Il messaggio che arriva è che una vita oggi più che mai deve necessariamente includere la diversità per essere vissuta appieno. Il video è introdotto da un testo esclusivo dell'artista
Life è un sogno raccontato in musica. Non avrei potuto dargli un titolo diverso.
E’ il sogno di una vita vissuta ogni giorno intensamente. Come quella di ogni individuo, ma in particolare quella di ogni musicista. Una vita che mai come oggi deve necessariamente includere la diversità per essere vissuta appieno. Un artista incontaminato non credo abbia ormai alcun senso, se non nostalgico, perché come qualcuno ha detto “non siamo isole“ ma l’esigenza di fondersi e non di separarsi in nome di chissà cosa sia mai accaduto nel passato, resta ancora l’obiettivo da raggiungere. Io sono nato a Fano, una piccola cittadina famosa per il suo Carnevale e per essere “La Città della Fortuna”. Nel mio caso la fortuna nella fortuna è stata quella che Fano ospita un importante Festival Jazz da quasi trent’anni ed io ho avuto la possibilità di ascoltare fin da piccolo i migliori musicisti del mondo a casa mia. Probabilmente avrò anche ascoltato concerti storici di cui non ricordo nulla, ma quello che è sicuro è che quella musica ha fatto respirare a tutti un’aria diversa, anche se all’inizio solo per pochi giorni all’anno. E stato quasi inevitabile che appena possibile sia andato io a casa loro per imparare e per capire. Al Berklee College of Music di Boston ho capito cosa significa confrontarsi ed imparare dagli altri. E’ lì che il mio microcosmo si è frantumato per fare spazio ad un orizzonte fatto di multiculturalità e di inevitabili contaminazioni.
Inutile dire che in una scuola del genere, entri pensando di essere bravo e se sei fortunato, e se sei veramente bravo, ne esci con qualcosa in meno in termini di autostima. Un posto del genere vissuto male potrebbe anche compremettere definitivamente le aspirazioni e la carriera di chiunque perché c’è più gente brava nel mondo di quanto si possa immaginare. O forse perché lì c’è inevitabilmente una concentrazione maggiore...E’ un posto dove il provincialismo diventa folklore che può implodere e distruggerti o esplodere in un universo di suoni, sapori, odori, forme, culture diverse che a poco a poco diventano sempre più familiari. Eventi ed emozioni contrastanti trasformate in note che ho cantato con la voce dei miei strumenti. E dopo quanto detto fin qui, non saprei neanche dire che tipo di musica sia. Il ritmo iniziale è complesso, ma è meglio smettere di contare e lasciare a questo flusso di note il tentativo di emozionarvi. Perché in questo pezzo non ci sono virtuosismi e non c’è confronto, ma solo dialogo. Sono linee più o meno complesse che s’intrecciano, quasi sottovoce e a volte mi sembra, ascoltando il solo di John, che le note diventino veramente parole. Trasmettere le sensazioni di un sogno è difficile, ma diventa possibile se i tuoi sogni li racconti a due grandi musicisti e a due belle persone come John Patitucci ed Antonio Sanchez, che non finirò mai di ringraziare per tutto questo. Ma questo è solo la “ title track” e quindi ….il bello deve ancora venire.
Grazie di cuore.