Arriva il nuovo album del giovane e talentuoso cantautore britannico che ha incantato il mondo con il suo sound tra jazz, hip hop e bedroom pop. LO ABBIAMO ASCOLTATO IN ANTEPRIMA
Un incipit classicheggiante, melodico che si riversa poi in una ballata che richiama il mito di Tom Dooley. Si apre così Who Cares? il nuovo lavoro del britannico Rex Orange County. Il brano che apre il disco è Keep it Up è trasmette un senso di inquietudine con i suoi rimpianti mentali, con un senso di incomprensione che attribuisce allo stress ma che forse ha una radice più profonda. Ma quando credi che tutto sia finito ecco la parola magica: resistere. La particolarità di Open a Window è che parte col ritornello ma non ci si allontana dal senso di claustrofobia: posso aprire la finestra? Qualcuno può aprire la porta? Sembra non ci sia la possibilità di fuggire, dalla quotidianità e dalla mente, e dunque ancora resistenza. E mai mordersi la lingua. Worth It ci porta a riflettere su una questione esistenziale: è giusto restare arrabbiati o quella stessa rabbia va accantonata? La scelta (e la responsabilità) è nostra. Amazing è la paura dipinta sul nostro volto che cerca la salvezza nel prossimo mentre in One in a Million c'è un cuore pazzo chiuso in una casa e la speranza che chi è al nostro fianco sia quella persona su un milione. Che poi se moltiplichiamo per la popolazione mondiale le possibilità che ci vada bene non sono remote. Ma anche di cambiare il rischio è alto.
Parte con un ritmo ipnotico If you want it... e il titolo si riferisce a un buon motivo per amare, che si trova sempre: "mi sto comportando da stupido, torna", è il messaggio; una promessa di lasciarsi andare. Che accade nel mondo di Rex Orange County alle 7AM? Che si sveglia, realizza che non ha chiuso le tende per la notte, che promette di diventare un uomo migliore anche se è pervaso dalla sensazione di fallimento ma ciò non mina la volontà di sentirsi indipendente e di mettersi alla prova perché solo così potrà capire se fare la valigia o restare. Le persiane si chiudono nel brano successivo, il melodico The Shade: bella l'immagine delle pareti dipinde e dell'ombra. Quasi un interludio Making Time, dove si respira il senso dell'attesa dell'amore. Shoot me Down è la modernizzazione del Pop anni Settanta, penso alla Electric Ligh Orchestra e racconta di un cuore che ha perso la testa e chissà se potrà guarire. L'album si chiude con la title track Who cares?, che racchiude tutta la voglia di urlare al mondo una certa impotenza. Ma anche una ribellione: chi se ne importa? Chi se ne frega. Musicalmente è la traccia più disomogenea dell'album. Un gran bell'album.