Valori, amore e vita sono i tre temi portanti dell'album. E per la prima volta nella storia della band c'è un brano dedicato ad Augusto Daolio, Il Segno Del Fuoriclasse
Leggere il tempo, essere contemporanei senza tradire le origini. E' questa la cifra stilustica dei Nomadi che tornano con un nuovo album di inediti il cui titolo è l'essenza di quello che ognuno di noi dovrebbe essere, Solo esseri umani (il primo per BMG). Valori, Amore e Vita sono i temi di un album ricco di sfaccettature, che analizza il tempo che cambia e il senso di collettività della società; il peso che hanno queste tre parole che sono il segno distintivo dello stile di vita dei Nomadi. Ho viaggiato tra le canzoni di Solo essere umani insieme al loro nocchiero Beppe Carletti.
Beppe, partiamo dalla storia del disco.
Anni e anni fa dicevo che un gruppo deve fare un po’ di tutto, soprattutto chi come noi non è mai stato di moda, e lo dico con orgoglio. Solo esseri umani nasce in un momento particolare per il mondo ed è giusto che sia musicalmente e stilisticamente contaminato. Il bello è che le contaminazioni sono nate spontaneamente, non son studiate. Alcune canzoni esistevano da un po' ma in forma molto grezza, poi ci abbiamo messo mano e stando tutto il giorno in sala di registrazione, dove stavamo bene, c’era armonia, hanno preso forma. Lo stare insieme ha influito molto sui colori dati alle canzoni, ci siamo divertiti.
Ogni cosa che vivrai termina con il verso vorrei guardarti ancora un po’: cosa vorresti guardare?
E’ dedicata al proprio figlio, Yuri Cilloni (la voce dei Nomadi, ndr) ci ha messo del suo nel testo, l'ha dedicata a suo figlio di quattro anni. E' toccante quella nota grave di pianoforte che ti lascia l’amaro in bocca.
La tua gente è rassegnata… a cosa deve affidarsi per sperare?
E’ un brano ironico, "fidati di me che poi ti frego" è l'essenza. C’è una sfumatura che quasi ride Yuri cantandola. Ha una sua logica ben chiara. Non siamo mai stati condizionati dalla scelta delle canzoni, a volte escono cose belle altre no e questo è un sorriso beffardo.
E tu provaci ancora una volta anche se a nessuno importa… c’è tutto lo spirito nomade in questa frase.
Siamo un esempio in questo, siamo partiti da un’idea. Cambiano le persone ma l‘idea va avanti e quindi tutti possono essere parte dei Nomadi. Non è una canzoncina d’amore anche se lo sembra. Ogni canzone ha un equilibrio e in un abbraccio ci sono tutti questi elementi, compreso un abbraccio alla vita.
Il segno del fuoriclasse è struggente: la dedica è chiara.
Dopo 28 anni ci voleva una canzone che parlava apertamente di lui. Ciò detto sono parole universali.
C’eri anche tu è un messaggio contro tutte le valigie di cartone che attraversano i mari?
Ai primi del Novecento ci si andava in America per fuggire dalla miseria e guardavi il mare pensando che non volevi morire. Mi mette tristezza e melanconia ma non bisogna fuggire dall'idea che che le cose possano cambiare. Ci sono canzoni che solo noi possiamo cantare. A me non interessa essere alla moda ma cantare quello che amo cantare.
In Dalla parte del cuore parli di fede e coraggio: cosa rappresentano oggi?
Già il coraggio delle idee è importante. La fede è credere che esista qualcosa al di fuori di noi. Ci tenevo alla triade valori, amore e vita. Nulla è lasciato al caso.
Il tuo quaderno di appunti e parole nella stanza della memoria è in ordine o è anarchico?
Non ho uno schema mentale rigido, sono disordinato ma ci salto sempre fuori. Mai ho tenuto un diario, è tutto dentro il mio cuore.
In Dalla parte del cuore più volte torna il concetto di piazza: oggi che valore ha?
Per me è la cosa più bella, mi mancano quelle dei piccoli paesi dove c’è tanto amore per le radici. Forse perché ci sono nato. A Novellara e nelle mie zone mi salutano perché sono Beppe e basta. Il paese è la mia vita, tutti i membri dei Nomadi sono nati nei paesi. E’ una nostra caratteristica.
Ci sono una collaborazione con Enzo Iacchetti, che tutti conosciamo, e con Chiara Bertoni: chi è?
Volevo una donna che duettasse con Yuri in Soffio Celeste, serviva un filo di voce. Chiara è una ragazza che studia canto, è di un paese delle colline modenesi: come ti ho detto essere paesani è la nostra forza.
Progetti live?
Ne ho tanti sottomano ma aspetto a firmare i contratti che le regole siano più chiare. Comunque partiremo ai primi di giugno. Ma ti assicuro che la mente è sempre viaggio.