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Sergio Cammariere e il suo viaggio sereno e fantastico col Piano Nudo

Musica

Fabrizio Basso

Daniele Ciprì

Diciotto brani solo pianoforte. L’album dell'artista crotonese è il secondo da solo al piano senza voce e raccoglie canzoni in stile modern jazz. L'INTERVISTA

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Sergio Cammariere fa confluire il suo pianismo ricercato in Piano Nudo, il suo secondo album senza parole dopo Piano del 2017. L'artista calabrese spoglia la musica dei vocaboli, alterna melodie e momenti di improvvisazione, trascinando l’ascoltatore in un viaggio senza tempo nel suo mondo sognante.

Cosa ti ha convinto a tornare al piano solo e come è nato l’album?
Nel 2017 ho pubblicato il primo disco di solo piano e alcune erano composizioni per il cinema che sono entrate in vari film e cortometraggi. Ti dico solo che con Dodici Minuti di Pioggia abbiamo vinto 21 Festival con un film in animazione. Quando ho consegnato il master di Piano ho subito iniziato a elaborare Piano Nudo. Contiene mprovvisazioni, canzoni lasciate e poi riprese finché alla terza, quarta versione è uscita la finale.
Apri il disco con La Rotta degli Alisei che sono venti costanti eppure gli elementi di improvvisazione sono più da tramontana, imprevedibili: gettiamo in mare la bussola?
Nella mia vita ho avuto la fortuna di navigare e questo brano era liberatorio, sta in una griglia armonica molto diffusa e la mano mi ricorda la barca in navigazione. La barchetta di carta all'inizio del video richiama il parallelismo. Gli alisei magari non sono favorevoli ma hanno un bel nome. E' l'unico pezzo modale del disco. Gli altri sono più liberi.
E’ stato emotivamente difficile suonare per onorare Carlo Delle Piane?
E’ nata casualmente. Cercavo un titolo per quella musica. Mi ha contattato la moglie di Carlo con la quale avevo un rapporto epistolare. Alla sua morte mi ha mandato delle foto e io ho montato quelle immagini sulla mia musica.
I migranti sono una costante della tua musica: Lampedusa è speranza o il segno che nulla cambia?
Viviamo nell’era del caos. La speranza è la fede, è quelle luci lontane viste dai migranti quando si avvicinano alle rive dell nostre coste. Ci sarà una forza salvifica che porge segni all’umanità. Viviamo una piccola involuzione rispetto a un secolo fa ma anche agli Sessanta ma bisogna vedere il futuro con speranza. Lampedusa si accomuna a L'Ultima voce prima del silenzio che è una supplica, è gospel e blues mentre Lampedusa è più aperta e va verso confini inesplorati. Tornerò presto alle canzoni perché sento questa necessità: ci stiamo allontanando dalla musica mentre dovremmo tornare alle sue origini, la musica strumentale fa vibrare di più. Mancano i riferimenti alle masse, alle nuove generazioni, siamo al recupero del terreno perduto. Dopo Gorni Kramer, Bruno Canfora e Pippo Caruso abbiamo perso il senso della musica.
Il Bar Bogart a Firenze esiste ancora?
Esisteva fino a un certo periodo ora forse c'è un negozio di scarpe. Sono in contatto con Mario Lecci, che ra il mio socio di allora, e che ora è un antiquario e diplomato in pianoforte. Le persone della quali parlo nel mio libro le sento ancora.
Adeus nunca mais per chi è?
Diventerà anche un brano con le parole e il titolo sarà Sempre con te, è un tango in sei quarti. Ha una impronta pianistica che porta in mondi andalusi e latini. Il titolo lo ho studiato con Gaetano Savatteri.
Quale è lo scherzo del gatto? Sei un gattaro?
Convivo con un gatto nero che mi ascolta mentre suono, o io ascolto io e lui mi osserva.
E’ insolita una lettera alla madre senza parole: quanto contano i non detti?
Contano soprattutto con chi non è più possibile comunicare. L'Alzheimer ha colpito un parente stretto e vedere quella incomunicabilità fa soffrire. Vanno ricordate queste persone quando i rapporti si snaturano. Facciamo musica per queste persone. La musica è un viaggio nei sogni, nella fantasia, nella pace e nella serenità.
L'Elfo viene dalla mitologia germanica, il folletto da quella britannica: perché lì hai uniti in una composizione? Con la tua musica hai sconfitto la Brexit?
Non a caso questi signori della nuova Inghilterra si sono vaccinati prima di noi e sono più liberi eppure noi siamo stati colpiti per primi. Si è ribellato l’ecosistema perché si è stufato degli esperimenti sui bovini che mangiano cose chimiche. La ribellione è arrivata da un pipistrello.
E’ la pandemia ad avere spento le luci del luna park?
Eravamo in Marocco quando è nato quel brano e il titolo me lo ha dato la mia compagna.
Durante la creazione dell’album hai ritrovato del tempo che credevi andato?
Di più durante la stesura del libro poiché ho rivisto la mia vita fino al 2003. Ho un archivio di video girati ogni giorno dal 1990 di tutto quello che mi è accaduto. Ci gioco col tempo quando vado a montare, talvolta è quasi bello come la musica.
Che accadrà in estate?
I concerti ripartono. Uscirò col quintetto, in trio con una sfumatura più jazz e anche da solo. A seconda delle circostanze ci saranno brani di piano solo e i miei classici con differenti equilibri.