TY1 ci porta in un luogo futuristicamente esotico, la sua Djungle

Musica

Fabrizio Basso

L'album dell'artista campano, conosciuto come uno dei migliori Dj nonchè uno dei maggiori Producer della scena rap italiana contiene 14 brani con i featuring di 24 artisti. Esce per Thaurus

Già il titolo è un viaggio in un luogo misterioso, la Djungle, per l'appunto. Si origina dal film di Quentin Tarantino, è un nome che TY1 ha pensato anni fa: "Vengo da una città piccola che è Salerno e ho iniziato quando l'Hip Hop non era mainstream né percepito in modo professionale. Tranne pochi casi era tutto underground. Con i cantanti che sono nel disco ci siamo conosciuti sui social, Djungle il disco del covid nato tra instagram, facetime". Sono 24 i featuring: Marracash, Paky, Guè Pequeno, Massimo Pericolo, Pretty Solero, Myss Keta, Noyz Narcos, VillaBanks, Ernia, Capo Plaza, Jake La Furia, Speranza, Taxi B, Rkomi, Ketama126, Samurai Jay e Geolier. Ma la cosa più originale è come è stato aperto il sipario sui nomi: "Li ho annunciati tramite un bambino con indosso una maglietta di calcio, perché è la prima cosa che fai almeno nella cultura italiana: il bambino ha il logo sui capelli, c'è una periferia di sfondo ed è popolata da animali che rappresentano la giungla come rivalsa, sono quasi fantasy, senza elementi negativi. Inoltre per ogni rapper coinvolto c’è la geolocalizzazione del quartiere".


Le canzoni sono nate a getto, TY1 ha costruito le parti strumentali e poi ci ha messo un cantante "agendo come fossi un sarto. Ho dato a loro lo strumentale, al massimo ne ho mandato due, sapevo che la musica era giusta per quel cantante. E’ un suono street, c’è tanto groove, ci sono suoni della giungla. Ringrazio tutti perché ognuno ha lavorato come fosse il suo disco. Qualcuno ci ha messo più tempo, forse i ragazzini avedo meno impegni sono stati più rapidi. E’ un disco di canzoni non è una compilation". Questa tipologia di lavoro valorizza il lavoro dle produttore: "Di solito viene visto dieto un artista e invece è la chiave, fornisce la direzione artistica. Prendiamo i grandissimi: Timbaland, Dottor Dre, Pharrell, Daft Punk...c’è la firma su ogni cosa che creano. Dunque deve esserci il mio nome su quello che faccio".

 

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