Vasco Brondi, il paesaggio dopo la battaglia è una cosa spirituale

Musica

Fabrizio Basso

Dopo il primo album a suo nome, l'artista emiliano (per adozione geografica) presenta uno spettacolo inedito. Abbiamo visto il debutto a Carpi, il prossimo appuntamento sarà il 2 gennaio 2022 all’Auditorium Parco della Musica di Roma. LA RECENSIONE

Personaggi inquieti in cerca di pace. Un viaggio interiore dove candomblé, raga, madrigali, mantra, Bach e canti gregoriani incontrano Tagore, Luzi, CCCP, Afterhours, De André e, soprattutto quell'immensa opera umana che Paesaggio dopo la Battaglia. Vasco Brondi trasforma una serata in Una Cosa Spirituale. Quasi due ore di musica, letture, pensieri, poesia, fascinazione. Ad accompagnarlo in questo viaggio, organizzato da IMARTS International Music e Arts e Gibilterra, ci sono Andrea Faccioli alle chitarre, Daniela Savoldi al violoncello, Angelo Trabace al pianoforte e Niccolò Fornabaio alle percussioni. Tutto esaurito per il debutto il Teatro Comunale di Carpi, che come tanti luoghi che la pandemia e la politica hanno tenuto chiusi (troppo) a lungo deve togliersi un po' di ruggine. Coda infinita sotto la pioggia per entrare: è vero che la verifica del green pass rallenta l'accesso, ma visto il clima inclemente perché non fare attendere il pubblico nell'atrio, essendo ampio spazioso e accogliente, anzichè in piazza? E poi, ma è tipico di quasi tutti i teatri storici, ci sono alcuni palchi che, per la loro posizione, non possono ospitare quattro persone, chi è seduto dietro deve o stare in piedi o avere il collo della giraffa. Penso ai ristoranti: pagare un piatto uno, due euro in più non si nota, la stessa cifra per il coperto indispone. Che costa rinunciare a un pugno di scomode sedie in cambio di un euro in più a biglietto? Credo che l'incasso stesso ne trarrebbe agio.

Vasco Brondi e il suo gruppo a Carpi

Sono le 21 passate da un po' quando appaiono prima i musicisti e poi Vasco Brondi, di bianco vestito. Alle loro spalle un uomo d'Oriente a cuore aperto che ricorda Solimano il Magnifico. Una Cosa Spirituale comincia con Città Aperta e Mistica e entriamo in un universo "senza regole, con scritti terreni e ultraterreni, popolato da canzoni i cui protagonisti cercano la pace agitandosi". Ci ricorda, Vasco, citando Tiziano Terzani che "se Dio è morto in Occidente, in India ha ancora mille indirizzi". Ed è una suggestione bellissima. A proposito di India, ecco Bye Bye Bombay degli Afterhours cui segue Chakra. Sul fondo c'è una fotografia di Luigi Ghirri, le poesie di questo attimo portano la firma di Mario Luzi (A volte si tocca il punto fermo) e Mariangela Gualtieri (Ma adesso). La musica riparte con Il sentiero degli Dei e la struggente Madre dei CCCP e siamo nel momento in cui "posso fare corrispondere alla Natura i miei stati d'animo". E' un continuum di bellezza questa cosa spirituale, sento l'abbraccio della Smisurata Preghiera di Fabrizio De Andrè, quella che ci porta, vivaddio, sempre in direzione ostinata e contraria, e di Qui che "parla del mistero della vita e della morte. Ci invadono sonori Moscerini e il loro movimento si collega al Camminare di Henry David Thoreau e Non Voglio essere Migliore di Chandra Livia Candiani per poi tornare alla musica con Magic Shop e Una cosa Spirituale. Vasco Brondi ci assorbe, impossibile essergli costantemente al fianco perché i pensieri vagano sotto il peso di piccoli pesi dell'anima ed esplodono con Punk Sentimentale e con i versi di E' meglio quando non succede niente di Gilbert. La vita va colta in ogni suo attimo poiché siamo a termine con i nostri 26000 Giorni. Siamo verso la fine, il pubblico è silente e assorto, si gode la Chitarra Nera e poi il mantra lasciami qui, lasciami così, lasciami stare. Tra i poeti evocati ci sono stati anche Tagore, Rumi e Arminio e, direi, non solo. L'ultimo recitativo è Ciò in cui credo di J.G. Ballard e le ultime note sono quelle di Coprifuoco. Al momento è prevista solo un'altra serata di Una Cosa Spirituale, a Roma il 2 gennaio 2022, ma, come mi ha detto Vasco dopo il concerto, e concordo in toto, "un progettoo così, con qualche adattamento, potrebbe non avere mai fine".

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