Frijda, l'essenza di una donna si respira nell'Aria: il video

Musica

E' un brano di rinascita, una canzone che mette la figura femminile al centro dell'esistenza

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELLA BAND

Il nostro nuovo singolo si intitola Aria. Il brano racchiude in sé l'essenza della donna paragonandola all'elemento principe dell'esistenza di tutti ovvero l'aria. Il tema del videoclip tratta di un argomento molto discusso nell’ultimo periodo, la violenza sulle donne. Trattare il tema della violenza sulle donne ci aiuta a comprendere la complessità del fenomeno e a individuare strategie efficaci. Nessuna forma di violenza è accettabile. La musica può dare voce alle donne vittime di violenza, denunciando l'ingiustizia e l'oppressione subita.

L’ambientazione del videoclip è quella di un deserto perché si vuole sottolineare l’aridità e la solitudine che si perpetua nelle atrocità subite dalle donne vittime di violenze, ma la mia visione è di una donna che comunque sopravvive e non si arrende nonostante e a dispetto di tutto. Quindi, una donna che rinasce dalle violenze subite e dalle sue battaglie, una guerriera distopica, che si ritrova nel suo mondo, sconvolto, rappresentato dagli oggetti di scena, rossi come il sangue versato, simboli rappresentativi da sempre utilizzati per affrontare e denunciare la crudeltà e la violenza sulle donne.

Tutto inizia con il suono di un carillon semidistrutto e la ballerina dello stesso, che gira, anche lei rotta, simbolicamente ricordo di un mondo gentile, sognante e un po' ingenuo…ma che viene interrotto…nel video dal suono graffiante delle chitarre e della batteria, tramite cui lo spettatore si ritrova nella cruda realtà e aridità del deserto. Da qui, tramite i dettagli dei vari oggetti, che già preannunciano il tema trattato, scopriamo una donna sdraiata a terra, che sembra essere morta, ma che durante il video si sveglia e si alza da terra aiutandosi grazie a una sedia accanto a lei, su cui in seguito interagisce, assumendo delle pose pian piano sempre più austere. Pose di una donna che rinasce e non si arrende, anzi, combatte. Nel finale, la donna, prende nelle sue mani il carillon e lo chiude fermando la ballerina, sottolineando così la chiusura con quel passato ormai inesistente e forse illusorio. Getta una rosa che ha legata alla cintura per tutto il video, anche questa simbolo di romanticismo e sentimento, che in un contesto di crudeltà non sono concessi. Infatti, nell’ultima inquadratura vediamo la rosa accanto al carillon, in memoria di quello che è stato, ma che non c’è più, né per lei e neanche per tutte le donne che sono state vittime dello stesso destino.

La regia del videoclip e il montaggio sono a cura di Simona Brancè. Per le riprese un ringraziamento speciale a Francesco Fichera e Giuseppe Sergi.

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