Leo Pari su Amundsen: "Una metafora per il gelo che è dentro di noi"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Nel suo nuovo album l'artista romano ci accompagna in un viaggio interiore impegnativo ma salvifico al termine del quale ci attende la speranza: "Ammettere chi si è significa attraversare l'Antartide in una slitta e quattro cani". L'INTERVISTA

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Con Amundsen Leo Pari intesse un nuovo percorso in dieci tappe, un intenso racconto di ricerca e di scoperta, ispirato alla figura del grande esploratore norvegese Roald Amundsen, consegnando il raccolto di un lungo viaggio verso l’esplorazione più profonda e difficile: quella di se stessi.

Leo quando nasce Amundsen e come lo hai costruito? E in cosa inaugura un nuovo capitolo della tua vita artistica?
Ho iniziato a scriverlo circa due anni fa e ci ho lavorato molto. Nella prima fase ero da solo in studio con pochi strumenti e ho buttato giù i provini facendo girare il groove. Dormi è arrivata dopo ed è l’ultima nata. Poi ho coinvolto i musicisti e quindi c’è stata una meticolosa post produzione ma meticoloso è stato tutto il progetto. Per me rappresenta la maturità anche se, anagraficamente, fuori tempo massimo. Una forza interiore mi ha portato a parlare della mia vita in maniera sincera. Mi sono messo a nudo in primis nei miei confronti. Amundsen nasce come una piccola auto-terapia e ho pensato che potesse fare bene anche molti altri.
È curioso che Amundsen nacque vicino al polo Nord e fu il primo ad arrivare al Polo Sud: dove porta il tuo viaggio in direzione ostinata e contraria? Un viaggio per altro avvenuto in un periodo complesso della tua vita.
È un viaggio introspettivo. La storia di Amundsen è stata la perfetta metafora per raccontare le ostilità e il gelo che a volte è dentro di noi. Ammettere chi si è significa davvero attraversare l’Antartide con una slitta e quattro cani.
"Mi spaventa più la vita che la morte". Già Epicuro invitava a non temere la morte. Oggi cosa ti spaventa della vita? E visto che ti spaventa non lasciare niente alle generazioni amare che non sanno amare… Il tuo patrimonio artistico non credi sia già una bella eredità?
Mi spaventa la pochezza della vita. Penso a personaggi che hanno messo a rischio la propria vita, a volte anche perdendola come accadde ad Amundsen quando cercò di salvare Umberto Nobile al Polo Nord; la sua fu una vita dedicata al coraggio e sono le figure che mancano. C’è poca passione e tutto è subitaneo, veloce e fugace. Non c’è il tempo di innamorarsi di un disco, di un film, di un pittore. Le opportunità sono infinite ma ci si lega poco, c’è poca voglia di ricerca, di andare oltre le proprie possibilità e si punta più all’emulazione e sull’omologazione.
Dici "basta con la filosofia dei numeri" ma nel tuo mondo si vive di numeri e algoritmi: ti senti un alieno?
Mi sento meglio da quando ho deciso di fare quello che voglio. Ci metto un po’ di trasgressione e malizia.
La notte è sempre il momento in cui i sogni diventano canzoni?
Prima di addormentarmi rifletto sulla giornata e tra la veglia e il sogno arrivano melodie e dunque devo alzarmi e cercare il telefono per fissarle e non perderle.
Roma Est è una canzone mentre Roma Sud è solo un verso però ci batte il cuore… è un derby interiore? Giri per Roma con una bussola?
Sono della zona Sud, della Garbatella. Roma Est è locali e un grande centro commerciale e nella canzone ci gioco. In passato aveva zone poco raccomandabili e il centro commerciale rappresenta la caduta dei valori e dunque potevo raccontare il crollo delle nostre aspettative. La canzone è un foxtrot tra passato e presente nato quando ho visto la mia vecchia camera una volta che sono andato a trovare mia madre.
Un anno freddo è come una lettera postuma: farla dal vivo è emotivamente difficile?
Sarò costretto, me lo hanno fatto notare nel concerto di Roma dove non era in scaletta.
Ultima scena inizia con la pioggia. Elemento che si trova anche in altri testi. Ti affascina la pioggia? Inoltre la Roma che descrivi è quella reale, quella che vorresti o quella che non vorresti… perché "sa fingere bene"?
La canzone ha una dimensione onirica a partire dal sound, c’è un addio in un luogo non definito. A Roma quando deve piovere… piove davvero e la pioggia rappresenta uno spleen interiore. C’è il contrasto tra una musica allegra e un testo triste.
"Mentre anneghi dentro il gelato"… fosse realtà in che gusto vorresti sprofondare? E quale è il drink appoggiato sul comodino?
Il gelato lo immagino smielato, una crema tipo il bacio o il tartufo. Cioccolata su cioccolata quasi stomachevole. Sul comodino immagino un mojito in un bicchiere di plastica di ritorno da un concerto, un qualcosa di fresco. Nel testo ci sono i primi raggi della primavera.
Rinascere oggi dai nostri errori può renderci migliori o saremo sempre recidivi?
Invecchiando puoi capire con logica e razionalità gli errori del passato, ma l’istinto ci porta a commetterli uguali o simili. Si invecchia ma non si migliora.
Dormi è un brano curioso perché ti mette di fronte a luoghi e persone, a situazioni tragiche e misteriose. Poi c’è la neve che non fa rumore e sembra che tutto sia ovattato per proteggere una rinascita: come alimenti la speranza?
Sono un ottimista, nutro la speranza e qui è rappresentata dall’amore verso una persona, che può essere anche un figlio o un nipote. Gli dai rifugio dalla bruttezza del nostro mondo.
Alla fine di questa chiacchierata possiamo dire che hai trovato il tuo passaggio a Nord Ovest?
Le navi spesso restavano incastrate tra i ghiacci. Il lockdown è sato il nostro stare fermi, non andare né avanti né indietro. Anche se lo trovi è impraticabile e comunque rischioso.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ho un altro concerto a Milano il 27 aprile e poi arriverà il tour estivo. Già sto lavorando a qualche nuova canzone e un a un nuovo progetto.

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