Marco Mengoni, ora i palazzetti poi porta Materia (Pelle) negli stadi

Musica

Fabrizio Basso

Un tour costellato di sold out e accompagnato da una scaletta fluida. Nel 2023 tornerà negli stadi: Padova il 20 giugno, Salerno il 24, Bari, il 28, Bologna l'1 luglio e Torino il 5. L'INTERVISTA

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Oggi è il giorno di Materia (Pelle), il secondo capitolo della trilogia di Marco Mengoni aperto con Materia (Terra). Il lungo viaggio di questo artista visionario e rivoluzionario arriverà, dopo i palazzetti, negli stadi nel 2023.

Marco è il giorno di Materia (Pelle) e di un tour che è una costellazione di sold out.
Ogni volta ho qualcosa di nuovo da dire ed è incredibile. Per l’ennesima volta sono a parlare di un tour nei palazzetti. Ci saranno altre sorprese, ci saranno gli stadi nel 2023.
Quindi la tua vita sul palco si preannuncia fluida.
Il live si modifica in divenire, si tolgono cose e altre se ne aggiungono. Negli stadi nel 2023 cambieranno delle cose perché, chissà, che non sia uscito il terzo album della trilogia. Ora è uscito il secondo intanto.
Tra gli stadi e i palazzetti quale è la differenza?
Ora giro l'Italia con uno spettacolo che è la riduzione di quello degli stadi portato nei palazzetti. Di certo qui c’è più coinvolgimento, le persone sono più vicine, vedo il pubblico negli occhi. E parlo un po’ di più come fossi in un teatro.
I sold out ti premiano.
Hai ragione, quelli sono i veri premi, si chiamano sold out. Potere condividere e avere una così bella risposta è fantastico.
Anche stavolta a Mantova hai offerto la pizza all'Esercito.
Alla prima data è tradizione offrire pizze e prosecco analcolico (ride, nrd). Parecchi dormono lì per due giorni e per fortuna a Mantova c’era un bel tempo, di solito si beccano l'acquazzone. E anche la pizza fredda, ma è comunque sempre buona in Italia.
Che sensazione fa, nelle prime tre date, proporre pezzi di un album non ancora uscito?
In realtà sono già in circolazione tutti i pezzi con i sottotesti, motivo per cui le prime quattro file li sanno già a memoria e anche di più rispetto a me.
Sempre più difficile fare la scaletta.
Decidere cosa lasciare fuori non è mai facile soprattutto se sono canzoni come In due minuti Proibito. Abbiamo cercato di mettere dentro un po’ tutto, siamo a due ore un quarto e per un palazzetto è già tanto.
Prevedi sorprese?
La band è pronta per pezzi nuovi da preparare in pochi secondi.
Nel 2023 torni negli stadi.
Nello stadio c’è la botta emotiva che arriva da tante persone. Nel palazzetto viene meno ma mi sento un po’ più protetto, come se potessi parlare all’orecchio di chi mi sta davanti. Come spazio ho meno agio nel correre e comunque il mio ginocchio sta bene.

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