Sanremo 2024, Rose Villain: "Sono una popstar che non ha paura a mostrare le sue anime"
Musica Credit Federico EarthArtista completa, luminosa e oscura, mette in musica i suoi contrasti interiori e assicura che è ancora lecito credere nell'American Dream. Al Festival di Sanremo è in gara col brano Click Boom! L'INTERVISTA
Rose Villain si conferma la regina del Festival (LA DIRETTA - LA SCALETTA - LO SPECIALE). Il suo Click Boom!, canzone prodotta da Sixpm e scritta dalla stessa artista con Davide Petrella, parla di amore. Uno di quegli amori che fanno una luce così forte da portare inevitabilmente con sé delle zone d’ombra: la diffidenza, l’annullamento di sé, la paura di soffrire, la paura di far stare male.
Click Boom è un inno all’amore quotidiano, imperfetto ma completo: cosa ti ha convinto a portare all’Ariston un brano così apparentemente normale e quanto c’è di personale?
Tutto è personale in quello che scrivo, non riesco a non cantare me stessa. È la canzone giusta per il Festival perché io sono fatta di contrasti, sono romantica ma so anche essere cattiva. Ho voluto mostrare le mie due anime.
Il brano sanremese racconta due mondi di una stessa persona eppure tu sei fortemente identitaria: ci sono momenti in cui ti senti spaesata?
Tutti i giorni, in questo consiste il contrasto dell’essere umano, ambiamo a essere persone forti ma personalmente sono fragile, sensibile e non temo di mostrare questo mio lato.
Tu non fai politica però fai filtrare messaggi importanti: uno è che le donne per essere libere devono svincolarsi da un società patriarcale millenaria. A che punto siamo?
Penso di sì, penso che c’è sempre e da sempre ma ora c'è una evoluzione che porta a far sentire la propria voce: c’è un bel fermento, nella musica vedo meno rivalità e più supporto tra donne, ci riappropriamo della musica, siamo più serene e facciamo quello che ci pare.
Molto giovane ti sei trasferita a New York: sei la prova che esiste ancora l’american dream?
Per me esiste ancora. Non smetterò mai di dire che la mia musica invade il mondo. Là ho trovato me stessa, l’artista che sono ora, a New York tiri fuori l’artista che è in te. Ma ti dico che in Italia ho trovato la giusta competizione.
Tu che conosci bene gli States e stai conoscendo l’Italia, la musica è ancora un luogo per popstar oppure sono il passato e oggi è tutto più effimero?
Si è persa pe un po’ ma ora torna, anche io mi sento una popstar. Il Rap ha creato vere popstar, l’urban è il genere più popolare. Qualche decennio fa Taylor Swift sarebbe stata una Dolly Parton. Io avrei voluto vivere Woodstock ed essere Janis Joplin.
C’è un momento in cui hai compreso che l’Italia era pronta per la tua musica? Essere una pioniera dell’urban ti responsabilizza?
Sento più orgoglio che responsabilità. Non mi auto censuro su niente. Parlo di salute mentale, di tristezza... ho messo in mano all’Italia la mia fragilità, grazie ai miei testi molti si sono sentiti meno soli. Questo mi ha dato speranza, sono stata sempre onesta.
Fragole è un brano che parla di desiderio ma soprattutto è un inno contro un mondo che sa solo giudicare: che rapporto hai con gli hater e con un Paese che giudica qualunque cosa.
Non me ne frega niente. Cerco di non leggere, se c’è un particolare accanimento blocco. Mi verrebbe da chiedergli cosa ti ha fatto la vita per essere così. Io mai ho fatto un commento negativo.
Cosa puoi anticiparmi del nuovo album Radio Sakura? E del tour, per altro alcune date sono già state annunciate?
L'album è un sequel del precedente Radio Gotham: quest'ultimo esplorava le zone d’ombra ed era figlio di un momento di frustrazione, era uno sfogo, questo è crudo ma accoglie più consapevolezza. Mischierò tutto dal vivo. Riprendo da dove abbiamo terminato, si riparte da Gotham!