Era diventata famosa nel 2011 grazie all'album Loliwe, doppio disco di platino 17 giorni dopo la sua uscita. Nel 2013 aveva intonato l'omonimo singolo a casa di Nelson Mandela
"Piangiamo la scomparsa di Zahara": così i familiari della cantante sudafricana hanno annunciato la morte dell'artista 35enne dalla sua pagina Instagram. "È con il cuore pesante e il dolore più profondo che annunciamo la scomparsa della nostra amata figlia, sorella e amica Zahara". La cantante, morta a 35 anni, viene definita come "una luce pura e un cuore ancora più puro in questo mondo. Un faro di speranza, un dono e una benedizione".
Chi era Zahara
In Sudafrica, ma non solo, Zahara era un'icona leggendaria.
La fama era arrivata nel 2011 con Loliwe, album certificato disco di platino dopo solo 13 giorni e doppio disco di platino dopo 17: solamente in patria, il disco vendette 100mila copie. A trainare il suo successo, l'omonimo singolo. Che ha superato le 5 milioni di views su YouTube e che, nel 2013, Zahara eseguì persino a casa di Nelson Mandela (a cui scrisse anche una canzone tributo). Classe 1987, era un'autodidatta. Cantava in xhosa (lingua nguni parlata in Sudafrica e Lesotho) e in inglese, generalmente mescolando i due idiomi. Firmava un successo dietro l'altro: il terzo album Country Girl ottenne tre dischi di platino, il quarto (Mgodi) uscì in collaborazione con Warner Music. Nel 2020, la Bbc la inserì nella lista delle 100 donne più influenti dell'anno, per via del suo attivismo e del suo impegno contro la violenza sulle donne. Lei stessa era stata vittima di quella che definiva una vera "pandemia" in Sudafrica, col senso di possesso crescente esercitato dagli uomini. Per Zahara, fare musica non era un modo per avere successo. Era piuttosto una missione, per confortare le anime fragili e spezzate che hanno bisogno di guarire.
La malattia
Come confermato dal suo manager, Oyama Dyosiba, Zahara era da tempo malata: l'alcolismo le aveva distrutto il fegato. Nel 2019, la sorella disse: "Se continua a bere, morirà... Ci stiamo assicurando che ci sia sempre qualcuno intorno a lei per vigilarla affinché non ricominci a bere". Lo scorso novembre, il ricovero in ospedale. E l'appello della famiglia a pregare per quell'artista tormentata, dal cuore enorme e le infinite battaglie.