Taty, la ribellione passa attraverso le sue Vipere: il video

Musica

Il testo guarda la società dall’alto, descrivendone i suoi aspetti più nascosti, quelli che non raccontano in televisione

IL TESTO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA

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Vipere è una canzone di denuncia contro la società di oggi. Una società cieca, sorda, indifferente. Una società i cui canoni di bellezza sono talmente alti da non sentirti mai abbastanza all’altezza delle aspettative. Una società che ti lascia in bilico, tra il successo e il fallimento, in balia di te stesso.Una società spietata, che per adattarti ti costringe ad indossare una maschera prima di uscire di casa, per non essere quello stran, diverso. Il testo guarda la società dall’alto, descrivendone i suoi aspetti più nascosti, quelli che non raccontano in televisione. Si tratta di “vivere strisciando in mezzo alle vipere”. È un testo di ribellione, un modo per dire che non si vuole stare alle regole.

Il titolo del brano descrive perfettamente l’idea della società moderna: una vipera, dal veleno potenzialmente letale, che potrebbe mordere da un momento all’altro.
Dunque non resta che rimanere indifferenti, quasi nascosti dalla luce del sole, coscienti del fatto che nessuno verrà a salvarci. Il brano nasce grazie al percorso artistico intrapreso con Johanna Pezone e l’incontro con la discografica e manager Maria Totaro dell’etichetta MMline Productions Records. Il mio vero nome è Francesca Pellegrini ma ho scelto come nome d’arte “Taty“ perché il mio gruppo di amici più stretti mi ha sempre chiamato così. Per me si è avverato un sogno che non credevo possibile: entrare in una sala di registrazione e avere un team su cui contare per dare il meglio di me è stata un’esperienza incredibile, ringrazio Johanna per aver visto qualcosa in me fin dall’inizio, Maria per avere fiducia in me fornendomi questa irripetibile opportunità e infine i miei genitori per tutto il sostegno e l’incoraggiamento che mi hanno sempre dato. In particolare sono fortemente grata a Giorgia Brunello che mi ha cucito addosso un pezzo che mi calza a pennello. Penso sia una canzone che descrive benissimo la società in cui ci troviamo, io sono la prima a non sentirsi mai abbastanza o all'altezza, come cita il testo, ci si sente sempre inadeguati per colpa degli standard imposti dalla società che sembrano ormai irraggiungibili. Le mie coetanee ed io subiamo sempre questa tortura: ci sentiamo sempre sbagliate a partire dal nostro corpo o dalle nostre forme, da quello che dicono gli altri o da quello che loro non dicono perchè come dice il testo “uccide più l’indifferenza che fuoco e benza”. E’ maggiore il dolore che sta dentro di noi rispetto ad un dolore fisico perché quest’ultimo dopo un po’ svanisce ma il dolore psicologico non se ne va mai ma si riproduce in serie come se si autoalimentasse".

Per il mio futuro spero che questo singolo mi porti fortuna e sia il primo di una lunga serie. So che è difficile farsi strada in questo ambiente ma non si molla e non mi arrenderò fin quando non avrò raggiunto il mio obiettivo cioè quello di diventare qualcuno del mondo della musica. Ho intenzione di continuare a studiare e a perfezionarmi, ma soprattutto mettermi sempre in gioco.

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