Modena City Ramblers, un viaggio infinito narrato da Franco D'Aniello

Musica

Fabrizio Basso

Il mondo raccontato attraverso i tour e le esperienze dei MCR. Franco D'Aniello, storico componente della band emiliana, ha raccolto i suoi ricordi nel libro Le storie, i viaggi, la musica dei Modena City Ramblers. Che vivranno una estate in tour

Non è successo una sola volta ma più e più volte. Nomadi nell’anima i Modena City Ramblers il mondo lo hanno girato diffondendo la loro idea di musica impegnata e militante, ma capaci anche di farci perdere in ballad amorose. Modena resta in luogo del cuore, loro oggi sono sparpagliati per la pianura, dalla “bassa” partono per i loro concerti. Franco D’Aniello, storico musicista della band con una vocazione speciale per il flauto, ha raccolto il peregrinare per il periplo dei MCR nel libro E alla meta arriviamo cantando. Le storie, i viaggi, la musica dei Modena City Ramblers (La nave di Teseo +).


Franco come è nato questo progetto?
L’idea è semplice ed è venuta estemporanea. Mi piace scrivere, è capitato che al ritorno dai nostri tour qualche giornale mi abbia commissionato articoli che raccontavano l’esperienza. Ci aggiungo che scrivo a prescindere, anche brevi cose. Durante i mesi della pandemia ho messo a posto vecchie videocassette, sai in certi momenti si cerca nelle cose vecchie l’ottimismo per futuro. Ho realizzato di avere fatto molti viaggi e ho iniziato a raccontarli: sia chiaro non è una biografia anche se in alcuni momenti lo diventa. Nel libro ci sono trent’anni di viaggi e un po’ della mia vita personale. Flussi di parole spontanei.
Sei anche un lettore?
Eccome. Mi piacciono molto i libri di viaggi. E i romanzi che parlano di luoghi lontani e di chi li popola. Amo la letteratura sudamericana perché fa immaginare luoghi e umanità. E anche fantascienza per i mondi lontani che descrive.
E’ stato facile scrivere o hai dovuto fare un ripasso?
Li ricordavo tutti abbastanza bene. Ho una brutta memoria per nomi e testi, non potrei fare il cantante. Ma ho una grande memoria fotografica, amo viaggiare, sono sempre molto concentrato su quello che mi circonda. Ho spesso con me macchina fotografica e cinepresa. Mi ricordavo davvero tante cose. Alcune cose poi le ho ricercate come alcuni passaggi anche personali ma ricchi di sensazioni. Dal tipo di scrittura si legge la spontaneità, ha un approccio diaristico pur non essendo un diario.
Quelli più emozionanti?
Il primo è stato a Cuba, abbiamo suonato prima di capodanno in occasione di un incontro di solidarietà Itala-Cuba. Eravamo all’Avana. Poi quelli nel deserto del Sahara tra profughi Saharawi e l’altro nel Chiapas, un viaggio molto lungo, siamo stati via tre settimane; questo forse è stato il più facile da scrivere perché mi ero fatto un diario di viaggio per non confondere i giorni. Ma ogni viaggio lascia tante cose, è difficile sceglierne uno.
E’ la tua prima opera letteraria?
Sì, non ci avevo mai pensato anche se da tanto tempo l’idea in testa c’era. La mia compagna mi ha spinto così come Massimo (Ghiacchi, altro membro dei MCR, ndr).
Ne arriveranno altri?
Ora sono concentrato sui live perché quella è la nostra vita. Il libro è una parentesi che mi ha lasciato la voglia di scrivere ma non so ancora cosa. Quando ho chiuso il libro, quando ho scritto l’ultima parola ho capito quanto mi era piaciuto. Se venisse l’idea ci ragionerei. Considera che questo in due giorni lo ho pensato, proposto e tutto si è concretizzato.
Per te e i MCR sarà una estate in tour.
L’attività sta ripartendo abbastanza bene anche se non con le tante date e la grande gente del passato. Ma sono certo che togliere la mascherina darà una bella botta di adrenalina. Stiamo finalmente avendo un calendario e con gioia ti dico che torniamo al Sud.

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