Il singolo Jack & Sally dell'artista valtellinese racconta la storia di due amici scemi che forse non hanno salvato il Natale ma restano fortissimi al gioco delle feste comandate e a quello di farsi male ai concerti punk. Dopo l'album Mostri apre un nuovo capitolo artistico. L'INTERVISTA
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Se non ridere almeno sorridere delle macerie dell'anima. E poi, magari, ballarci sopra. Questo è Jack & Sally, il singolo di Giorgieness, all'anagrafre Giorgia D'Eraclea, che apre un nuovo capitolo della sua vita artistica dopo il successo, più che meritato, dell'album Mostri. Seguo Giorgia da anni e mi sento di sottolineare che la sua trasparenza e la sua indipendenza ne hanno fatto una artista unica. Ha una capacità di decifrare l'animo umano non comune.
Giorgia partiamo da Jack & Sally: perché hai scelto le recenti feste per portare luce in una storia così melanconica?
È un regalo a tutti i mie cuori infranti, a chi mi segue e mi ascolta. Il film che mi ha ispirato, come sai spesso sono i film a innescare l'idea per una canzone, è Nigthmare Before Christmas; aggiungici che il mio compleanno è il 25 dicembre e diventa pure un autoregalo.
Friends è realmente per te una serie cult? Oppure ci stava bene in quel punto del testo?
La so a memoria. Quando mi è capitato di tenere lezioni di songwriting ho sempre detto che i riempitivi vanno eliminati. È un cameo, d'altra parte Friends e Sex And The City hanno il potere di calmare. È come stare con gli amici. Mi toglie l’ansia rivedere cose già viste. Friends è applicabile alla quotidianità.
Quanto è difficile oggi scordarsi che il mondo è poco umano?
Nel mio caso tantissimo, essendo sempre in autoanalisi e confrontandomi spesso col giudizio degli altri. Il mondo è complesso e con i social si fa più pesante. Ero bullizzata già all’asilo, solo nell'adolescenza ho trovato il mio ambiente. Certe esperienze ti rimangono addosso ma nel mondo accade di tutto e io mi informo. Oggi un posto sicuro e avere qualcuno da chiamare.
"Per riavere me devi soffrire un po’" …è così che funziona l’amore?
È ironico. Dovevo scherzare su quello che provavo e su come ci si sente quando una relazione finisce o non va come vorresti. Ho tirato fuori quella parte di me un po’ più… insomma, quella che osserva i difetti fisici e i capelli che non ricrescono e ogni elemento ti dà sollievo. Infatti scrivo che bisogna soffrire non tanto ma un pochino sì. È un pensiero di rivincita. Ho condiviso una chat su Telegram invitando chi mi segue a non scrivere agli ex per Natale e quasi tutti ci sono riusciti.
È successo qualcosa di speciale quest’anno tra le luci e l’aria di Natale?
È stato uno dei più felici quello di cui parlo, è stata una gioia postuma perché quel giorno ero con i miei genitori. Sono legata a questa festa visto che il mio compleanno è proprio il 25 dicembre: infatti di solito festeggio dal 20 al 28 dicembre e lo chiamo il giubileo.
Con Mostri hai messo da parte quella rabbia che ha contraddistinto i primi anni della tua carriera: oltre che più consapevole, oggi ti senti più in pace con te stessa o rimani fondamentalmente inquieta?
È stato un punto d’arrivo in primis perché mi sono presentata in studio con i provini avanzati e ho guidato io i produttori. All’inzio della mia avventura artistica volevo fare il rock dei maschi, alla Biffy Clyro e Foo Fighter. Poi temevo di essere la caricatura di me stessa, oggi non riesco più ad arrabbiarmi come a quei tempi. La rabbia l'ho sempre sfogata su me stessa, starmi vicino non è semplice a prescindere dalle esplosioni di rabbia. Quando ho ripreso a scrivere mi sono detta che forse ho anche altro da comunicare.
Oggi quando ti guardi in faccia la luce è quella giusta o non ci sarà mai quella giusta?
Va a giornate. Parlando della mia faccia vera ci sono tutte le mie insicurezze; a 25 anni si è riempita di acne da stress, poi c'è stata la bulimia e quindi si è gonfiata… ora guardo la mia faccia senza cercare la luce giusta. Musicalmente sono felice di me, non ho fatto passi da gigante e non so se arriverò dove desidero ma non ho neanche mai fatto compromessi.
Guardando il video di Hollywoo mi sono tornate in mente l’incomunicabilità e l’isolamento umano che c’è ne Il Giardino delle Vergini Suicide.
Per quel video mi sono ispirata all’ultima notte di Marylin Monroe. Ho sovente bisogno di stare da sola: certo penso che perdo gli anni migliori della mia vita, ma la priorità è essere a contatto con quello che vivo per poi scriverlo. Il musicista mette in bella quello che potrebbero provare tutti gli altri: scavarsi dentro e raccontarlo può essere doloroso ma è utile. Supereroi è una canzone che non ascolto perché mi riporta a un periodo preciso della mia vita. Invece su Anime in Piena ci ho pianto tanto ma mi emoziona sempre cantarla.
Quale è oggi il tuo giardino del torto? È molto popolato?
Non è popolato ma ci sono tutti i fantasmi del mio passato. Parlando con un mio ex che ora è un amico gli ho detto: sei come la scatola dove metto quello che non confesso agli altri. Il luogo è immaginario ma ci sono poi le persone davanti alle quali ti metti a nudo.
Dopo avere riascoltato Mostri ho la sensazione che nonostante le tue canzoni siano molto popolate, resta un disco di solitudine, di catarsi: è così?
Parla della profondità della mia solitudine ma ci hanno messo mano molte persone. Hanno popolato gli arrangiamenti e il tempo in studio. Nei primi due album sento una persona sola che urla per farsi ascoltare, qui c’è una coralità.
L’amore vero, nella stagione di Tinder e dei social, è solo per Supereroi?
Non è detto che conoscere una persona su un'app non corrisponda a una amicizia vera. Personalmente ho trovato più comprensione e affetto con ragazze conosciute nel giro femminsita che con alcune amiche in quanto con quelle ci parli e fai discorsi più profondi. Poi è vero che tante possibilità innescano la paura di fermare le conoscenze. Io credo che l'innamoramento è incotrollabile mentre l’amore è una scelta che comporta una costruzione.
A proposito il profumo di lavanda è pericoloso? È quello che rapisce l’anima e la porta oltre la ragione?
Mi piace molto. C'è una vena bucolica tra il giardino del torto e la lavanda. Mi ricorda un posto sicuro.
Tua madre continua a dirti che non devi fidarti… come in Successo?
Sempre. È preoccupata per il mio futuro, per la mia vita e per l’ambiente musicale che frequento. Poco tempo fa ho trovato il suo pass backstage della serata in cui ho aperto i Garbage a Firenze. È preoccupata ma mi ha sempre sostenuto.
"Ma cosa posso insegnarti se"… eppure raccontare la tua vita è una forma di insegnamento: nei sei consapevole e fiera?
Non così consapevole ma se quel sentimento che io traduco in musica arriva ne sono felice. Se mi raccontano l’effetto benefico di una mia canzone, quello è un superpotere. Peraltro è la mia preferita dell’album, la più fedele al provino. È una canzone sincera: perché chiedete a me cose che io vivo peggio di voi? Poi anche parlare della fragilità è un potere.
"Chiamami tempesta"… come Alda Merini nata il ventuno a primavera… "a scatenar tempesta". Ci hai pensato? Sei sempre tempesta nella vita?
Sempre. È il mio inno nazionale. Pensa che da piccola volevo fare il Papa. Accettare il proprio essere tempesta senza adagiarcisi troppo è utile. Mi aiuta a processare tutte le relazione andate male, mi ha fatto perdonare me stessa. Chi mi desidera sa che non ho un carattere facile ma io i miei difetti li dico il primo giorno, sono sincera da subito.
Alla fine possiamo dire che nella tua vita ci sono un po’ meno mostri?
No ma siamo diventati amici, facciamo insieme i pigiama party.
Che accadrà nelle prossime settimane?
A breve annuncio le date del tour. C'è qualche cambiamento nella band, siamo gasati. Vi consiglio a febbraio di fare attenzione alle mie pagine social!