Il brano fa parte del quinto album di questa artista ed è il primo interamente in italiano
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA
L'Età del Disordine è il mio quinto album e il mio primo lavoro interamente in italiano.
L'ho composto nel salotto del mio appartamento dove, al posto delle poltrone e della tv, ci sono il piano a mezzacoda, la Nord Stage rossa, la chitarra viola, e un intrico di mixer, pedali, cavi, ferraglia. Al centro c'è un pezzo di moquette rossa su cui posso saltare, ballare, e sdraiarmi a terra, a pensare. Dalla grande porta finestra guardo la pioggia, le rondini, i miei vicini. Il mio disco è nato tutto lì, in quei venti metri quadri.
Per lavorare agli arrangiamenti ho scelto un musicista sensibile ed eclettico quale è Marco Fasolo, noto per aver fondato i Jennifer Gentle, ed essere produttore della super band I Hate My Village. In quel salotto abbiamo passato più di un mese: gli strumenti e i cavi si sono moltiplicati, il disordine è cresciuto e ha dato forma a nuovi suoni e a nuove visioni.
Ginnastica è il primo singolo dell'album, una canzone solo apparentemente spensierata. Ginnastica è anche il tema delle foto di copertina (sia del singolo che dell'album) in cui indosso un body di cui molti riconosceranno l'ispirazione: è il body che Nadia Comaneci, la più grande ginnasta di tutti i tempi, portava alle Olimpiadi del 1976, quelle in cui i sistemi di calcolo impazzirono perché la votazione della giuria era più alta del numero con cui erano stati programmati. Nadia prese il primo dieci tondo della storia della ginnastica artistica. La ginnastica artistica è una disciplina rigida. Sembra essere in netta contrapposizione col concetto di disordine, a cui invece è profondamente connessa. Questa antinomia è alla base del mio lavoro. La crescita personale nasce dal disordine, dall'irrazionale. Anche un'autentica espressione artistica non può fare a meno del disordine. D'altro canto l'ordine, la parte razionale, è indispensabile per fare chiarezza, per dare lucidità di visione e per dare una forma all'urgenza della comunicazione. Una forma che esca dal personale e diventi il più possibile condivisa, universale.
Il videoclip che ho realizzato lo spiega: la ginnastica è una disciplina interiore, spirituale ancora prima che fisica. La donna anziana è mia madre, Lina, ed è sua la voce che canta all'inizio. Lina ha quasi 86 anni ed è l'esempio perfetto di quello che ho voluto rappresentare: un allenamento quotidiano alla felicità. Quello fra me e lei non è un rapporto fra madre e figlia, ma un rapporto fra presente e futuro. Lina è me, nel futuro. Ho immaginato me stessa nel domani, ho pensato a una donna fisicamente non perfetta, dalla vitalità intatta. Giocosa, leggera; tenace. Ogni giorno tonifica i suoi muscoli per non smarrirsi nell'età del disordine – in ogni età del disordine. Sia che beva il tè o passi l'aspirapolvere, sia che suoni il piano o la chitarra, sia che canti davanti a un microfono o che osservi il tempo che scorre. Come dice Rossella O'Hara in Via col vento, “after all tomorrow in another day”. Dopotutto domani è un altro giorno, e soprattutto è un nuovo tassello di questa nostra intricata avventura umana.