Alborosie senza paura in missione For The Culture

Musica

Fabrizio Basso

Il nuovo album dell'artista italiano ma da anni residente in Giamaica tocca temi quali le radici, la fratellanza, la corruzione. E nei prossimi mesi, dopo vent'anni, tornerà con due singoli in italiano

Un anno e mezzo a casa per Alborosie è un evento incredibile. Lui che è abituato a fare circa 200 concerti l'anno si è rtrovato a vivere in studio. Ne è nato un album, For The Culture, e brani per futuri progetti, compresi due in italiano che dovrebbero uscire entro fine anno. Lo ho raggiunto al telefono nella sua casa in Giamaica per commentare quanto la musica e le parole entrino nella cultura. E come.

Partiamo da quando è nato l’album e quando il covid lo ha condizionato?

Avendo lo studio in casa, ci ho lavorato tra caffè e pantofole: questa comodità aiuta la situazione. Avessi dovuto guidare per raggiungere uno studio la situazione sarebbe stata più complessa. Ho sempre fatto concerti, circa 200 date l’anno, e stavolta, per la prima volta, non c’è stata alcuna interruzione nella lavorazione del disco. Avevo ritmi così estenuanti che stare fermo un anno e mezzo è stato fantastico ma ora inizio a essere scalpitante, ho voglia di viaggiare.
Perché gli artisti hanno così tanta paura a usare la parola cultura?
La hanno soprattutto in questo periodo storico dove i social condizionano l’esistenza e dunque devono uscire dalla scatola e ibridarsi; la cultura riporta alle radici. A maggior ragione parlarne oggi è coraggioso: ti faccio un esempio, la Trap non è più Hip Hop bensì un ibrido ma se sei assorbito da una particolare cultura e non ti apri resti in una scatoletta scomoda.
Ti senti in direzione ostinata e contraria a insistere sull’analogico?
Sono in uno svantaggio, sono la trattoria di famiglia contro il cibo costruito in serie. Per costruire un pezzo mi serve più tempo perché lo faccio da solo e dunque le tempistiche si allungano. Poi mi scontro col mondo fast and furious. Io parlo anche di spiritualità, politica e temi sociali e questo spesso ti taglia fuori perché non hai like. E’ più difficile ma diventi ancora più unico. Le cose belle si cercano non ti piovono addosso.
Unprecedented Time parla della vittoria sulla pandemia, anche se ancora non c’è, ma anche di altre vittorie: cosa temi di più?
Siamo tutti diventati dei mostri e sogno di sbagliarmi. Vorrei che questo mondo non sia così orribile come appare. Oggi sono tutti opinionisti, il potere del commento è il bullismo del futuro. Mi spaventa. Ha portato in superficie tutta la bruttezza di spirito che tutti abbiamo ma c’è chi scarica così le proprie frustrazioni.
Un altro tema poco trattato è la fratellanza che tu canti in Out of the Darkness.
Non si comprano più né chitarre né si studia la batteria ma si comprano i laptop. Ci sono segnali che dovremmo preservare come cultura umana. La fratellanza ci serve perché viviamo tutti qua. Se arrivano gli extraterrestri l’unica arma che abbiamo è riconoscerci uguali. Non abbiamo ancora capito che dovremmo essere più in pace con noi stessi e con gli altri.
Soddisfatto della classe politica giamaicana?
Siamo nel terzo mondo, la corruzione è ovunque. Qui li conosco tutti perché il paese è piccolo e capisco le dinamiche. Nel Sud Italia succede come qui, da Roma in su è uguale ma in modo più delicato. La Giamaica viene da una storia di schiavitù dunque li perdono su certe cose ma in Italia quelle stesse cose non sono perdonabili. Dovremmo essere un esempio e invece qui i politici a volte sono meglio dei nostri.
Viviamo in un mondo di imbroglioni? Di Ginal?
Purtroppo sì, alla fine l’interesse è più grande del dovere. La politica è come un bordello: non importa chi voti ma entri in un mondo con le sue regole. Noi lo chiamiamo Babylon System.
Hai fatto un feat con Danti: come è andata?
E’ un caro amico come con tutti quelli cui collaboro. Stimo tutti, tutto è una lezione e io le cose le faccio naturalmente. So che il brano sta andando bene e sono contento.
E tu, musica nuova?
Ho pronti due singoli in italiano, dopo vent’anni ho voglia di ricostruire un legame con la mia terra natia. Voglio superare il concetto dell’ignorante perché ignora. Spero che escano per fine anno.
Roots significa radici: oggi hanno ancora un valore?
Sono il meno indicato per questa domanda. Sono old school anche se mi muovo nel nuovo mondo. Non sono un nazionalista per cui ho le radici non come patria. Riconosco ovviamente le cose belle dell’Italia.
Se non erro citi Cristoforo Colombo in una tua canzone: che si pensa di lui in Giamaica?
E’ una domanda complessa. L’America centrale e il Sud America lo vedono come un criminale. Da piccoli vedevamo la serie Hazzard e sulla macchina sventolava la bandiera dei Confederati che è un simbolo razzista, rappresentava chi voleva mantenere la schiavitù. Oggi si buttano giù i monumenti. Colombo ha sterminato i nativi che ha trovato con i suoi complici spagnoli. Dicono che è un colonizzatore assassino e che è sbagliato che si celebri il Colombus Day. Io ti dico che noi leggiamo quello che è scritto sui libri ma non è passato sulla nostra pelle, ce lo raccontano.
Che accadrà in estate?
La prevedo noiosissima, ancora con la restrizione del coprifuoco. Vorrei dire che sto per partire per le Canarie e invece sono a casa a fare musica! Di buon c’è che ho tanto di quel materiale che per i prossimi cinque anni potrei non andare in studio.

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