Spinas: “La vita è una gara a inseguire il proprio tempo”
MusicaIl focus dell'Ep "Tempo" ruota attorno alla dicotomia tra giorno e notte, concetti che si alternano lungo la tracklist e che vengono rappresentati perfettamente dal mood di ogni brano. L'INTERVISTA
Spinas torna a mostrare la sua attitudine internazionale e annuncia l’uscita dell'Ep “Tempo” (Epic Records/Sony Music Italy), un lavoro in sette tracce che raccoglie brani inediti e singoli già pubblicati, che hanno regalato al pubblico un’anticipazione di questo nuovo progetto; l’artista si muove tra sonorità hip hop e R&B, avvalendosi delle collaborazioni di importanti artisti italiani e internazionali, tra cui 2ND Roof, il rapper londinese Octavian, Paryo del collettivo di producer statunitensi Internet Money, oltre a Jonnywood, Cryptic e Wizzle.
Federico partiamo dal progetto Tempo: come lo hai elaborato e come hai scelto gli inediti?
Il progetto nasce da sé, ho iniziato circa due anni fa a scrivere canzoni e nel tempo ne ho scritto più di 700, ne faccio tre o quattro al giorno, sono molto produttivo. Viaggio con uno studio mobile. Col passare del tempo abbiamo trovato un filone centrato sugli ultimi due anni e la mia vita in generale. Brani editi e inediti si uniscono bene tra loro per il concept e poi rappresentano quello che sto facendo a livello di ricerca di sound musicale oltre a essere la base per il futuro.
Il concetto di tempo oggi è molto soggettivo: ti senti figlio del tuo tempo oppure ti senti un ventisettenne che ha sbagliato epoca?
Il tempo è relativo oltre che soggettivo. Questo è il mio, adesso e in questo momento, perché sono le esperienze di vita che mi hanno portato qui. Ognuno ha la propria percezione. La vita è una gara a inseguire il proprio tempo.
Negli anni Sessanta i cantautori, in Italia ma soprattutto all’estero, promettevano di cambiare il mondo con la musica: direi che non è successo. Ci hanno rubato del tempo oltre alle illusioni?
Non lo so, bisognerebbe chiederlo a loro. Per quanto riguarda la mia vita non mi è mai stato mai promesso granché, sono cresciuto con la consapevolezza di conquistare passo dopo passo i miei piccoli sogni. Mai in famiglia mi è stato detto che sarei stato il migliore, ho ricevuto un’ottima educazione di partenza e ho imparato a darmi da fare e ad avere le basi per fare bene. Ho inseguito i miei sogni contro le opinioni della bolla in cui vivevo da piccolo.
“Vorrei dare il giusto peso alle parole ma non posso”: perché? Un artista è un compositore di parole.
Ci sono varie interpretazioni per il verso che mi hai citato: sociale quando si interagisce, musicale perché il genere di cui faccio parte è una sfida a dare più peso alle parole e a volte un po’ meno. Ci sono momenti in cui non riesco a pesarle giustamente per il mio modo di essere, sono impulsivo e spontaneo.
La musica è l’unica ragione che ti fa stare in piedi la notte ma in Moon le notti sono in bianco a meditare sugli sbagli. Hai un rapporto ambiguo con le tenebre?
Sono un po’ lunatico. Per me lo stare sveglio la notte ha due cause. Una è che lavoro tantissimo anche se preferisco scrivere e fare musica di giorno, ma i pezzi fighi sono nati di notte. Insomma, non dormo per iperproduttività. Oppure ho un rapporto con le tenebre più melanconico e mi sento più fragile. La notte è una riflessione sulla giornata terminata e sul futuro.
In Outsiders ti perdi dentro un sogno e perdi il senso della realtà: torniamo al concetto di tempo e allo sfalsamento tra sogni e realtà. È un dualismo che ti destabilizza o ci convivi?
Ci convivo fin da bambino, sono sempre stato un sognatore. Sto vivendo dentro un sogno dove mi sono perso e ci sto così dentro che è diventato la mia realtà.
Il tuo progetto ha un sound internazionale e spesso mescoli le lingue come facevano gli eretici dolciniani per non farsi riconoscere: ti senti un eretico del tuo tempo per l’approccio artistico che hai?
Eretico no ma outsider in alcuni aspetti sì. Avrei potuto fare un progetto per il mercato italiano e avevo tutto per farlo ma io faccio musica per passione, amo sperimentare e ho sempre ascoltato tanta musica estera. Solo cinque, sei anni fa mi sono avvicinato alla musica italiana. Sono bilingue e il mio modo di esprimermi è il mescolamento linguistico.
Infine una incursione nel mondo della moda: quali sono i tuoi prossimi impegni?
Sicuramente sì, si pensano come due carriere ma sono la stessa, due facce della medesima medaglia. L’obiettivo del percorso è unificare i due progetti.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Uscirà l’Ep Tempo, ho scritto tanta musica, ne ho per i prossimi dieci anni ma non mi fermo. Pianifichiamo i prossimi mesi, al più presto vorrei fare dei live. Penso di riprendere i pezzi dell’ep e farne versioni acustiche, ho studiato musica classica, e dunque mi piace prendere la musica e riadattarla in varie forme.