Il brano sembra costruito per far risuonare tutte quelle voci fastidiose che cercano di spiegarti come sono andate le cose. La regia è di Marco Serpenti
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
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Questa canzone è l’eco di una conversazione onirica mai avvenuta, il sogno lucido di una coppia in crisi dentro al quale si analizzano errori e responsabilità. Parla del momento preciso in cui ci si accorge che una relazione importante sta finendo. Di quando si sente che la storia sta collassando per motivi che non si riesce nemmeno a identificare bene e si smette di comunicare. Una volta finita del tutto, poi, ci sono molte parole che restano in sospeso nell’aria e che girano a vuoto come pulviscoli e sentivo il bisogno di filtrarle. La notte sembra fatta apposta per questo, per far risuonare tutte quelle voci fastidiose che cercano di spiegarti come sono andate le cose. Le atmosfere del brano cercano di rievocare le sensazioni di lutto e di smarrimento che accompagnano certi incubi, certi risvegli e certe separazioni.
La “notte” poi, intesa in senso astronomico e metafisico, mi ha sempre affascinato perché è un tempo di mezzo ambiguo, di passaggio, tra il dato certo di ciò che è stato oggi e il dato incerto di ciò che sarà domani. Al suo inizio c’è una fine, il tramonto, e alla sua fine c’è un inizio, l’alba. È una sorta di soglia simbolica, mitica, estremamente semplice eppure estremamente criptica; e al suo centro c’è la famosa “ora blu”, un fenomeno naturale che durerebbe un minuto soltanto, osservabile in uno stato di natura incontaminato come l’aperta campagna o il bosco. Una specie di bolla temporale in cui sembra che tutti gli animali, in un magnifico tacito accordo, realizzino che sta per compiersi la transizione dalla notte al giorno e per questo restino col fiato sospeso per pochi secondi generando un silenzio cosmico assoluto conturbante; celebrando una fine e un inizio. Eric Rohmer, un regista che amo molto, questo fenomeno l’ha descritto bene nel film “Reinette e Mirabelle”. Le protagoniste sono due ragazzine che durante le vacanze estive vivono isolate in un rudere in campagna e una sera decidono di svegliarsi a notte fonda per assistere all’ora blu. Anche nel videoclip de “La notte” le protagoniste sono due ragazze che assistono alla loro “ora blu”, diciamo; cioè alla transizione tra ciò che è stato della loro storia e ciò che sarà. Vivono isolate in una casa sul lago la loro ultima estate insieme e assistono impotenti al consumarsi della loro storia. Si amano per l’ultima volta prima di svanire in un tramonto.
Col regista Marco Serpenti volevamo un videoclip cinematografico che si occupasse di marcare questa transizione tra le ombre e la luce. Credo sia riuscito a rappresentare molto bene i sentimenti contrastanti di un amore che muore, anche grazie alla sensibilità interpretativa di Mariavittoria Ennati e Giulia Gonella. La squadra è la stessa del mio videoclip precedente (Gennaio); ho la fortuna di lavorare con grandi professionisti di cinema e pubblicità che mi aiutano a mettere a fuoco una ricerca visiva e un immaginario personale precisi. Quindi ritroviamo Marco Serpenti, Giovanni Iavarone, Francesco De Giorgi, Matteo Polo e Matteo Zanin della Nostos Production.