Bungaro racconta la magia dell'amore in Come le Viole a fine Aprile: il video

Musica

La canzone è nostalgica come i vinili, le lettere, i gettoni che scendevano velocemente dalle cabine telefoniche, i mazzi di fiori e gli sguardi puntati verso il mare

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA

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Quando si scrivono certe canzoni devi averle vissute per renderle credibili al cuore di chi le ascolta. Per questa canzone ho voluto immaginare un tempo dove succedevano grandi miracoli, ci si innamorava perdutamente, si facevano follie pur di esistere e resistere all’amore. Questa parola ormai chiusa in un cassetto. Oggi i tempi hanno stravolto il coraggio, la creatività, la passione e il sentimento puro… I treni, le partenze, gli arrivi,e  le attese erano delle armi di seduzione. Guadagnarsi un bacio, una passeggiata mano nella mano era un traguardo quasi irraggiungibile. Ricordo le storie raccontate da mia madre e mio padre, il loro folle amore fatto di sguardi fugaci già all’età di 9 anni, le prime scappatelle, le cose non dette, i loro patti di sangue, i silenzi emozionanti, le frasi scritte  a matita su fogli di giornale e il loro legame impenetrabile. Il loro amore ancora oggi a distanza di anni, è vivo e inossidabile tra il cielo e la terra. È grazie a tutti questi colpi di luce che ho voluto ricordare attraverso queste parole e questa musica, che si possono ancora chiudere gli occhi e farvi trasportare nei posti più segreti del nostro sentire. Lasciarsi andare dentro una melodia e respirare quella bella sensazione di eternità.

Come le Viole a Fine Aprile è una bellissima storia d’amore di altri tempi. Nostalgica come i vinili, le lettere, i gettoni che scendevano velocemente dalle cabine telefoniche, i mazzi di fiori e gli sguardi puntati verso il mare. Mi sarebbe piaciuto vivere in quei tramonti pieni di occhi dove i "ti amo" avevano un peso leggero e profumavano di eternità. In questo video ho scelto il mio mare salentino, i tramonti della mia terra, i posti della mia infanzia. Con la complicità di Fabio Serino alla regia, siamo andati a cuore aperto a ritrovare e riprendere suggestioni e ricordi protetti nei miei pensieri dove si poteva ancora sognare ad occhi aperti. Non potevano mancare gli ulivi a me cari, patrimonio dell’umanità. Gli arrangiamenti curati da me e Antonio Fresa,  profumano di quel sound nostalgico e vintage dove le parole e la musica si fondono meravigliosamente con l’orchestra e gli strumenti acustici che ne fanno di questa canzone una polaroid indimenticabile. Da questa bossa nova Si intuisce l’amore ardente che ho per il Brasile, la musica brasiliana che addirittura al centro del cuore di questo ritornello canto…”NOI COME LE VIOLE A FINE APRILE  CON LA MUSICA E IL BRASILE CHE JOBIM CI FA CANTARE”.

Mi sono fatto trasportare in quell’atmosfera dove le notti d’estate bruciavano di passione, seduzione e tanta vita sana e notturna. Comandava l’amore con tutte le sue forme, non c’era la tecnologia e la distanza, ma la parola, gli sguardi e la potenza dell’essere. Ad accompagnare questo mio sguardo visionario c’è Marco Pacassoni al vibrafono e batteria, al contrabbasso Antonio De Luise, antonio fresa al pianoforte ,Carlo di Francesco alle percussioni e la grande orchestra dei maestri del San Carlo di Napoli. Coautori con me di questa canzone: Max Calò e Giuseppe Barrucci.

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