica
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
Sulla mia pelle è una canzone autobiografica, una sorta di confessione, un modo per affrontare il dolore che ho provato a causa della violenza di genere che ho subito. Scrivere questa canzone è stato per me un processo terapeutico, un modo per contrastare il senso di colpa e di vergogna che spesso accompagnano le vittime di abusi. Ho scritto la canzone d'istinto, sentendo l'urgenza di dare voce al dolore che ho provato e che ho tenuto nascosto dentro di me per oltre dieci anni. Le mie canzoni solitamente prendono vita da un senso di malessere interiore apparentemente inspiegabile: mi siedo al pianoforte e le parole fluiscono direttamente dal mio inconscio, manifestando le mie emozioni.
Sulla mia pelle non è solamente una canzone; rappresenta un grido di ribellione contro la normalizzazione della violenza di genere e la colpevolizzazione delle vittime. Il suo obiettivo è di evidenziare la forza delle persone socializzate come donne, discostandosi dalla visione vittimistica. Tale forza si manifesta anche sulla copertina dell'album, che presenta un corpo femminile nudo: un'opera dell'artista femminista Selene Pierini, facente parte della serie "Spezzate". Grazie a questa collaborazione artistica con Selene ho sperimentato la sorellanza, cioè l’unione delle survivors: sorelle sopravvissute a questo sistema di sottomissione della donna.
Questa collaborazione è l’inizio del nostro percorso artistico volto a scardinare le logiche della competizione femminile. Perché l’arte è questo: nasce mossa da un’urgenza testimoniale ed ha lo scopo di portare alla luce problematiche sociali per agire un cambiamento di paradigma nell’intera società. Il video Sulla Mia Pelle è ambientato in uno spazio asettico e sospeso nel tempo dove lo spettatore viene invitato ad assistere ad una scena di violenza di genere, ma vista al contrario grazie all’utilizzo dell'effetto reverse e slow motion. Nel video si vedono due donne che affrontano un aggressore maschile, in sequenza di eventi inizialmente disorientante. Guardando il video vediamo chiaramente che la donna, inizialmente percepita come vittima, è sporca di sangue, ma non il suo, bensì quello dell'aggressore. La donna ha ucciso l’uomo violento per legittima difesa, dopo averlo attaccato per proteggere un'altra donna. Abbiamo voluto sottolineare la forza e la sorellanza delle protagoniste che fronteggiano insieme l’aggressore e si difendono reciprocamente e senza esitazioni.
Il video è una potente metafora della violenza di genere: evidenzia come lo stupro sia utilizzato per controllare e sottomettere le donne nel sistema patriarcale come dimostrazione di potere. Le potagoniste, Marlene e Diletta, interpretate da Marlene Corvaro e Diletta Scarpecci, vogliono dimostrarci che solo attraverso la solidarietà e la lotta condivisa tra "sorelle" si può invertire la direzione del sistema per combattere la violenza.