Banadisa ci racconta le dieci canzoni che accompagnano la Suerte

Musica
Credit Sara Tosi
banadisa credit Sara Tosi

In questo viaggio musicale la cumbia elettronica incontra le rive del fiume Po, dando vita a una sperimentazione sonora che fonde ritmi e atmosfere del Sud America con la matrice cantautorale italiana. Questo è il progetto artistico di Diego Franchini, polesano classe 1990, viaggiatore e sperimentatore, che ha debuttato lo scorso giugno con la release dei brani “Riva del Rio” e “Vita” seguita da “2121", capitoli che hanno anticipato il suo lavoro discografico d’esordio uscito per La Tempesta

Questa selezione di brani è stata creata con la logica di tracciare a ritroso il percorso di ascolti che ho fatto per arrivare a concepire il mio disco d’esordio “Suerte”. La maggior parte di questi brani sono infatti datati in un lasso di tempo tra il 2015 e il 2020, coincidente proprio col periodo in cui ho scritto e lavorato al mio album. Non si tratta dunque di una playlist di guida alle “ultime uscite” ma una raccolta di alcune delle tantissime canzoni che reputo significative per me e per il mio percorso musicale di questi anni. Ho cercato di amalgamare e mescolare brani di folklore elettronico sudamericano con brani più cantautorali italiani. Partiamo con un mio brano, che tenta proprio di amalgamare in un’unica traccia queste due anime.
 

“Montaña negra” by BANADISA

Scelta difficile. Tra tutti i brani del mio album d’esordio “Suerte” ho scelto questo brano perché forse è quello che meglio riesce a restituire in un’unica traccia le varie sfumature che cerco di esprimere con il progetto Banadisa: cantautorato, elettronica, sonorità folkloriche, percussioni, cumbia, intreccio di cantato in italiano e castillano, in certi punti emerge persino una punta di pop.
 

“Villa Donde” by King Coya (Gaby Kerpel)
È il pezzo che mi ha fatto innamorare della cumbia. Io amo questo suono, così ancestrale ma allo stesso tempo così proiettato al futuro. La cumbia che ho nella testa suona esattamente così: lentissima, crudissima. Dopo aver ascoltato questo pezzo si è aperto un sentiero. “llalò” by Chancha Via Circuito. Attualmente è forse il mio artista sudamericano preferito. Un vero punto di riferimento che, secondo il mio

gusto, riesce meglio di altri a coniugare elettronica e folklore, e riesce pure a farti ballare! Magico. Sarebbe un sogno poterci collaborare.

“Parto dal Mar” by C+C Maxigross
I C+C Maxigross vengono un po’ da Verona e un po’ dalla Lessinia. Quindi siamo in Veneto. Sono senza dubbio uno dei miei gruppi preferiti, specialmente per l’approccio profondo, umano e senza compromessi che usano nel comporre i loro brani. Con i C+C Maxigross si respira aria fresca di montagna e aria di libertà. La stessa libertà creativa che ho cercato di prendermi nello scrivere i miei brani.

“Sanación” by Nicola Cruz

Altro grande artista di riferimento che abbiamo ascoltato spesso durante la produzione del mio album “Suerte”. In particolare, ricordo che io e Fed Nance (il produttore dell’album) lo ascoltammo per studiare un po’ l’utilizzo che fa lui delle chitarre classiche (in realtà più in generale degli strumenti acustici a corda), di come li interseca a certe sonorità e come le tratta a livello di mixaggio.

“Palafitta” by Iacampo

Col cantautore Iacampo siamo ancora in Veneto, dalle parti di Venezia questa volta. Palafitta è un pezzo pop, ma suona legnoso. La melodia è fatta da questo loop di chitarre classiche e acustiche dal suono rudimentale che poggiano su una serie di shaker e percussioni che stanno sullo sfondo: alla fine la canzone risulta essere una specie di mantra (aspetto sottolineato anche dal video del brano), ma torno a ripetere: suona dannatamente pop! In “Suerte” ho ricercato tantissimo questo forma di pop più naturale, più legata ad un aspetto di orecchiabilità che ai mega ritornelloni da cantare a squarciagola gonfi di vuoto e di niente.

“Voy pa allá” by Semblanzas del Rio Guapi

A questo tipo di sonorità e a questo gruppo ci sono arrivato alla fine della produzione di “Suerte”. È uno di quei progetti che vanno dritti al sodo: canti e percussioni, tutto molto crudo, tutto molto vero e sentimentalmente forte. Mi affascinano molto queste espressioni musicali così “minimali” così radicate nella cultura popolare locale. Anche grazie a queste influenze ho cominciato a interessarmi ad alcune ricerche etnomusicologiche fatte sui canti e sugli strumenti tradizionali in Polesine, la mia terra.

“Ed è quasi come essere felice” by Motta
Alcuni brani di Motta mi piacciono molto: questo è un quelli! La cosa che mi intriga di questo brano è sicuramente la struttura non convenzionale che ha e che conduce l’ascoltatore attraverso un sali-scendi di dinamiche molto intriganti. Anche io ho cercato di lavorare in questo senso sulle dinamiche e quindi sulle strutture dei brani che compongono “Suerte”.

“El Cavilante” by Dengue Dengue Dengue

Maestri dell’elettronica contemporanea, almeno per quello che è il mio personalissimo gusto… che di elettronica non me ne intendo troppo… ma tornando a parlare di suoni ruvidi non posso non citarli. Con Fed Nance in studio li ascoltavamo spesso per avere delle reference: molte bassline di “Suerte” sono ispirate proprio alle loro.

“Tanca” by Iosonouncane

Questo brano l’ho ascoltato in loop per non so quanto tempo. A Iosonouncane va dato il merito e la riconoscenza di essere stato uno dei primi artisti italiani ad aver avuto l’intuizione di spostare il cantautorato italiano su territori più sperimentali, e a tratti vagamente folklorici. Un miscuglio che ha funzionato alla perfezione, proiettando la musica italiana sulla scena internazionale, seppur cantata in

italiano (e questo lo trovo meraviglioso, oltre che giusto). Il futuro, secondo me, saranno le belle e sensate contaminazioni. Anch’io a mio modo ho cercato la mia

ricetta che mi piace definire così: “elettronica di legno, cumbia y surrealismo polesano”.

“Dux Tufo” by Pufuleti
Avanguardia coraggiosa o semplicemente sé stesso. Forse più la seconda. Pufuleti mi fa impazzire perché scrive delle cose in un linguaggio stranissimo, un quasi-italiano, però è completamente credibile. A me piace molto la lingua italiana pronunciata con una cadenza “estera”. Per esempio, Clara Andrés, la cantante che mi accompagna in studio e dal vivo, è spagnola, parla perfettamente italiano ma con accento spagnolo

e a me piace molto: è come se desse nuova vita alla lingua. E poi se dobbiamo parlare di suoni Pufuleti ha dei beat marcissimi, super lo-fi che fanno impazzire sia me che Fed Nance. In “Suerte” si trovano un sacco di parti a cui abbiamo dato questa pasta vinilosa, super lo-fi.

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