Duran Duran, c'è Future Past un album per il futuro della razza umana

Musica

Fabrizio Basso

Le leggende del pop hanno annunciato l'uscita del loro quindicesimo disco in studio, fuori in tutto il mondo il 22 ottobre 2021 per Tape Modern/Bmg. L'INTERVISTA

Un titolo evocativo, un titolo impropriamente palindromo che conferma orgogliose radici nella storia ma che gette un sasso nel mare del futuro. È Future Past ed è il nuovo album dei Duran Duran che uscirà contemporaneamente nel mondo il 22 ottobre 2021. Lo ho ascoltato in anteprima, e nei prossimi giorni vi racconterò il mio pensiero in una recensione, e ho incontrato, via zoom, Nick Rhodes, Simon Le Bon, Roger Taylor e John Taylor.

Partiamo da una introduzione generale.
Riteniamo che sia probabilmente il nostro disco più autoreferenziale, essendo molto personale, ma in qualche modo riflette e fa riflettere sulle cose del passato e guarda al futuro come abbiamo sempre cercato di fare con la musica.
Insomma un album sospeso tra ieri e domani.
Pensiamo che abbia un equilibrio tra la luce e l'oscurità che ovviamente riflette il modo in cui tutti stiamo  vivendo, riflette la quotidianità delle vite che viviamo.
È il momento giusto per farlo uscire?
Siamo super entusiasti di liberarlo in un momento difficile per tutti. Nel mondo, negli ultimi due anni, è benvenuto chiunque possa infondere nuova energia, sollevare lo spirito delle persone con qualcosa di creativo. Tutto questo si può ritenere una cosa positiva e dunque confidiamo in un lancio di questo disco in modo positivo.
Future Past al di là di quello che avete appena detto potrebbe fare pensare che non c'è futuro senza guardare al passato: quanto il passato influenza i Duran Duran?
In realtà sono due parole che si riferiscono proprio all'idea che ogni momento che vivi significa creare un momento che quando, nel futuro, guarderai indietro, rappresenterà il tuo passato.
Anniversary è una canzone elettrizzante: quando dite we are the song è un messaggio alla storia e alla velocità de web? Nel senso che il valore della musica si misura col tempo?
Una canzone può essere un anniversario, ricordare alle persone qualcosa. Pensa al confronto con Wild Boys, un terzo delle persone la abbina a Planet Earth, abbiamo sentito anche persone paragonarla a Hungry Like the Wolf. Noi rappresentiamo tutte queste cose diverse. E Anniversary suona decisamente come una versione moderna dei Duran Duran che hai conosciuto negli anni Ottanta.
Ma c'è anche un'altra prospettiva.
Certo! L'altra parte è ovviamente che guardiamo al futuro perché sappiamo di credere nel nostro futuro, crediamo nel futuro della musica e crediamo nel futuro della razza umana.

Avete iniziato a lavorare all'album alla fine del 2018, poi nel 2020 siete passati alla fase operativa: com'è stato registrare, lavorare e creare durante la pandemia?
Ci siamo presi una pausa e abbiamo lavorato circa 15 mesi prima del blocco e quando abbiamo ripreso sentivamo di aver completato la maggior parte dell'album. Lavoravamo sodo per far uscire l'album quell'estate, ma quando abbiamo chiuso lo studio e tutti siamo andati a casa abbiamo compreso che non sarebbe stato possibile. E per nove mesi circa siamo anche stati poco in contatto.
Quando vi siete ritrovati? 
Per la prima volta per registrare la canzone che abbiamo fatto per il tributo a David Bowie e pensiamo che questo ci abbia dato il tono per raggiungere un livello di serietà che abbiamo applicato per finire l'album in seguito.
Che intendete per livello di serietà?
Che probabilmente abbiamo lavorato di più e siamo contenti di averlo fatto. Siamo stati molto più concentrati negli ultimi cinque mesi di quest'anno, cui vanno aggiunti i 15 mesi precedenti.
Si percepisce un profondità nei testi, a livello sociale e umano.
È vero, il lavoro è stato più profondo in qualche modo. Sapevamo che le canzoni, la musica sono diventati ancora più importanti per la società in quanto erano un modo per scappare da quello che stava succedendo.
Ciò vi ha responsabilizzato ulteriormente.
Ci ha fatto sentire parte della storia, ci ha indotto a fare il nostro meglio e in maniere positiva. Ma considera anche che è passato molto tempo dalla chiusura dell'album all'uscita del 22 ottobre.
Commentate le collaborazioni?
In generale ti dico che siamo stati felicissimi quando abbiamo ottenuto esattamente quello che volevamo, abbiamo inviato i nostri brief e abbiamo ottenuto esattamente ciò che desideravamo e ne siamo rimasti così contenti.
Una sorpresa?
Di certo Graham Coxon, ma era con noi fin dall'inizio, quindi stava scrivendo il disco con noi ed è stato sorprendente che ci abbia spinto in un nuovo territorio. Ma la collaborazione più ci ha sorpreso è quella con Hammerhead, perché se è vero che avevamo in mente quello che volevamo è altrettanto vero che non avevamo idea di come sarebbe effettivamente suonato.
Non domentichiamo il mito di Giorgio Moroder.
È stato super eccitante lavorare con lui, uno con cui volevamo lavorare fin dall'inizio della nostra storia. È il grande maestro della musica da ballo e finalmente abbiamo lavorato con lui fondendo il suono dei Duran Duran con quello di Moroder: è stata una vera emozione e lui è così affascinante, così nitido e per noi è il ragazzo che ha cambiato per sempre la musica dance con la canzone I Feel Love, quindi è molto speciale.
Un motivo per ascoltare Future Past?
Quando siamo entrati in studio per la prima volta alla fine del 2018, ragionavamo su due o tre tracce per un EP . Quattro giorni dopo avevamo un nucleo di 25  canzoni forti, che meritavano tutte di essere sviluppate. In quel momento abbiamo capito che il lavoro sarebbe stato più lungo, ma questo era prima del Covid. Quindi eccoci nel 2021 con il nostro quindicesimo album in studio: musica dei Duran Duran con Graham Coxon, Lykke Li, Mike Garson, Erol Alkan, Mark Ronson, Giogio Moroder... Non stiamo dicendo che sia epico, ma beh... sì, lo diciamo!

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