biVio, le nostre contraddizioni spingono a Cadere più in Alto: il video
MusicaIl brano racconta l’espressione più sincera della propria vulnerabilità, sia nella forma che nel contenuto, ed è anche per questo che è importante cantarla senza filtri né approssimazioni
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELLA BAND
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Cadere più in alto è il nostro ultimo singolo e la nostra prima canzone in italiano.
Dopo aver scritto e cantato principalmente in inglese e francese, è arrivato il momento anche per noi di entrare nel panorama della canzone italiana. E’ da quando ci siamo stabiliti a Roma che scherziamo sul fatto che probabilmente nessuno capisce i nostri testi ai concerti. C’era al contempo il bisogno di mantenere la diversità di lingue intrinseche al progetto biVio e l’esigenza di farsi capire dal pubblico oltre alla voglia di mettersi alla prova.
Cadere più in alto è l’espressione più sincera della propria vulnerabilità, sia nella forma che nel contenuto, ed è anche per questo che era importante cantarla senza filtri e senza approssimazioni. Racconta di un’esperienza interiore comune a tutti ma nella quale ognuno si sente profondamente solo. Tocca tutte le contraddizioni del nostro sentire, ed è per questo che abbiamo scelto un ossimoro per il titolo.
Da un lato la voglia di salire, di andare oltre, più lontano. Dall’altra la paura di cadere, di farsi male, di fallire. Più si sale, più la paura di cadere incombe su di noi. Cadere più in alto è al contempo il desiderio e il rischio più grande. A volte sentiamo un peso che ci trascina verso il basso e che sembra bloccare tutte le strade percorribili. Anche se le ragioni del nostro malessere possono venire dall’esterno, la chiave per uscire dai labirinti delle angosce si trova sempre dentro di noi. Forse cadendo più in alto, appunto, lasciandoci andare al nostro desiderio di bellezza e di crescita, imparando a cadere, accettando tutti quei limiti che diventano solo risorse quando smettiamo di percepirli come tali.
Per il video abbiamo scelto di girare nella metropolitana. Per noi era la scenografia perfetta per questa canzone : un non-luogo spoglio e cupo, arredato da contorti corridoi e lunghe scale mobili. Un luogo perfetto nel quale perdersi come accade nei labirinti della mente. La protagonista perde l’ultima metro e si ritrova da sola, prigioniera di se stessa nella stazione. Cerca una via d’uscita per tornare alla superficie ma si ritrova misteriosamente bloccata sotto terra. Solo quando si lascerà andare dando libero sfogo alla sua fantasia e ai suoi sogni, uno strano personaggio la aiuterà a ritrovare la sua strada. Teniamo a ringraziare LazioSOUND che ci ha permesso di realizzare questo progetto grazie alla vittoria della categoria Songwriting Heroes della scorsa edizione. Grazie anche a Marta Venturini per la produzione del singolo e a Hugo Cohen per il video. Ci ritroviamo il 10 maggio all’Auditorium Parco della Musica per il primo concerto della stagione all’interno del Retape festival. Poi ci vediamo in giro per l’Italia quest’estate !