Mina, Ti Amo Come un Pazzo è più di un album, è un fotoromanzo in musica

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Paolo Balletti

Una cover che richiama la stampa patinata del secondo Dopoguerra per declinare tutte le forme dell’amore. È il nuovo album dell’artista di Cremona. Un brano, “Povero Amore”, sarà nel nuovo film di Ozpetek. Del progetto ha parlato il figlio Massimiliano Pani

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Il canzoniere italiano si arricchisce di un nuovo capitolo. Si chiama Ti Amo come un Pazzo e porta la firma di Mina. A distanza di quasi quattro anni da Mina Fossati, l’artista di Cremona torna con un album di inediti impreziosito da una sola reinterpretazione, Tutto Quello che un Uomo di Sergio Cammariere. Fa parte dell’album, che verrà pubblicato in più versioni per accontentare i collezionisti sempre alla ricerca di cose numerate ed è distribuito da Pirames, anche Povero Amore che sarà parte del nuovo film di Ferzan Ozpetek Nuovo Olimpo; così il regista, collegato via Skype, ha parlato della collaborazione con Mina: “Sarà sui titoli di coda di Nuovo Olimpo ma ne stiamo parlando, tra noi c’è scambio di idee costante. Mina legge le mie sceneggiature e ne vede pregi e difetti. È un essere sovrannaturale per il suo sguardo. Canzoni me ne ha mandate due o tre però mi sono subito innamorato del Povero Amore. Il film inizia nel 1978 e finisce nel 2015 e c’è anche un’altra canzone di Mina della seconda metà degli anni Settanta. Non sono un esperto di musica ma un casalingo che sente la musica. Mina è una delle persone più importanti della mia vita, il mio primo romanzo in bozza l'ho mandato a lei col cellulare e dopo poche ore mi ha detto che sarebbe stato un successo. Ma anche le sceneggiature le ha in anteprima. Quando ho dei pensieri mi domando spesso cosa penserebbe lei. Non aggiungo altro perché raccontare la nostra quotidianità non è giusto per il suo modo di vivere, per le sue scelte di vita”.

Con Massimiliano Pani, figlio di Mina, entriamo nei microsolchi di Ti Amo come un Pazzo, album che è destinato a scrivere un nuovo, intenso capitolo di quello che è stato ribattezzato il "canzoniere italiano".

Massimiliano eccoci al primo di inediti dopo quello Mina Fossati del novembre 2019.

Questi sono tutti pezzi d’amore, è un fotoromanzo che accarezza tanti mondi musicali, dal triste al bello, fino a quello che finisce bene e quello che invece va male. La cover cita il fotoromanzo, una delle poche volte che è coerente col progetto. Ha una linea ironica, i pezzi che sembrano minori poi non lo sono. C’è solo una cover di Sergio Cammariere.
Continua la sua ricerca di giovani collaboratori.
Ha ricevuto tanti pezzi dai giovani, molti sono ragazzi che non erano nati quando ha smesso di fare concerti e neanche faceva più televisione. Questo mi permette di affermare che Mina è tante cantanti diverse.
Mina telefona ogni tanto a qualcuno di questi giovani?
È l’unica che dà soddisfazione ai giovani cantando negli anni brani di sconosciuti. Credo sia da anni che non si fanno duetti in persona, anche all’estero. Lei ha il suo carattere, è fatta a modo suo. È coerente con le sue scelte e con se stessa.
Il collante di Ti Amo come un Pazzo?
Lei che fa l’interprete. Fa quello che si sente di fare con grande coraggio e libertà perché per il resto sono brani diversi di autori diversi.
Si cimenta nel napoletano con Don Salvato di Enzo Avitabile, che è una lettera aperta a Dio.
Appartiene a un mondo a sé, la musica napoletana, e Mina ci ha fatto due dischi. Ha trovato un pezzo di Avitabile in napoletano strettissimo che fa parte delle cose che ama. Sceglie i brani che la emozionano e poi diventano un puzzle che si completa. Quel pezzo l'ha colpita. Non scordiamoci che lei è una interprete e non una cantautrice, un lavoro che forse oggi non fa più nessuno.
Arrivano tanti pezzi da ascoltare?
Direi 5, 6mila pezzi l’anno, ascolta tutto lei personalmente e siamo indietro di tre anni. L’Orto, per dire, è arrivato prima che lui, Mattia Lezi, partecipasse nel 2018 a X Factor. Il suo è un lavoro di ascolto lungo che porta risultati negli anni. Gli Audio 2, che mandarono Neve, facevano un altro lavoro, solo dopo hanno iniziato a lavorare nel mondo della musica.
Perché non ha chiesto a Sergio Cammariere di suonare il piano in Tutto Quello che un Uomo?
Finché non è finito il lavoro non si sa se un brano va nel disco e dunque sarebbe stata quasi un’offesa chiedere la sua esecuzione e poi non metterlo. Spero sia felice di sapere che fa parte dell’album. Posso invitare io a una riflessione?
Certo.
È il momento sociologico. Mina fa il contrario di tutti e tutto eppure è credibile, fa tendenza e suscita interesse. E sono 45 anni che non fa concerti e 47 anni che non va in televisione. Non fa promozione. Ha saputo distruggere e ricreare la propria immagine, come forse hanno fatto solo Renato Zero e David Bowie e comunque dopo di lei. Ha scelto di fare solo quello che le interessa, propone una cosa che per prima appassiona lei. Il suo è un bisogno intellettuale, finché avrà voglia lo farà. La sua storia insegna che quando non è convinta si ferma.
Lei che è La Voce cosa pensa dei cantanti odierni?
I cantanti propongono il loro mondo e suono, c’è l’identificazione. Oggi è più interessante proporre una identità che cantare bene.
L’ipotesi di fare il direttore artistico Sanremo è decaduta?
Se ne era parlato ma quando lei ha detto che lo avrebbe fatto veramente…è finito tutto.

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