Bresh ci racconta il bello dell'essenzialità umana nuotando nell'Oro Blu

Musica

Fabrizio Basso

Il secondo album del giovane rapper genovese, composto da 12 tracce, è stato scritto con la direzione musicale di Shune e Dibla. Il disco ospita Rkomi, Izi, Psicologi, Tony Effe, Massimo Pericolo e Francesca Michielin oltre a due produttori d’eccezione, Greg Willen e Crookers. VIDEO-INTERVISTA

Potremmo chiamarlo, prima ancora di entrare nel tema dei contenuti, l'album degli incipit sonori. Perché Oro Blu del genovese Bresh brilla non solo per i testi ma anche per gli attacchi dei singoli brani, uno diverso dall'altro. Non voglio togliervi il piacere della scoperta e dunque mi limito a presentarvi il mio podio: la chitarra di Ulisse, le sfumature jazz di Parli di Me e poi Amore che riporta al 1972, all'indimenticata Pop Corn. Il brano preferito è il melanconico Svuotatasche, un ritorno potente, quasi commovente, alle nostre radici, un inno all'Italia che resiste. Il nome dell’album, Oro Blu, riprende la denominazione con cui è definita l’acqua quotata in borsa e sottolinea come anche le cose più necessarie hanno un prezzo e per altro col cambiamento climatico l'acqua diventerà davvero un oro liquido; non dimentichiamo che in alcune aree del pianeta è già introvabile. In quest'ottica, partendo proprio dalla famigliarità quotidiana con l'acqua Oro Blu si trasforma in un invito, a tratti quasi una invocazione, a riappropriarci di ciò che è essenziale, mettendo in angolo il superfluo e ciò che impedisce la ricerca di sé, fattore che trova la sua sublimazione nella già citata Parli di Me. L’acqua e il mare sono gli elementi che più rappresentano le origini di Bresh e sono simbolo del luogo dove ritrova sempre se stesso, Genova. Le altre curiosità le incontrate nella video-intervista. E mi raccomando, questo è un lavoro che merita attenzione d'ascolto.

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