Grammy 2023, annunciati i premi alla carriera per Nirvana e Nile Rodgers

Musica

Manuel Santangelo

©Getty

Il 4 febbraio al Wilshire Ebell Theatre di Los Angeles verranno consegnati i Grammy Lifetime Achievement Award, riconoscimenti alla carriera di cui saranno insigniti grandi della musica come la band simbolo del grunge e il leggendario leader degli Chic

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Stando a una pagina internet gestita da fan i Nirvana avrebbero nella loro pur breve carriera incassato qualcosa come undici premi e trentuno candidature alla vittoria. Un bel numero, cui vanno aggiunti altri riconoscimenti non conteggiati e la marea di onori postumi tributati alla band di Kurt Cobain dopo la morte di quest’ultimo e il conseguente scioglimento del gruppo. Ora la bacheca di premi dei Nirvana si arricchisce di un’altro importante trofeo: il Grammy alla carriera, che verrà assegnato agli autori di Nevermind e ad altre leggende della musica il 4 febbraio.

Un premio che accomuna Kurt Cobain e le Supremes

È assurda la mole di riconoscimenti che sono piovuti addosso ai Nirvana, soprattutto dopo la dipartita del loro frontman. Chissà come avrebbe vissuto una tale gloria postuma Kurt Cobain, che tanto soffriva il successo spropositato di quel progetto (al punto da far pensare che la fama ingestibile fosse tra i motivi che lo spinsero al suicidio). Di certo c’è che oggi i Nirvana vengono incensati su palchi giganteschi, spesso affiancati a nomi con cui musicalmente sembrerebbero proprio aver poco in comune. Scorrendo la lista dei nomi che verranno premiati assieme a loro con il Grammy Lifetime Achievement Award si trova per esempio un po’ di tutto: dalla leggenda del rap Slick Rick a quelle Supremes che fecero la fortuna della Motown, per buona parte del tempo incorporando nell’organico un’altra diva come Diana Ross. C’è poi spazio per artisti che difficilmente potrebbero reggere il confronto con i padrini del grunge, anche ma non solo in termini di eredità artistica: si pensi alle sorelle Ann e Nancy Wilson (che insieme fondarono le Heart) o Bobbie McFerrin, one-hit wonder autore del classico reggae Don't Worry, Be Happy. La positività di quel brano, animato da un ottimismo tanto sincero quanto semplicistico, è l’antitesi forse dei Nirvana e di quel nichilismo portato con orgoglio quasi quanto le camice di flanella.

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Nile Rodgers si prende definitivamente quello che è suo

A ricevere materialmente il premio per i Nirvana saranno probabilmente il bassista Krist Novoselic e il batterista Dave Grohl, oggi frontman di quei Foo Fighters pronti a sopravvivere anche alla dipartita di un loro membro. La band di Seattle non è l’unica che riceve il premio alla carriera dopo aver perso un pezzo importante per strada: anche le Supremes hanno infatti dovuto salutare da tempo Florence Ballard e Mary Wilson. Chi invece sembra in formissima, appena arrivato alla soglia dei settanta anni, è Nile Rodgers. L’uomo che portò la musica disco a un altro livello con i suoi Chic era un nome tutto sommato atteso tra i premiati con il Grammy alla carriera, anche grazie al suo lavoro da produttore che lo fece collaborare con star del calibro di David Bowie e Madonna. Un contributo il suo alla storia della musica che non si è arrestato neanche in tempi recenti, facendolo felicemente incontrare anche con i Daft Punk, ma che spesso non è stato riconosciuto a dovere. Rodgers stesso è arrivato a dire più di una volta: “Probabilmente non conoscete il mio nome ma scommetto che conoscete almeno una delle mie canzoni”. Un assunto facilmente sconfessabile, che ora verrà definitivamente messo in soffitta da un sospirato Grammy alla carriera. Il riconoscimento verrà consegnato in una serata speciale il 4 febbraio prossimo al Wilshire Ebell Theatre di Los Angeles. La cerimonia si terrà due giorni prima di quella “ufficiale”, in programma alla Crypto.com Arena sempre nella metropoli californiana.

Nomi come Beyoncé, Adele e Kendrick Lamar si dividono il grosso delle nomination in una competizione che ha dentro anche un po’ d’Italia grazie ai Maneskin. La band romana è infatti in lizza per il Grammy come migliore nuova realtà musicale. Un primo passo per arrivare lì nell’Olimpo, dove stanno da oggi un po’ di più giganti del calibro di Nirvana e Nile Rodgers.

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