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Una mostra su Rino Gaetano, cantautore divertente e impegnato

Musica

Bruno Ployer

A Roma la prima mostra su Rino Gaetano, uno dei grandi cantautori degli anni '70. Ancora oggi è un artista di culto, nonostante sia scomparso nel 1981, a soli trent' anni.

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Oggi Rino Gaetano avrebbe 73 anni, eppure lo ricordiamo sempre giovane. È scomparso trentenne nel 1981, ma la sua unicità è ancora oggi capace di attrarre simpatia e interesse in un pubblico ampio. Le sue canzoni sono spesso spiritose e nello stesso tempo pungenti: parlano di emarginazione, crisi energetica, condizione delle donne, uomini potenti e famosi da sbeffeggiare, ma con gusto. È quello che si direbbe un artista di culto e in questo senso arriva la prima mostra a lui dedicata, aperta fino al 28 Aprile nel Museo di Roma In Trastevere. A Roma Rino Gaetano si è fatto conoscere all’inizio degli anni ‘70 nei locali ormai leggendari come il Folkstudio culla di una generazione di cantautori.  Su un blocco di appunti c’è la scaletta autografa di uno dei suoi concerti fatti lì, anno 1970. È uno dei tanti oggetti, documenti, foto e video esposti. Negli LP e cassette della sua collezione ci sono David Bowie e Lucio Battisti, i Pink Floyd e Lucio Dalla, ma anche Elvis Presley e Donna Summer: tanti ascolti per cogliere stimoli diversi.

Tra i suoi libri ci sono saggi di Scalfari e Augias e il teatro di Beckett: tante letture forse per alimentare lo spirito critico, che faceva nomi e cognomi di potenti e famosi da sbeffeggiare nelle canzoni.  La mostra su Rino Gaetano è anche un tuffo negli anni ’70, la breve stagione del successo del grande cantautore, terminata con un’incidente mortale sulle strade di Roma. Inconfondibilmente di quegli anni sono gli abiti, i volti e i luoghi delle molte fotografie esposte e perfino il freesbee promozionale arrivato ai giorni nostri. Vediamo Rino cantare nei video delle sue apparizioni televisive, tra le quali la dirompente partecipazione a Sanremo 1978 con Gianna, che gli fruttò un terzo posto al festival e un primo posto nella classifica di vendita dei dischi.

“Sono oggetti che Anna, la sorella di Rino Gaetano, ha tenuto tanti anni per custodire la memoria del fratello”, ci spiega Antonio Nicosia, che cura la mostra insieme ad Alessandro Gaetano, nipote di Rino. “La mostra è per i giovani e per quelli che ascoltavano le sue canzoni senza rendersi conto dei messaggi”, continua Nicosia.

All’anteprima ha partecipato Riccardo Cocciante. Ha guardato, ha perfino cantato e si è fermato nella sala delle foto di gruppo con lui, Gaetano e New Perigeo: nel 1981 realizzarono un tour insieme dal quale nacque un album di quattro canzoni. Cocciante ricorda nella nostra intervista la storia di “A mano a mano”, il pezzo scritto da lui scritto che Gaetano scelse di cantare: “Il concerto era un confronto tra due personaggi completamente diversi, con il New Perigeo che univa il tutto. Avevamo deciso di scambiarci una canzone e di farla ciascuno alla propria maniera. Rino scelse A mano a mano. Lo fece in tempo di 4/4, invece dei miei ¾. Cambia moltissimo. E poi la maniera: la mia interpretazione era abbastanza romantica e sognante per l’epoca, quasi di atmosfera parigina. Lui invece ha dato un lato Rock. Mi piace questa diversità. Io invece presi Aida: un pezzo duro, politico, tremendo, che mi piaceva molto per la melodia e per il suo richiamo all’opera di Verdi. Ho provato a essere completamente diverso: non lui, ma me”.

Lei e Rino Gaetano eravate molto diversi. Cosa vi univa?

Viviamo per ciò che facciamo. Rino lo ha dimostrato, aveva molta passione, non poteva fare altro nella vita. Forse è questo che ci accomuna. Direi che ci sono dei cantanti, ma essere artisti è diverso.

Rino Gaetano punzecchiava i potenti, toccava i temi sociali, ma sempre con spirito originale. Cosa dice di questo suo tratto caratteristico?

“Praticava la derisione, la satira come alcuni grandi scrittori: raccontare cose gravissime o che non si possono dire, ma si possono dire con un discorso allegorico e sorridendo. Era la sua maniera e io ho visto pochi artisti capaci di farlo.

Nei corridoi della mostra incontriamo anche Giusy Ferreri, cantautrice di una generazione successiva a quella di Rino Gaetano.
Quale spunto le ha lasciato la sua musica?
“Sicuramente la sincerità è ciò che apprezzo di più, insieme all’ironia che portava sul palcoscenico. Genio e ironia insieme".