Vito Romanazzi, Non So Parlarti tra un addio e un arrivederci: il video

Musica

Il pezzo ha una narrazione limpida, scevra di rancore reciproco con l'intento di dare risalto a ciò che di bello poi nel tempo rimane, nonostante tutto

IL VIDEO E' PRESENTATO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Il mio percorso musicale inizia nel 2011 al Festival di Castrocaro dove sono arrivato al secondo posto con una canzone che ho scritto con Lorenzo Confetta e Matteo Becucci. Faccio parte della Nazionale Italiana Cantanti ed ho avuto l'opportunità, grazie a Gianluca Pecchini, di cantare davanti a oltre 40.000 persone all'Allianz Stadium di Torino. La duratura collaborazione con Scuderia Musicale  è il frutto di un reciproco rispetto, dove il lavoro scaturisce sempre in progetti precisi e ben delineati che anche con “Non so parlarti” ha trovato un'apoteosi emozionale da cui anche gli ascoltatori saranno travolti. Scrivere una canzone è un processo di analisi autocritica. Avevo un profondo desiderio di ricomporre i pezzi di qualcosa che si è rotto per imparare a non ricommettere gli stessi errori.  “Non so parlarti” è il brano che ho scritto con Daniele Volante e Alessandro Bellomarini. Quando ho registrato questo pezzo ho provato una grande emozione perché accanto a me c'erano i più grandi musicisti italiani: Luca Colombo, Lele Melotti, Lorenzo Poli e, per finire, il grande Silvio Pozzoli come corista.

Torno con una canzone d'amore, apparentemente banale come vengono ormai accolte al giorno d'oggi le canzoni pop, ma quello che scrivo è un pop vero, sincero, pulito che non ha bisogno di estremizzarsi per farsi notare. La canzone racconta di un amore finito. Non sappiamo se è un arrivederci o un addio. Forse non è neanche tanto importante, Il pezzo ha una narrazione limpida, scevra di rancore reciproco. Non sono mai stato capace a provare rabbia per qualcosa di bello che è finito. Il mio intento è quello di dare risalto a ciò che di bello poi nel tempo rimane, nonostante tutto.

Il videoclip ufficiale, che è stato diretto da Luca Pederneschi, è stato girato in una delle stanze di Palazzo Quaranta a Isola Dovarese, in provincia di Cremona. Protagonista, con me, è la modella Liana Carera. Ho scelto di girare il video in questo posto magnifico perché rappresenta perfettamente il contrasto tra passato e presente che si incontrano, la disperazione di un amore finito (presente) e i ricordi per preservare il passato. La scena iniziale si apre con una una luce soffusa che ondeggia calda e rossa, prima su di me, rimasto solo a riflettere e a rimettere insieme i cocci, poi insieme a lei con un abbraccio malinconico che soffia come una consolazione. Il quadro si conclude con la mia vera essenza: io che suono il pianoforte. Il pianoforte per me è un atto d'amore altissimo, quella cosa che mi avvicina a Dio. Ogni nota mi scava dentro e le paure si dissipano come nuvole dopo una tempesta. In tanti momenti ho pensato che il fondo mi avrebbe vinto, ma la musica mi ha sempre salvato. Come dico nella canzone, le emozioni vengono soffocate dall'ingenuità. Apparentemente è una cosa negativa, ma in realtà è perché dentro me vibra sempre quella voglia di essere bambino, un eterno Peter Pan dell'amore.

 

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