L'erba corre e cresce quando vuole e la musica la accompagna: playlist

Musica

Giornalista, scrittrice ma soprattutto donna immersa in un mondo al...naturale. Laura Bianchi, autrice del libro L'erba corre quando vuole - Quaderno di campagna di una donna di città (Libreria Editrice Fiorentina) sceglie e racconta le dieci canzoni per lei più green

Non sono una persona che è mai stata alla ricerca ossessiva di una propria identità sonora, ma se ci penso mi accorgo che c’è una musica, un testo, una canzone per ogni momento, per ogni cosa che faccio fuori e dentro il mio giardino. E come quest’ultimo è una specie di zoo vegetale, c’è quasi tutto ciò che desidero senza preoccuparmi troppo dell’armonia d’insieme (se voglio una pianta, la pianto!), con la musica mi succede più o meno la stessa cosa: non seguo un fil Rouge che dona uniformità agli ascolti, ma una serie di suoni&parole che mi fanno stare bene, ognuno a modo suo, ognuno in un momento specifico della mia giornata in campo, in serra, nell’orto o nella parte più selvaggia del mio pezzo di paesaggio. Oppure quando scrivo, perché continuerò sempre a farlo, come non smetterò mai di zappare, potare, moltiplicare, seminare. Una Playlist senza ‘fil rouge’, d’accordo, ma con un ‘rayon vert’ che tutto collega, perché anche la ‘mia’ musica ruota sempre (e solo) attorno all’amore che ho per le mie coinquiline, le piante. Ecco i suoni che ho scelto. Chi parla bene direbbe che è uno stile eclettico, per me invece questo è solo uno zoo green. Il mio!

 

TALKING HEADS - [NOTHNG BUT] FLOWERS

Il testo racconta un mondo all’inverso (già a fine anni ’80…): gli uomini vivono nel giardino dell’Eden, ma non sono pronti per questo downshift verso la natura e rivogliono consumismo e shopping mall. Geniale e duro, perché vero. Il paradiso descritto, pieno di amore e di vita (ma soprattutto di fiori) è il giardino nel quale ho deciso di vivere, dove non manca il serpente tentatore ma nemmeno i “two tools in love”.

 

ERIC CLAPTON - LET IT GROW

“Plant your love and let it grow”: niente di più terapeutico (e di più ’70s…). Nel mio giardino che guarda il mare io pianto amore, non (solo) vegetali. Coltivare, accudire esseri viventi che non parlano ma, a modo loro, comunicano è la mia cura. E funziona! (Sì, sono una plant-mama).

 

JOHN DENVER - THE GARDEN SONG

Non prendetemi per pazza ma… amo ascoltare e soprattutto vedere il video di questa canzone folk per bambini degli anni ’70: mi mette allegria (di solito mentre mi occupo dell’orto-giardino): tutti dovrebbero avere zinnie, foxglove e verdure canterine.

 

FABRIZIO DE ANDRE' - VIA DEL CAMPO

Qui invece nemmeno riesco a sorridere e sento il testo davvero potente: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Come potrei non esser d’accordo?

 

LUCAS NELSON  - TURN OFF THE NEWS (BUILD A GARDEN)

Non riesco a non commuovermi ogni volta che ascolto questa canzone, tenera e profonda, perché nel titolo c’è tutta la mia vita: io ho appena “spento” le news, lasciando Repubblica, per abitare in un grande giardino isolato e accudirlo ogni giorno, circondata da esseri viventi (vegetali, animali e umani) che amo. Questa canzone mi fa star bene, sempre e ovunque. Mi ricorda quello che sono e dove ho scelto di andare. Alla fine sembra molto più difficile di quello che è (la vita in campagna, intendo!).

 

FABRIZIO DE ANDRE' - CREUZA DE MÄ 

Si, ancora lui, De André: dopotutto sono ligure (di adozione). All’inizio era come ascoltare un mantra, non mi serviva capire le parole: mi sentivo accolta, a casa. 

Poi, con l’aiuto di Bruno (il mio vicino 88enne) e 10 anni di vita in loco, ho scoperto che nel testo c’è pure un fiore, il garofano, e mi è sembrata la più bella rivelazione.

Ps. da casa mia, poi, si raggiunge il mare (mä) proprio scendendo da una creuza, la tipica stradina pedonale di terra e pietre.

 

THE CURE - A FOREST

Nonostante io non abbia un’anima dark (o forse sì?) questo pezzo di gothic rock (si dice così, vero?) anni 80 mi ricorda che non tutti stanno bene ed in pace come me quando mi trovo in un bosco. C’è anche chi si sente solo, lo racconta il testo seppur ermetico, nonostante la vegetazione nella quale si è immersi brulichi di vita.

Per questo -forse- mi piace raccontare storie di piante e fiori: per far capire alle persone che nella natura non si e’ mai soli…

 

TOM PETTY - HOUSE IN THE WOODS

Contenuta nell’album ‘Wild Flowers and All The Rest’ di metà’ anni ‘90, e’ un pezzo rock che mi piace ascoltare per il testo: narra lo stile di vita che ho scelto.

 

THE JOHN BUTLER TRIO - TREES

Una voce e una chitarra raccontano un messaggio che è ancora più contemporaneo e urgente oggi, venti anni dopo la sua pubblicazione: ‘se abbattiamo tutti gli alberi non ci sarà più nulla da vedere, più nulla da respirare’.

 

LUDOVICO EINAUDI - UNA MATTINA

Questo album è l’eccezione: l’unico che non parla di piante, natura o fiori, ma soprattutto l’unico che ascolto fuori dal mio Eden, per sentirmici un po’ dentro. E’ un suono che mi calma e mi porta ad uno stadio di concentrazione elevatissima: lo mettevo sempre in cuffia in redazione, quando ancora ero giornalista full time: non riuscivo a scrivere nel via vai dell’open space senza questo accompagnamento che mi estraniava dal luogo e dalle persone. E’ poi diventato l’unico suono durante la scrittura del mio primo romanzo “L’erba corre quando vuole: quaderno di campagna di una donna di città” (ed. Libreria Editrice Fiorentina, 2021). Perché ho iniziato dicendo che non ho mai ricercato la mia identità sonora? Forse perché ora ce l’ho. 

Laura Bianchi
Laura Bianchi

Spettacolo: Per te