Sanremo 2024, BigMama: “C'è una infinità di cose da cambiare, io faccio il mio"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

La giovane artista è in gara col brano La Rabbia non ti Basta; nella serata delle cover porterà, con Gaia, La Niña e Sissi, Lady Marmalade di Labelle. L'INTERVISTA

Sarà una sorpresa. Il palco dell’Ariston si regala, e regala al suo pubblico, BigMama che si presenta in gara a Sanremo 2024 (GUARDA LO SPECIALE) con La Rabbia non ti Basta; nella serata delle cover porterà, con Gaia, La Niña e Sissi, Lady Marmalade di Labelle. Marianna Mammone ha scritto il primo brano a 13 anni per raccontare delle pietre che alcuni ragazzi le tiravano. Tra i temi che affronta ci sono bullismo, discriminazione, violenza psicologica e fisica eppure resta una ragazza solare e tenera. La sua musica ha sempre avuto un approccio più esplicito ora con La Rabbia non ci Basta utilizza un linguaggio con una violenza più sottile e psicologica creando un cortocircuito tra un testo profondo e duro e una musica che unisce il rap potente e la dance libera.

Marianna come stai? Le prove?
Le prove sono andate bene, c’era paura poi ho pianto quando ho sentito i violini ed è stato il momento della realizzazione. Dopo la notizia che sarei stata all’Ariston c’è stato un movimento social per togliermi dal podio: chi sei? Chi ti conosce? Io replico che questa cosa me la merito e lo ho compreso con proprio durante le prove. Ci sono dietro tutti i miei problemi con la socialità, quando mi dicono qualcosa di cattivo ci rimugino. Ti dico che l’orchestra mi ha emozionato col suo applauso.

Possiamo parlare di una rivalsa per una vita difficile?
Per me è importante avere un messaggio forte, sono donna e mi sento legata a quelle problematiche. Posso usare parole che altri non possono e questo chiude un cerchio di rivalsa: non avere paura di credere in te stessa, credi a quello che vuoi fare. Il pezzo è uno sfogo velocissimo, quasi uno scusarmi come me stessa e un pensare al futuro: vuoi cantare…fallo. Ti dicono che non puoi farlo perché sei grassa, sei donna e vieni da piccola realtà? Tu fallo lo stesso. Sappiamo che vuol dire essere donna nel mondo e nel rap. Il bullismo sfociava nell’attacco fisico, poi ho scopeto di avere il cancro, ho fatto le chemio e ora sto bene, ho anche tenuto i capelli corti. Se voglio fare qualcosa io posso farlo a prescindere. Sono felice di urlare il mio pensiero su quel palco.

Il brano è anche specchio di una tua profonda maturazione umana.
Quando ero piccola e vedevo che le persone mi odiavano, che non avevo un posto sicuro, la prima mia risposta è stata l’odio: ho iniziato a odiare il mondo, me stessa e gli altri e la prima reazione era la rabbia. Nei testi di allora lo senti che c’è rabbia. A 13 anni scrivevo brani struggenti, scrivevo di autolesionismo e suicidio, la rabbia la sfogavo su me stessa. La Rabbia non ti Basta dice che non basta arrabbiarsi per fare meglio, devi fare di più. Quando ho capito che potevo tramutarla in energia positiva ho capito che sono bella per come sono. Se ti ami poco e sei insicura le persone ti amano poco, se ti mostri forte l’opinione è diversa.

Ha una dedica?
A Marianna bambina e adolescente, anche nel ritornello si intercambiano queste due persone. Non parlo solo a minoranze specifiche, tipo le persone grasse, è un messaggio universale: parlo a chi è effeminato, basso, proviene da brutti quartieri un o da contesto sociale povero: è un brano per tutti, non parlo solo di corpo ma di quello che ci è successo. Devi essere il primo a credere in quello che vuoi.

Anche il contesto musicale ha i suoi disequilibri.
Sappiamo che ci sono gli uomini e poi qualche donna. Ecco perché ho voluto una presenza scenica delle donne su quel palco: tre donne giovani come Gaia, La Niña e Sissi possono fare tanto. In Italia abbiamo donne in carriera da anni, voglio fare vedere che le mie coetanee sfondano su quel palco. Siamo tutte amiche, l’unione fa la forza e voglio che si veda. Ecco perché ho scelto Lady Marmelade: è tutto compatto e sinergico, potevo portare un artista rap e restare nella mia bolla invece dimostro che artiste giovani possono salire su quel palco. Ne ho scelto tre. Un problema che continuo ad avere è di dare troppo retta agli altri. Maturando cambia la percezione degli altri e anche io sono cambiata ma gli strascichi dei traumi restano; certo mi frega meno dei giudizi delle persone ma non me ne libererò mai. Io ci resto male comunque ma sono umana e continuerò a difendermi dal mondo.

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Cosa ti rende unica?
Mi può distinguere che la mia musica non ha mai avuto paura di parlare. I miei testi sono troppo taglienti? Non mi fa paura, dico quello che ho da dire. Sono rispettosa nella vita ma nella musica voglio essere ciò che sono in toto. Non ho paura di dire quello che penso anche se il concetto può essere frainteso e girato contro di me. Mi sono presa tanta me**a per difendere me stessa e gli altri e continuerò su questa strada.

Cosa ti fa paura di Sanremo?
I riflettori puntati addosso sono belli perché se fai un passo giusto tutti ne parlano ma lo fai brutto ne parlano di più. Ti sono tutti addosso. Lì devi fare una esibizione di cui devi essere soddisfatto, la mia paura è non soddisfare le mie aspettative: stecco una nota e mi rimprovererò per tutta la vita e dunque studio e mi preparo. Temo solo di deludere le mie aspettative.

Ci mettiamo anche un’ombra di vendetta in questo Sanremo?
E’ un messaggio per chi mi ha bullizzato: pensavano di abbattermi mentre quelle energie negative sono diventate il triplo e positive. Se voglio arrivare da qualche parte ci arrivo e quando accade vi brucerà di più. Ecco perché è un messaggio universale, può spingere al pentimento: caro bullo se tua sorella piange in camera sua magari è perché persone come te la bullizzano. Se dovessi dirti le cose che devono cambiare in politica, nel sociale…inizio ora e finisco tra tre giorni. La sensibilizzazione prima o poi porterà a qualcosa: oggi i miei fratelli che hanno sette anni non si scandalizzano a vedere due uomini che si baciano, quando ero piccola io era un trauma. Non posso cambiare il mondo ma faccio la mia parte. Dovrebbe essere naturale il cambiamento: io devo essere non una donna che fa rap ma una persona che fa rap. Quando questo accadrà la società sarà cambiata.

Che musica ascolti?
Tanta ma di pochi artisti, li ascolto in maniera ossessiva. Sono nata del 2000 e ho cercato su youtube pezzi iconici della mia infanzia. Ho sempre amato i pezzi con più donne, dalle Spice Girls alle Little Mix. Inoltre trovare tre ragazze non è stato facile: se guardi alla scena musicale è difficile trovare donne.

Perché secondo te Amadeus ti ha invitata all’Ariston in gara.
Si lega ai pezzi, è un grande direttore artistico. Lo scorso anno non mi ha preso, quest’anno gli è piaciuto il brano e mi ha evitato il tritacarne di Sanremo Giovani. Anni fa andai a vedere Salmo, Ensi e Clementino al Gifffoni Film Festival: sono arrivata da fan degli One Direction e sono uscita fan di Salmo, il mio mentore, ho anche appeso la bandiera della Sardegna nella mia stanza. Il mio beat è simile a quello di casa Machete.

Elodie ti ha invitato sul palco dell’Ariston per la sua serata cover. Vi siete sentite?
Mi ha scritto per complimentarsi. Io mi ispiro a lei quando faccio le prove. Lo scorso anno con lei avevo ansia, era la prima volta, era un palco che mi sognavo la notte. Lei è forte e mi carico. Il suo essere nuda sul palco è spudorato e chi si irrita dimostra che il patriarcato esiste ancora. Noi donne veniamo criticate per qualsiasi cosa, spero che un giorno possa fare un concerto nuda.

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