Momenti di vita insieme come un menu colorato che, al posto delle foto di antipasti, primi e secondi, ha istantanee di momenti vissuti nel passato, stampati e numerati in ordine cronologico. Il video è introdotto da un testo esclusivo dell'artista
Nel videoclip del brano, che ha la regia di Beatrice Favaretto con Clementina Aliberti Peluso, Maziar Firouzi e Nicolò Festa, ho voluto ripercorrere il corso di una storia d’amore attraverso il menu di un ristorante; nello specifico, uno di quei menu fotografici che si trovano spesso nei ristoranti orientali. Immaginavo questo menu colorato che, al posto delle foto di antipasti, primi e secondi, avesse istantanee di momenti vissuti nel passato, stampati e numerati in ordine cronologico. Appena ho finito di scriverla, l’ho registrata chitarra e voce con l’Iphone e l’ho mandata a Marco Catani, che qualche tempo dopo l’ha prodotta (Il mastering è a cura di Salvatore Addeo) e trasformata nella ballad elettronica che è oggi.
Con Marco siamo amici da molti anni, ha sempre seguito da vicino il mio percorso ed è la prima persona con cui condivido quello che scrivo. Collaborare con persone che stimi e di cui ti fidi ciecamente è una delle parti più belle di tutto il processo. Devo dire che in questo sono stata fortunata due volte: poco tempo dopo, ho conosciuto Beatrice Favaretto (video artista e vincitrice dello Schermo dell’Arte Film Festival 2020); siamo diventate amiche e una sera le ho chiesto se le andasse di girare i videoclip del nuovo disco. Ha uno stile fortissimo, che emerge da tutti i suoi lavori; si percepisce che dietro quello che fa c’è una “visione”.
E poi mi piaceva l’idea che non avesse mai girato videoclip, che potesse portare un linguaggio diverso, con l’influenza di un altro mondo (quello della videoarte contemporanea), che ha codici lontanissimi da quelli del video musicale. Per questo, quando le ho chiesto di girare “Tempura Nostalgia”, le ho detto di farne quello che voleva. L’unica cosa che ho suggerito è stata la location del video: uno dei miei ristoranti cinesi preferiti, a Torpignattara (un quartiere multietnico di Roma).
La regista ha accolto subito la proposta, abbiamo prenotato un tavolo e il weekend dopo eravamo lì a girare. Nel video si respira esattamente l’atmosfera del pezzo. Non è per niente scontato, anzi. Credo che sia una delle sfide più grandi per chi gira videoclip. Siamo partite dalla domanda “esistono sapori in grado di portarci indietro nel tempo?” Per Proust, ad esempio, era una madeleine. Nel mio video sono ravioli al vapore, riso bianco e pollo con le verdure. E così, accade che tra i fumi e i vapori di un ristorante orientale si apra un varco verso una realtà parallela, che appartiene al passato o forse solo all’immaginazione. Un brano dedicato a chi, ogni tanto, cerca il sapore agro-dolce del passato per il gusto di scottarsi un po’, come con il cuore bollente di un raviolo al vapore.