Colapesce Dimartino, nuovo album è Lux Eterna Beach: "Per società migliore limitare paura"

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Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Libertà artistiche, paure e speranze di un'epoca popolata da personaggi che vivono in un limbo che si chiama Lux Eterna Beach. L'album contiene una collaborazione "speciale" con Ivan Graziani e dal 23 novembre da Bologna parte il tour; nell'attesa il 7 novembre saranno protagonisti di un evento Apple Music in via del Corso a Roma. L'INTERVISTA

Lux Eterna Beach (Numero Uno/Sony Music) è il nuovo album di Colapesce Dimartino, disponibile da venerdì 3 novembre. Questo lavoro arriva dopo un anno straordinario per la coppia di cantautori: dal successo di Splash, la canzone vincitrice del Premio della Critica Mia Martini e del Premio Lucio Dalla all’ultimo Festival di Sanremo, fino al debutto cinematografico con La primavera della mia vita, divenuto subito un cult movie, conquistando numerosi premi come Il Nastro D’Argento per la “migliore colonna sonora originale” e il Globo d’Oro. Il brano I Marinai è virtualmente condiviso con Ivan Graziani (suo il testo, Colapesce Dimartino hanno fatto il ritornello). Il 23 novembre da Bologna parte il tour.

Partiamo dalla storia dell’album che si muove tra libertà artistiche, paure di questa epoca e speranza: quando e come è nato e come avete scelto il titolo Lux Eterna Beach?
L’album nasce in questi ultimi anni e il titolo arriva prima di I mortali, dunque c’è da tempo. Il titolo è perfetto perché ci siamo immaginati in una spiaggia, una sorta di limbo, dove arrivano i personaggi che popolano l’album. E’ molto luminoso per cui la lux eterna era perfetta.

Quale è l’ultimo cambiamento che è arrivato in silenzio nella vostra vita?
Il passaggio dall’età universitaria alla vita adulta, quando devi confrontarti con le prima aspettative. Cercare il cambiamento dopo gli studi, nonostante la passione per la musica, non è semplice se non hai le spalle coperte. Voler fare il musicista senza i soldi è un problema molto diffuso. I cambiamenti sono come lampi che cambiano il buio, è un messaggio universale.

Chi sono oggi quelli che non sanno restare in pace? C’è un Dio che può aiutarci a trovare la pace? In Considera dite anche che “un altro Dio ci poteva stare”.
Nessun essere umano è veramente in pace con se stesso e con gli altri. E pur raggiungendo la pace c’è un punto limite in cui la rompi. Abbiamo una visione personale del divino. La religione cattolica si basa sul senso di colpa e cozza con l’esistenzialismo umano.

In Sesso e Architettura ci sono echi de Il Gattopardo e de i Vicerè, il tutto legato dal senso della caducità: restiamo insieme finché dura…l’amore è una questione di misure? Di accettazione?
Siamo partiti dall’idea di quanto l’architettura influenzi i rapporti umani. Lo spazio che vivi influenza: sei in una reggia o nelle case popolari, l’idea di vita e d’amore è influenzata dall’ambiente. Poi l’architettura ha una forma di sensualità. Altro tema del brano, e del disco, è il qui e ora, la vita vissuta nell’attimo.

Ragazzo di Destra è fatto di frasi veloci, quasi ungarettiane. C’è la narrazione di una generazione spaesata ma alla fine lo scenario si apre alla speranza perché è una splendida sera: cosa vedete all’orizzonte da quella scogliera?
E’ una canzone sulla paura che genera l’odio. Per creare una società migliore bisogna limitare la soglia di paura. Protagonista è un ragazzo di periferia spinto dalla paura del diverso e del non conosciuto che porta all’odio. Ci piacerebbe vivere in un mondo con meno odio e paura. Per questo il testo è pieno di stereotipi, perché quelli sono i proclami e gli slogan che ci hanno propinato negli ultimi anni. La politica è spettacolo e noi che facciamo spettacolo abbiamo costruito un pezzo politico anche se l’intento è poetico. Non siamo iscritti a nessun partito, sia chiaro: il nostro è un affresco.

Trentamila Euro racconta il bisogno della quotidianità: credete che quella sia la cifra che oggi garantirebbe a una famiglia lo stare bene?
E’ una cifra quasi fastidiosa: non è poco ma non cambia la vita e dunque mette a disagio. E 30mila giorni sono circa 82 anni, l’età media dell’uomo ad arrivarci…E’ una canzone d’amore, forse la prima scritta, l’altra era Rosa e Olindo nel precedente album: non un bell’esempio ma di certo si amavano. Ci teniamo a questo pezzo, ospita due amanti che si parlano sottovoce in un mondo che urla e fa casino.

“Non mi fa paura se lo hai detto tu” è la cura del prossimo in questa epoca?
Può essere. E’ qualcosa che si basa sulla fiducia dell’essere umano. Lì ci sono due persone che si amano e c’è la fiducia, apri le emozioni con chi ti fidi.

I Marinai è un regalo di Ivan Graziani non solo al vostro pubblico ma a voi stessi in primis: è stato come prendere il vento con le mani? Per altro in alcuni passaggi ricorda il Cantico delle Creature di San Francesco, anche come tonalità.
Ci siamo legati, con Ivan ci siamo trovati in uno spazio che non esiste, che potrebbe essere il limbo di questo disco. La canzone l'ha trovata suo figlio Filippo registrata su bobine di fine anni Ottanta. Noi immaginiamo l’incontro con lui in Lux Eterna Beach. Le strofe sono di Ivan e i ritornelli sono scritti da noi. Sia la moglie che i figli hanno apprezzato, la canzone non ha perso il gusto iniziale.

“Amami senza pietà rubami stanotte”: sono le parole che ogni amante vorrebbe sentirsi dire?
Sì. Ci piacerebbe. La abbiamo scritta per la serie The Bad Guy in onda su Prime Video. Ci ha permesso di legare col gruppo e conoscere i registi che ci hanno coinvolto in una parte.

Infine vi chiedo cosa potete anticiparmi del tour e se quando farete I Marinai ci sarà la voce di Ivan Graziani.
Ci sarà la sua voce e nel tour saremo in sette sul palco. Sarà un live molto emotivo. L’unico tour che abbiamo fatto insieme risale al 2021 e col distanziamento sociale è risultato frustrante. Questa volta si balla. E forse si poga!

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