Negrita in concerto: "Oggi la storia la faccio io, resta ribelle non ti buttare via"

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Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Tra date raddoppiate e sold-out, la band aretina conquista l'Italia col suo rock'n'roll trasversale e si prepara nel 2024, a celebrare i 30 anni dall'uscita del primo album, che porta il loro nome. Abbiamo visto la data al Vox di Nonantola. LA RECENSIONE

Semplice, magico, puro rock'n'roll. Dopo oltre due anni di tour acustico, i Negrita si rivestono di rock e accendono la loro gente, bramosa di saltare e cantare con la band di Arezzo. Con loro si va oltre il concetto di gruppo, loro sono famiglia. Una famiglia allargata composta da migliaia di persone ma sono pur sempre una famiglia. Il loro concerto al Vox di Nonantola di venerdì 13 ottobre ne è stato la conferma: gli hanno riferito che a causa di un incidente una parte di pubblico era in ritardo e loro hanno spostato di mezz'ora l'inizio del live, per dare la possibilità a tutti di cantare insieme fin dalla prima canzone, Siamo Ancora Qua. Sul palco, sempre rotolando verso Sud, ci sono Paolo "Pau" Bruni, Enrico "Drigo" Salvi e Cesare "Mac" Petricich; completano la squadra Giacomo Rossetti (basso, cori), Guglielmo Ridolfo Gagliano (tastiera), Cristiano Dalla Pellegrina (batteria). E poi c'è colui che col suo cuore grande gioca la partita più importante dietro le quinte: Gino Vertaglio è l'anima di questa famiglia allargata. Poche volte nella vita ho conosciuto una persona così umanamente generosa.

negrita

La prima volta che i Negrita hanno assaggiato il palco del Vox di Nonantola era il 1994, anno in cui è uscito il loro primo album eponimo. Siamo vicini al trentennale, quindi, e, come mi ha detto Cesare Mac a cena, dopo il loro live, "qualcosa accadrà". Ma intanto godiamoci queste serate rock'n'roll, queste due ore abbondanti di antologia della musica: "Spero che abbiate ancora la fiamma dentro", urla Pau e la risposta, univoca, arriva con un levare di gambe da rave. La scaletta è un viaggio nella cultura, musicale, sociale e umana, del nostro paese lungo tre decenni. Dopo l'esorcismo (riuscitissimo) iniziale di Siamo Ancora Qua, arrivano Bambole (profetico il verso "mentre le ideologie si estinguono") e Il libro in una mano e la bomba nell'altra, brano incluso in quell'album capolavoro che è HellDorado. Che emozione riascoltare, non mi capitava da tempo, Io Sono, che fa parte del loro secondo album Paradisi per Illusi del 1995. L'energia fluttua nell'aria e avvolge il Vox come una seconda pelle. Si procede con Negativo e Non ci guarderemo indietro mai in "una notte che sembra fatta per noi che non ci guarderemo indietro mai". Giocano facile nell'arte della seduzione artistica con i pezzoni che hanno in repertorio, da Il Gioco a Che Rumore fa la Felicità, da Brucerò per Te fino a Rotolando Verso Sud e Radio Conga. Commozione per quello che è uno dei brani più belli di questo terzo millennio: si intitola Non Torneranno Più ed è dedicata a una persona che non c'è e infatti sul finale Pau indica il cielo con le braccia; da guardare anche il video, anzi il cortometraggio, perché quello è. Arrivano, tra le altre, per Ho imparato a Sognare, A Modo Mio, Mama Maè e, dulcis in fundo, Gioia Infinita. Il finale riserva una sorpresa che si chiama Ehi Negrita!, canzone che chiude il loro primo album. Posso, possiamo solo dire...ehi Negrita grazie!!!

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