Giusy Ferreri parla di Cortometraggi: "Un album cinematografico"

Musica

Fabrizio Basso

Esce il nuovo album di inediti dell'artista siciliana. Contiene Miele, brano con cui l’artista è stata in gara al 72mo Festival di Sanremo, e il singolo Gli Oasis di Una Volta. L'INTERVISTA

Un album nato sul palco. Perché Cortometraggi, il nuovo album di Giusy Ferreri, ha preso forma durante i suoi tour. Il titolo è legato al fatto che l'artista sicialiana ama definire alcuni brani come dei cortometraggi musicali e dunque questo album racchiude una narrazione di tanti piccoli film che esprimono concetti, situazioni e stati d’animo di vario genere. Ogni cortometraggio è un piccolo viaggio che ogni volta ha sapori e atmosfere differenti, colori, stili, generi e intensità diverse. Giusy Ferreri è emozionata all'idea che ogni individuo viva costantemente una sorprendente quotidianità che spesso varia e a volte si ripresenta ciclicamente. A proposito di concerti, e sperando in qualche sorpresa estiva, i prossimi appuntamenti saranno l'1 ottobre a Roma e il 3 ottobre a Milano.

Giusy partiamo dalla storia dell’album e della scelta del titolo cinematografico.
L'idea è scaturita un paio di anni fa o poco più, era l'autunno 2019. I primi brani selezionati erano cinematografici, poi volevo rivivere il tour della scorsa estate. Immaginarlo già suonato dalla band mi ha portato a concretizzare questa idea grazie anche alla versatilità della scaletta live. Così ho potuto mostrare diversi momenti, tanti piccoli film. È un album di inediti versatile ma con una sua chiarezza musicale.
Elemento trainante è la sorprendente quotidianità: come è cambiata in questi due anni? Riesci sempre a sorprenderti?
Sì, molto di più. Sia per la parte artistica che per la vita personale. Artisticamente mi sono fatta sorprendere dalle collaborazione estive con Elettra Lamborghini, Baby K e Tagagi & Ketra che mi hanno portato freschezza. Poi sono tornata su un lavoro vario ma più maturo.
Cosa ti ha detto tua figlia quando sei tornata a casa da Sanremo (GUARDA LO SPECIALE)?
Mamma è vero che non mi lascerai mai più. Vivo il mio tempo meno da sognatrice, sono più concreta.
Ti ubriachi spesso di nostalgia o ti nutri di futuro? Ci sarebbero anche le coperte di ricordi e l’essere fatti anche di quello che abbiamo perso.
Prevale la melanconia, è una costante che mia assilla un po’. Più che pensare al futuro voglio vivere il presente ma poi i sogni prevalgono e non scordo il mio percorso di vita.
In Qualsiasi Amore dici ti saprò convincere: io credo che se c’è qualcuno che devi ancora convincere sei te stessa: in cosa ti senti fragile?
È vero, sono una personalità fatta di tante contraddizioni, a volte sono io la prima a porre dubbi. Mi piace sviluppare il mio modo di essere con prospettive differenti e creo un grandissimo caos.
In quale film di Federico Fellini avresti voluto essere protagonista?
Tanti e tutti belli ma l’immagine della Fontana di Trevi resta speciale.
Nel tuo cassetto c’è sempre il rock’n’roll? Con quale dei fratelli Gallagher vorresti duettare?
È un riferimento al rapporto dei fratelli fatto di contrasti, anche potenti, pur essendoci un legame di sangue. Collaborerei con entrambi.
La marmellata di ciliegie è la tua preferita?
È tra le preferite, ma anche quella di albicocche mi piace. Preferisco però il frutto della ciliegia.
Se l’amore è un tiranno tu sei sovrana o schiava dei sentimenti?
Entrambe le situazioni, ma nella mia indole e anche per l’età mi sento più sovrana, è un questione caratteriale. Talvolta ci si trova imprigionati ma io sono sempre riuscita a sfuggire quando ho intuito che non andava bene.
Al ministro della guerra ci si oppone oppure si accettano le sue regole?
Ci si oppone. Su questo ero così anche da ragazzina, ribelle alle regole.
Davvero ti ritieni troppo grande per le favole?
Sì. Lo pensavo anche da ragazza. A 15 anni con una mia band punk cantavo già che non credevo alle regine.
Non mi scrivere poesie: hai smarrito il romanticismo?
Alle volte preferisco il linguaggio più crudo e diretto, non infarcito da una ricercata positività.
Cuore Sparso la ho eletta come mia preferita: cosa ha di speciale per te? C'è la mano di Giovanni Caccamo nel brano.
Era da anni che con Giovanni ci confrontavamo ma non era mai venuto fuori qualcosa che mi convincesse in particolar modo. Il brano parla di quotidiniatà e famigliari ma con un cuore sparso ovunque nel mondo e presente nelle problematiche dell’umanità. Ci sono ancora troppe sofferenze nel mondo, alcune anche vicine alla nostra aerea, non tutti vivono bene. Bisogna agire.
Perché hai deciso di perdonarti: sei indulgente verso te stessa?
Sono una persona che ha più facilità a perdonare gli altri, dopo un po' me ne faccio una ragione, anche nei miei confronti. Faccio più fatica quando sono in contrasto con me stessa, ci vuole tempo, ma in una fase successiva riesco a venirne fuori.
Che accadrà nelle prossime settimane? Il tour?
Non vedo l’ora di ripartire, ci saranno due anteprime a ottobre a Milano e a Roma, ma in estate ci sarà qualche sorpresa con tappe personali, appena capita la situazione pandemica mi organizzo. La scorsa estate ho fatto dieci tappe, non molte ma importanti, e me le sono stragodute insieme a tutta la band.

giusy ferreri credi cosimo buccolieri

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