Vanessa Bissiri, canta il profumo dello smarrimento ne L'Amore son Stagioni: il video

Musica

Quello che ci succede spesso si registra in noi con una sensazione molto chiara. Con il tempo si perdono i dettagli dell'accaduto ma aprendo il cassettino delle sensazioni dove il ricordo è stato archiviato si può risalire ai fatti

 

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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"I fiori e i loro profumi trasportano e accendono immagini che sono conservate in spazi nascosti. I fiori in questa canzone celebrano un linguaggio sensoriale, le parole a volte possono essere spezzate o confuse; i sensi ci connettono con la verità del momento. I fiori per me sono festa, rito, preghiera; sono i testimoni delle stagioni, e le stagioni sono i cicli dell’amore".

“L'amore son stagioni”, nota tra le persone a me vicine come “I gelsomini”, è il primo fiore che è nato dopo la mia avventura con il gruppo Dinatatak, dove le canzoni comunque le scrivevo io, ma poi passavano attraverso un immaginario collettivo.

Questa volta l'immaginario è tutto mio, anche se, senza il contributo creativo dei musicisti che hanno lavorato a questo disco, niente sarebbe lo stesso, niente sarebbe così. Ricordo perfettamente da dove viene la prima strofa, passavo vicino ad un enorme gelsomino. Mi ha fatto sempre lo stesso effetto questa pianta fiorita: smarrirmi dentro l'intensità di quel profumo che si sparge, e allo stesso tempo un mal di testa che mi fa perdere un po' il controllo, mi ubriaca. Questa è sicuramente una canzone d'amore, ma è per me e ovviamente per chi la vuole. Dico per me perché la mia storia personale è sicuramente fatta di amore, disamore, ricerca, accettazione, dialoghi apri e chiudi.

Lunghe chiacchierate tra me e me per decifrare quello che sento, che spesso metto in canzone semplicemente descrivendo o decifrando quello che mi passeggia dentro.

Quello che mi succede spesso si registra dentro con una sensazione molto chiara. Con il tempo magari perdo i dettagli dell'accaduto ma ...apro il cassettino della sensazione dove il ricordo è stato archiviato... e attraverso quella sensazione posso risalire ai fatti. Dopo i gelsomini troviamo la violetta, il caffè, i disegni perfetti della Primavera, esplosioni pazze di forme e colori, le parole a pezzi, i petali di calendula stretti nella mano che si stropicciano e svaniscono. E poi quello che mi sembra importante: “La strada, il disegno è perfetto, la fine non ha per

forza un lieto”. Quando la musica e le parole sono arrivate (per me arrivano sempre tutte insieme), dopo la prima strofa ho sentito la voglia di fare un passaggio da un tango a un effetto Beatles. Ho sempre l'istinto di cercare di esprimere in una canzone tutti quelle sfumature che fanno parte di un unica emozione, e dopo i Beatles (così ci riferiamo a quella parte con i musici che mi accompagnano) una sorpresa: “Mi siedo e ti lascio passare, senza perdere il nome, mi siedo e ti lascio tornare il destino di un nome”. Dopo che ho trovato l'inciso, mi sono sentita serena di aver trovato il modo per dire questa canzone. Questa versione live si porta dietro delle sorprese nate dagli spazi che si aprono quando suoni e basta, e ancora di più l'atmosfera elettrica della chitarra ci aiuta a disegnare una sensazione di qualcosa di non facilmente nominabile, che vuole restare così. E quindi l'amore son stagioni, vuol dire per me: accogli il cambio come una condizione naturale. Meglio detto da Tina Modotti "accetto il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile".

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