Giaime, il rapper presenta il suo nuovo album intitolato "Figlio maschio"

Musica

Fabrizio Basso

giaime

Artista da oltre 200 milioni di stream, dopo aver raggiunto il Disco di Platino con “Mi ami o no” e “Fiori”, aver pubblicato l’EP “Mula” conquistando con il singolo “Parola” il Disco d’Oro, pubblica il suo nuovo album di inediti che vede le collaborazioni di Chadia Rodriguez, Guè Pequeno, Jake La Furia, Nashley e Rose Villain. Contiene anche “Quando” in rotazione radiofonica da venerdì. L'INTERVISTA

Un percorso iniziato ad agosto 2020 e concluso sette mesi dopo: Figlio maschio rappresenta l'essenza di Giaime grazie (anche) a un titolo che vuole riflettere la sua condizione personale, in quanto unico figlio maschio dei genitori, e che non

vuole riferirsi a discorsi di genere o sesso a livello sociale ma essere uno specchio della sua esperienza. Composto da 14 brani, di cui 13 inediti, Figlio Maschio alterna generi e mood diversi, che accompagnano l’ascoltatore in un percorso fra pezzi più conscious, con sonorità a metà tra il pianoforte classico e la trap, passando per brani più pop e fresh, fino a toccare il reggaeton, il punk-pop e il rap.

E' nato il figlio unico, finalmente!
Lo considero il mio disco ufficiale dove ho spaziato col sound e toccato note e generi che prima mai avevo approfondito. E’ un disco rap in toto, ma con produzioni anche reggaeton e una punk rock. Ci sono 14 tracce, il fan medio da tre anni usufruiva di una canzone alla volta, questa è una svolta molto importante. C’è l’esigenza di accontentare noi stessi sperando di accontentare tutti. I featuring sono con Nashley, Guè Pequeno, Jake La Furia, Rose Villain e Chadia Rodriguez.
Non è da tutti ospitare due rapper donne.
C'è poca attenzione verso di loro. Io credo che musicalmente potessero fare la differenza, il loro approccio ai testi può anche cambiare il mio modo di lavorare.
Hai trovato difficoltà nello spaziare nei generi?

Mamma (Scusa Se) è un pezzo che si avvicina al punk rock, ha sonorità diverse dalle mie. Mi ha messo alla prova ma è stato divertente, quasi più facile scrivere qui che sui beat sui quali sono abituato. In generale non ho trovato molte difficoltà anche perché ogni traccia è stata vissuta anche per mesi. Wonderful parte ad aprile 2020 e finisce a gennaio 2021.
Questo album cosa rappresenta per te?
E’ un punto di partenza, svolterà il metodo di lavoro, i piani e le intenzioni. Fino a ieri si ragionava per singoli, ora entreremo in una andatura un po’ più classica.
Sono tutte tracce inedite.
Mettere qualcosa di già pubblicato era da pigro, uno spreco. Qui c’è una visione di me come artista vicino a chi sono oggi.
E' un disco che ami.
Eccome. Non ne parleremmo se non rappresentasse quello che voglio pubblicare. 
Torniamo a Rose Villain e Chadia Rodriguez, alle donne.
Sono stato cresciuto da mamma, nonna e zia, la donna nella mia vita è sempre stata una presenza naturale. Provo un attaccamento alla figura femminile, non sono un mammone ma un romanticone sì e dunque mi piace parlare delle mie relazioni con le donne, dalle più lievi a quelle più serie. Da etero mi piace tirarle in mezzo nei testi e mi interessa che le ragazze possano ballare la mia musica. La musica è sfogo e piacere. Ogni volta che si parla di donne si teme di dire cose sbagliate ma io non ho la coda di paglia, in ogni pezzo c’è un riferimento. Smettiamola di giudicare quello che dicono, solo allora il rap femminile avrà speranza.
Collabori con Big Joe.
Ha sempre fatto basi rap e lo ho scelto perché da tempo volevo collaborare con lui.
Ti senti un rapper di strada?
Sono cresciuto in piazza. Quando cresci a Milano incontri tante persone, è il concetto dell’agorà greco. Non incontri magari laureati ma neanche solo criminali. Ho la rap-credibility, non so se ho la street-credibility ma quella in Italia la hanno in pochi.
Quando hai deciso che la tua musica sarebbe diventata il tuo lavoro?
Non ho un episodio specifico ma la musica è lavoro e dunque diventa professione quando ti mantiene anche se non diventi ricco, che è altro.
Consigli per un giovane?
Trovare un amico e fare musica. Investire tempo, energie e se ci sono anche soldi.
Cosa succederà nelle prossime settimane, a parte i tre instore annunciati?
Finché non arrivano conferme non facciamo programmi. Se ci saranno date ti dico che il dj è fondamentale e saremo in quattro sul palco.
Quando è il brano "abruzzese": quando sei legato alle tue origini?
Lo hanno prodotto The Ceasars che sono di Pescara come me, una figata pazzesca. Loro vivono a Los Angeles. E' stato emozionante ritrovare all’Abruzzo in un pezzo reggateton. Poi ho la famiglia che vive lì. Di altri nomi viene in mente Leslie che è una rapper.
Cosa resta della poetica del Muretto di Milano? Lo frequentavi? Mancano i luoghi di aggregazione.
Lo ho frequentato pochissimo e sempre con Lazza, lui era più assiduo. Ma mai ho partecipato a quello storico dei Club Dogo. La gente oggi preferisce andare in studio, ma il Muretto è figo perché li si è formata una scuola. I luoghi di aggregazione si possono trovare, i giovani escono, si vedono, vanno a ballare, sanno dove darsi appuntamento.
Tu hai credibilità: è difficile essere veri in un mondo dove tutti parlano di quello che non sanno?
E' una questione di sicurezza in se stessi, oggi purtroppo lo scoop è la cosa estrema, quella che fa scalpore. E' meno interessante dire ho letto un libro e ho cambiato idea. Ma nel tempo porta i suoi risultati.
Amico come stai è il mio brano preferito: come è nato e perché in quello che forse è, inseme a Motorino e Mamma (scusa se), il brano più intimo hai sentito la necessità di citare Bassi Maestro e i Club Dogo?
Sono stato cresciuto da quella generazione di rapper, nella scrittura ho pensato alle loro Foto di Gruppo e Richiamami domani. Mi piace citare altri rapper nei pezzi come avviene in America. E' un sottolineare che vengo da quella roba là.
Lo hai ancora il motorino?
Certo, giro ancora ancora col motorino, un vecchio Scarabeo blu cui ho voluto dedicare una canzone. Un giorno lo metterò in una teca!

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