Il Canzoniere Grecanico Salentino allinea la sua Meridiana

Musica

Fabrizio Basso

Come la meridiana segna il passaggio del sole a mezzogiorno, questo album è il racconto del rapporto col tempo. L'INTERVISTA  a Mauro Durante

Una sinestesia di voci dal colore antico. Tamburi di ogni forma, materia e misura, battono il tempo come un cuore pulsante. Violini psichedelici e struggenti, organetto, corde pizzicate e fiati si intrecciano a synthbass, loop e suoni elettronici tessendo una trama unica e ammaliante che odora di Mediterraneo. È Meridiana, il nuovo disco del Canzoniere Grecanico Salentino coprodotto da Mauro Durante e Justin Adams uscito per Ponderosa. Il 28 agosto uscirà in cd e vinile. Ne ho parlato con Mauro Durante.

Come è nato il disco e quanto il lockdown lo ha frenato o arricchito?
Entrambe le cose perché è una riflessione del nostro rapporto col tempo. Ci siamo interrogati su quello che facciamo, noi prendiamo il passato e lo traduciamo per il presente. Abbiamo arricchito le nostre esperienze con delle letture. Il lavoro parte da una sessione condivisa a un isolamento totale, da una parte ci ha bloccati ma dall’altra ha intensificato il rapporto col tempo.
A proposito di Balla Nina non hai la sensazione che le generazioni siano sempre più distanti e scollegate?
L'incomunicabilità cresce ma la linea di eredità non è materiale bensì filosofica, quello che trasmette attraverso la vita e va di generazione in generazione. Vale anche per l'aspetto affettivo. È una rappresentazione del cerchio della vita, è l'eterno ritorno di Nietsche. Il danzare è un inno a vivere e la vita che diventa tutt’uno con la donna che descrive il parto.
Credi che la musica abbia il potere di Orfeo? Non è una venditrice di illusioni?
Tante illusioni sono andate distrutte ma noi ci crediamo ancora. Pensare che la musica diventi risolutiva è utopistico ma resta necessaria. Va portata avanti.
Il fatto che da un po’ di anni la pizzica sia diventata mainstream per voi è motivo di orgoglio o l’eccessiva commercializzazione l’ha privata del suo aspetto magico?
Magari fosse mainstream, significherebbe una forte identità culturale di un territorio che permette di riconoscersi anche a chi viene da luoghi diversi. La popolarità è un'arma a doppio taglio, vicino alla quantità c’è la qualità. Trovo positivo l’impatto della gente che vuole avvicinarsi per ballare, è un modo di esprimersi e venire a contatto. La crescita della Notte della Taranta è importante per la cultura e la comunità.
Li sittaturu è l’incipit di una possibile violenza: le donne sono ancora schiave di una società troppo patriarcale?
E’ evidente ma sia chiaro il brano non parla di uno stalking ma il problema c’è. Il brano era nel nostro primo album del 1977 ma nasce prima. Sono tematiche che sicuramente vanno affrontate con attenzione. Servirebbe una società equa e attenta.
Quale era la tua ninna nanna preferita?
Il brano salentino Aremu che in grecanico vuol dire chissà; me la cantava mia madre.
Vulìa è un canto universale. Si sta facendo abbastanza per tutelare l’ambiente? Il punto di partenza della canzone è l’Ilva?
C’entra l’Ilva che è nel testo ma pure gli ulivi che scompaiono, il paesaggio che cambia nel Salento e in Puglia abbiamo un tasso tumori tra i più alti d’Europa. Si fa pochissimo per l’ambiente e per bloccarne la distruzione. Siamo noi che ci ammaliamo e paghiamo la non cura, dobbiamo farlo per noi perché un giorno il pianeta resterà e noi saremo estinti.
Perché la ripresa di Quannu cammini tie?
La dichiarazione d’amore più bella che io conosco. Era del 1977. L’elogio della camminata e difetti persona amata sospende il tempo e ci si ferma nell’incanto.
Nel mondo del Tic Tac ti senti un naufrago oppure sai come girare in favore di venti multitasking?
Tutte e due. A volte sono un naufrago per il peso delle aspettative, viviamo nella società della perfomance. Quando ho vicine le persone care navigo con più agio ed equilibrio. Questa società è impegnativa, la velocità richiesta è enorme e il tempo per l’otium sta scomparendo e spesso è considerato sbagliato. Bisogna dare importanza al momento del distacco tra lavoro e privato anche se nel mio caso coincide con la passione per la musica e praticamente non stacco mai.
Alla fine dell’album la meridiana è nella giusta direzione?
All’interno del racconto sì, dopo la speculazione sul rapporto del tempo nella morte, nella vita, nella società della performace, a indicarci la giusta via sono gli affetti e il tempo che ci serve per arrivare a loro. Meridiana riallinea questa ricerca del tempo.
Progetti per l’estate?
Facciamo una decina di date europee sperando che non ci siano troppe limitazioni. Ad agosto suoneremo in Puglia e in autunno giriamo l’Italia. Siamo precari ma felici e tenaci.

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