Giulio Wilson e la bella vita di Storie Vere Tra Alberi e Gatti

Musica

Fabrizio Basso

giulio wilson

È un album di storie reali, di racconti di vita fuori dal tempo, che si lasciano “sfogliare” come fossero capitoli di un romanzo. Tante le collaborazioni presenti nell’album: Roy Paci, Inti Illimani, i Musici di Francesco Guccini e la scrittrice e saggista Sandra Landi

E' un album dallo stile ricercato, unico e coraggioso Storie vere tra alberi e gatti di Giulio Wilson, musicista e vignaiolo, poeta e uomo terragno. L'album contiene tredici brani con altrettante storie di vita fuori dal tempo, che si lasciano ascoltare e sfogliare come fossero capitoli di un romanzo, narrazione di vicende dei giorni passati e di quelli presenti. Tante, e speciali, le collaborazioni presenti nel disco: gli Inti Illimani in Vale la pena; Roy Paci in Finale all’italiana; i Musici di Francesco Guccini in Romanzo epistolare; la scrittrice e saggista Sandra Landi in Ottavia.

Partiamo dalla storia dell’album e da questo titolo quasi sepulvediano.

In effetti dentro c'è un po’ di Cile; in realtà quando pensavo al nome del disco non sapevo cosa mettere, poi sono stato in Cile ha registrare Vale la pena e gli Inti Illimani hanno un romanticismo speciale nel mettere nelle canzoni cose quasi nerudiane, tipo le rondini. Ogni canzone ha una tematica legata alla nostalgia e vira più sul passato che sul futuro.
Che vino c’è nelle tue botti di castagno?
Antichi vitigni autoctoni, ho fatto un lavoro con l’Università di Firenze. Si coltivavano prima della mezzadria, venivano usati per dare il vino ai padroni. Non danno tanta quantità di uva e per questo sono stati abbandonati con l’avvento dell’industria enologica. Sono vini artigianali come le mie canzoni. Il disco è fatto tutto in analogico con strumenti classici tipo violoncello e pianoforte per non dare una scadenza. Spesso i suoni tecnologici danno un limite temorale, se ci pensi negli anni Novanta ci sembravo vecchi gli anni Ottanta.
Botti di castagno, assi di ciliegio…dove germoglia la tua creatività?
Mi ispiro a chi vive in campagna perché ha un contatto diretto con clima, orari, profumi, col sentire in estate i rumori della notte, cose ancestrali che creano l'alchimia tra uomo e natura.
L'esistenza si sente in ogni verso, ma la resistenza dove si annida?
Quello con gli Inti Illimani è identificativo e ha una forma di resistenza già nel testo. Quando affronto temi monotematici tipo i gatti, i ricordi, l’albero, il gelataio di Budapest o il cane Fido sono tutti argomenti che racchiudono una storia: chi è sensibile ci trova chiavi di lettura per interpretare il futuro. Mi esprimo per metafore.
Perché i ricordi arrivano sempre in ritardo e quando meno te lo aspetti?
Entrano in casa e fanno quello che gli pare. Non si possono controllare e li condividi solo con chi li ha vissuti. Altrimenti resta superficiale se non ci sei dentro. Sono magici perché nulla può riproporre le sensazioni vissute, sono nostre e per questo quasi indescrivibili. A volte si nascondono e ci rimugini e quando li trovi ti rapiscono: pensi a una persona e poi un’altra…il ricordo si spera ci renda migliori. Mi ispiro molto alla nostalgia quando scrivo una canzone.
Vaniglia, crema e cioccolato: i tuoi gusti preferiti?
Assolutamente no, nessuno dei tre! Sono ella canzone per una questione di metrica. Ne ho provato altri di gusti ma non funzionavano.
Quale è il tuo sogno attuale sopra una stella cadente?
Essere sempre più a mio agio in questo mondo strano in cui viviamo. Mi piacerebbe si limassero le contraddizioni, trovare equilibri più equi e meritocratici. Vorrei che il buon senso prevalesse su tutto. So che è un sogno utopico ma non irraggiungibile. Perché cambiare se si è raggiunta l’eccellenza? Sono un conservatore. Penso alla generazione dei ventenni negli anni Sessanta, sono uscite grandi menti e teste in tutti i campi che poi si sono perse.
Di Zeno meglio la coscienza o la conoscenza?
La coscienza.
Il lockdown ci ha costretto alla tecnologia per non restare soli: col ritorno della normalità ci lasceremo alle spalle anche il disamore?
Spero che tutto quello che abbiamo lasciato prenda il sopravvento, meglio una altalena in un prato che un divano davanti alla televisione. Dipenderà anche dalla velocità con cui si sblocca la situazione, se accadrà velocemente sarà un cambio netto.
La primavera che aspetta l’Italia dopo quella di Praga arriverà mai?
Si respira già in Italia ma ha combinato pasticci, penso al gelo della primavera che ha danneggiato i raccolti. Sono fiducioso del futuro, ho anche tanta fiducia nelle nuove generazioni. Ho due figli e faccio analisi sociologica con i loro compagni: il più grande ne ha 8 anni e lui e i suoi amichetti leggono. Sono in una buona direzione.
L’amore dei nostri difetti…quale è il tuo più grande?
Essere molto severo con me stesso. Lo sono meno con gli altri.
Tua nonna è l’Italia di Romanzo epistolare. Oggi sarebbe felice di esserlo o cambierebbe romanzo?
Penso di no. Ogni generazione è molto legata alla sua epoca, per questo penso di no, ognuno deve vivere il suo tempo. C’è un tempo per ridere, uno per piangere e uno per non trovarsi più bene sulla terra a un certo punto della vita.
Meglio soli nel Midwest o soli nel Chiantishire?
Nel Chianti. Quello è stato un viaggio dove non avevo le mie radici.
Che succederà nelle prossime settimane?
Ho appena fatto un concerto in Francia sperimentando il mio live con video-proiezioni. Sono avvilito perché non si sa che accadrà. Per me che sono poco conosciuto è un percorso in salita suonare ma quando accade la gente rimane soddisfatta. Per ogni canzone c’è un video d’arte con proiezioni in 3D fatte al computer oppure con immagini dell’Istituo Luce. Farò un viaggio track by track e le suonerò live. Penso che ne pubblicherò una al mese: voglio trattarle bene e con i tempi giusti Le Storie vere tra Alberi e Gatti.

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