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È morto Paolo Pietrangeli, padre di "Contessa" e regista tv

Musica

Fabrizio Basso

Il brano che lo ha reso famoso è considerato l'inno italiano del '68. L'artista, nato a Roma nel 1945, è morto nella sua città. Non stava bene da tempo ma la notizia è comunque giunta improvvisa

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Gli hanno assegnato, poche settimane fa il Premio Tenco. Lo aspettavamo ma non è potuto salire sul palco dell'Ariston per ritirarlo. Ha delegato. Sapevamo che stava poco bene ma non che se ne andasse così in fretta. E' morto Paolo Pietrangeli "un compagno a cui non smetteremo mai di dire grazie per quello che ha rappresentato per la storia della cultura, dei movimenti, della sinistra e anche del nostro partito", ha commentato Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea.

E ora quella Contessa che ha accompagnato una generazione verso un mondo nuovo non ha più il suo papà. Cantautore, regista e sceneggiatore, Paolo Pietrangeli aveva 76 anni. Era figlio del regista Antonio Pietrangeli e di Margherita Ferrone. Il suo nome inizia a circolare negli anni Sessanta, quando il boom economico stava facendo dimenticare le macerie della guerra. Fu quello un decennio che Edoardo Vianello definì una estate durata dieci anni. Ma cominciava a serpeggiare, tra i giovani, il malcontento, che poi sarebbe sfociato nel '68 e quindi tracimato negli anni di piombo. In quel periodo Pietrangeli compone canzoni a sfondo socio-politico e diventa membro attivo del Nuovo Canzoniere Italiano. I movimenti giovanili di sinistra ne adottano due in particolare, si tratta di Valle Giulia e, soprattutto, di Contessa, entrambe cantate con Giovanna Marini, altra interprete di canzoni di protesta. La prima racconta il primo scontro violento tra gli studenti che occupano la facoltà di Architettura e le forze dell'ordine; la seconda, che si narra sia figlia di un racconto origliato in un bar del Quartiere Trieste di Roma, diventa il punto di contatto tra le rivendicazioni studentesche e quelle operaie. Questo suo impegno militante non lo porta però a un ruolo politico attivo, poiché le volte in cui si candida non viene eletto. L'ultimo suo lavoro discografico è del 2015 e si intitola Paolo e Rita (Marcotulli, ndr).

Così, solo un mese fa, il Premio Tenco ha motivato il riconoscimento che gli ha attribuito: "L’esuberanza e il fervore giovanile che all’età di vent’anni gli hanno ispirato Contessa hanno creato di lui l’immagine di un autore esclusivamente orientato a inni roboanti. Nulla di più lontano dalla sua vera vena poetica, costruita casomai sulla bonaria ironia e sul dubbio continuo in grado di rimettere in discussione ogni verità che si ritiene assoluta. Maestro del linguaggio dai virtuosismi verbali, inventore di immagini esotiche, eretiche ed erotiche, dispensa aneddoti e riflessioni danzando su sintassi musicali sapienti e, al contempo, di immediata presa, come si addice ai veri creatori di canzoni popolari".