Il brano è un genuino atto di speranza, rivolto a tutti coloro che si emarginano nel silenzio senza più reagire, senza più dare fiato alla propria ribellione
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELLA BAND
Ecco il nuovo singolo e videoclip dei Mandalamarra. In attesa dell'uscita del nostro album di esordio, ci presentiamo questo brano a cui hanno partecipato vari artisti nazionali ed internazionali. Un genuino atto di speranza, rivolto a tutti coloro che si emarginano nel silenzio senza più reagire, senza più dare fiato alla propria ribellione.
Il testo nella sua più nuda e cruda essenzialità, descrive il rispetto universale di un'esistenza pacifica per tutti e la naturale difesa per i pochi che riescono ancora a chiarire e ad urlare quello che non va. Canzone dal ritmo limpido, vivace, diretto, per sbattere in faccia al mondo e senza tanti preamboli, tutto il dissenso e il malcontento che ci circondano ma che, paradossalmente, niente e nessuno è più in grado di sovvertire.
Il video, è stato interamente allestito e girato nella cittadina lacustre di Bolsena (VT), terra delle nostre origini. La narrazione si articola in tre fasi: all'inizio tutto scorre lento, uguale, stanco, all'interno di una casa, quasi a ribadire i concetti di totale inquietudine, solitaria monotonia e del vuoto asfissiante, tese ad imprigionarvi inesorabilmente in una fase di limbo primordiale, come unica salvezza all'ennesima accettazione di una ingannevole realtà. "Solo una vecchia e insignificante radio poggiata sul comodino per di più accesa di proposito, fa da eco tra il nulla vissuto e il tutto a divenire, per spezzare a frantumi tale mala condizione". Nella parte centrale invece si denota una inaspettata voglia di riscatto, uno strano invito dall'esterno, o meglio, il bisogno di uscire fuori e di dire: "Basta!". Uscire fuori di casa, fuori dalle proprie paure, fuori dagli schemi prefissati... insomma far venire fuori la voce e annullare i ripensamenti, in previsione di una irripetibile occasione, per incontrarsi come vecchi e nuovi amici. In fondo cosa c'è di meglio di una fresca canzone, di una musica magica e di una giornata limpida, per riunirsi e ballare sulle cose che sono sbagliate, abbracciati in un caos collettivo che ci travolgerà? Il video continua con l'aspetto se vogliamo più interiore e rappresentativo, ovvero il breve tratto in barca percorso sul lago che precede l'incontro e funge al contempo come missione da compiere ma già tracciata. Verso il finale arriva l'improvvisa esplosione di questo pezzo, con la rocambolesca trasformazione del sound e di noi come band, che armati di strumenti, parole e di folle passione, finalmente abbandoniamo tutta la titubanza repressa in corpo e ci prepariamo a colpire l'anima con una degna conclusione del brano. Al termine, la nostra ripartenza verso l'ennesima rotta ignota, ancora da esplorare, ma da sempre ricercata, senza voltarsi indietro, senza guardarsi attorno, è oramai compiuta ai più: "Danzate sulle ali della libertà e attraverso una voce chiara, vera, che unisce i popoli... Questa è la nostra ribellione! Questa è la vostra ribellione!"
“Nuestra rebelion” non è la solita canzone di protesta. “Nuestra rebelion” è l'improvviso raggio di sole dentro la pioggia, un grido propiziatorio che ci rapisce, dinanzi a un mondo che apparentemente sente la necessità di unirsi ma che in fondo, forse, è sempre più solitario.