Beatrice Rana, nella Giornata della Donna il nuovo album della stella del pianoforte

Musica
@Simon Fowler

È dedicato a due sonate monumentali il nuovo lavoro di Beatrice Rana: la "Hammerklavier" di Beethoven e la "Marcia Funebre" di Chopin. Un album nato in pandemia che affronta pagine complesse dei due compositori che “tecnicamente non hanno molto in comune ma sperimentano entrambi”

È considerata una dei più brillanti pianisti della sua generazione e non solo. Certamente l’artista italiana giovane più influente nella cultura internazionale, ospite delle migliori sale da concerto del mondo come la Carnagie Hall di New York dove è tornata ad esibirsi qualche giorno fa dopo una tournée di due settimane negli Usa. E a maggio debutterà con i Berliner Philarmoniker. Beatrice Rana esce con un nuovo album per Warner Classics, un impaginato decisamente inatteso e molto irrituale rispetto alla prassi odierna delle star internazionali, che accosta due monumentali sonate: la Sonata N.29 Op.106 Hammerklavier di Beethoven e la Sonata N.2 Op.35 Marcia Funebre di Chopin.

Un album nato in pandemia

 

Un album, che arriva dopo quello dedicato a Clara Wieck Schumann, che ha le sue origini nella pandemia. "Con l'isolamento che aveva eliminato la pressione del palcoscenico, ho deciso che volevo conoscere meglio Beethoven, passare più tempo con lui – spiega Beatrice Rana - Dunque mi sono chiesta qual fosse la sonata più impegnativa che richiede molto tempo per essere studiata? La Hammerklavier, naturalmente! Di solito, con un'agenda fitta di impegni e tanti pezzi da imparare, non ho tutto questo tempo per sperimentare.”
E continua: "Ho trovato un legame profondo con questa musica, anche forse a causa del periodo in cui ho studiato la sonata: l'isolamento, l’esclusione dal resto del mondo. Il terzo movimento [l'esteso Adagio sostenuto] parla così tanto di solitudine e  di andare in profondità in sé stessi, davvero uno specchio di ciò che stavo vivendo. Allo stesso tempo, il quarto movimento, con la sua grande fuga, mi mostrava che c'era anche una possibilità di uscita da questa condizione”.

"Rimane infatti un'opera molto positiva, nonostante riflettesse per me, in quel momento, molto di ciò che stava accadendo in quel periodo. Mi ha davvero aiutato a superare la pandemia, e il mio studio in quel periodo non aveva assolutamente nulla a che fare con l'ambizione di portarlo in scena. Era solo un esperimento personale. Ma alla fine dell'isolamento e dello studio della Hammerklavier. mi sono detto: "Beh, perché no?".

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Da Beethoven a Chopin

 

Il rapporto di Beatrice Rana con la sonata Marcia funebre di Chopin si è sviluppato invece in modo molto diverso: "Studio questa sonata sin da quando ero ancora studentessa e la suono dal vivo ormai da dieci anni, quindi è un viaggio molto più lungo. E naturalmente il mio rapporto con Chopin è stato molto diverso da quello che ho con Beethoven". Chopin ha composto la sonata in un momento "in cui stava sperimentando con il suono, le armonie e la struttura. La trovo così visionaria... Quando si pensa al quarto movimento, è così moderno, così sperimentale. Sì, quella di Beethoven è una sonata molto umana, ma la Sonata di Chopin è altrettanto umana in un modo molto diverso. Il trio nel mezzo della marcia funebre [il famoso terzo movimento] è una specie di übermenschlich - come un filosofo potrebbe descrivere il superamento di sé stessi in modo trascendentale”.

 

Nel segno della sperimentazione

 

"Tecnicamente, Beethoven e Chopin non hanno molto in comune, ma entrambi sperimentano. ... Gli ultimi movimenti delle due sonate sono entrambi esperimenti al massimo livello e in modi completamente diversi. In Beethoven ogni linea va dappertutto (la fuga!), mentre in Chopin le due mani sono parallele per tutto il movimento. L'aspetto sperimentale è molto presente. Inoltre queste due sonate in si bemolle trascendono la condizione umana in modi molto diversi - ma non del tutto diversi... Entrambe hanno molto a che fare con la paura della morte, con la paura della solitudine. Ognuna trova una sua soluzione in direzione diversa".

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