Maria Antonietta ci accompagna in un viaggio nella Sacra Bellezza

Musica

Fabrizio Basso

Protagonisti della prima stagione di 6 episodi sono i santi e le loro reliquie.  A fare da filo conduttore alle storie è l'artista marchigiana. Appuntamento da giovedì 22 aprile su Sky Arte (canali 120 e 400) alle 21.15 (disponibile anche on demand e in streaming su NOW). L'INTERVISTA

Sacra bellezza – Storie di Santi e Reliquie è la nuova Sky Original realizzata da Ballandi che racconta l'affascinante mondo dell'arte sacra e dei suoi capolavori senza tempo, in onda da giovedì 22 aprile su Sky Arte (canali 120 e 400) alle 21.15 e disponibile anche on demand e in streaming su NOW. E grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, per i clienti da più di 3 anni le serie è disponibile già da oggi on demand nella sezione extra. Il filo del racconto è tenuto dalla cantautrice Maria Antonietta, all'amagrafe Letizia Cesarini, appassionata, oltre che di musica, di arte e storia che con la sua cifra eclettica, e insieme empatica, accompagna il pubblico nel tortuoso corso dei secoli in cui il culto delle reliquie, rappresentazione fisica e tangibile della relazione tra l’umano e il divino, ha riscosso un enorme successo.  

Letizia, come nasce la tua passione per l‘arte medievale?
E' da anni una mia grande passione ma il punto zero è stata l’infanzia poiché ho dei genitori appassionati di arte medievale; ci aggiungo che mio padre dipinge icone sacre e dunque studia approfonditamente l'aspetto tecnico di quell'arte. Ho trascorso molto tempo tra abbazie, musei diocesani, cicli di affreschi e dunque quel mondo o lo odi o lo ami. Per me è diventato amore e poi ho iniziato a studiarlo. Sono appassionata di teologia e mi sono avvicinata a un ragionamento religioso in senso stretto grazie alla frequentazione fisica con quei luoghi.
C'è una figura che ami particolarmente?
Giovanna d’Arco è la mia eroina assoluta e ti confesso che sono stata particolarmente felice quando, alcuni anni in occasione di un tour europeo, rientrando in Italia da Parigi siamo passati a 30 chilometri da Domrémy, dove è nata, e dai suoi luoghi, una una campagna desolata. E' stato naturale deviare e visitarli.
Il tuo rapporto con la Fede?
Sono credente. Il mio è un rapporto di ricerca, nella mia percezione penso che avere fede equivalga ad avere dubbi e farsi domande. In me è viva e mi pongo molte domande. Dapprima ne sono rimasta affascinata e poi attraverso l’arte sono arrivata a dimensione più religiosa. E’ un cammino.
C’è un santo cui sei devota, oltre Giovanna d’Arco?
Lei resta un esempio lampante di forza rispetto alla sua vocazione. Tutti nella vita hanno una vocazione e la cosa più difficile è realizzarla dopo averla capita e non è semplice. Per me lei è stata un grande sprone, ho apprezzato la sua spavalderia. Poi c'è Santa Caterina da Siena che mi affascina per la forza del suo percorso: era una fanciulla del popolo senza accesso a all'istruzione e osteggiata dai genitori per le sue scelte, lei voleva tra le persone e non in clausura. Impara da sola a leggere e scrivere, ha una corrispondenza epistolare col Papa. E' stata la prima donna Dottore della Chiesa.
Ti emoziona il corpo di Terenzio di Pesaro, tua città natale?
Non ho mai vissuto questo rapporto nello specifico. Poi ci siamo trasferiti a Senigallia e da lì sono entrata nel mio percoso di Fede e teologico. Ciò detto il duomo di Pesaro è bellissimo.

Come si può capire se una reliquia è vera?
Non c’è una indagine scientifica. In una puntata con Guio Barbujani, attraverso il suo libro, affrontiamo il tema delle spoglie di San Luca. Si può dire che le spoglie risalgono a quel periodo, che proviene dalla Siria ma è davvero San Luca? Io dico che non è fondamentale la certezza che sia il vero corpo ma dico che anche un oggetto come una reliquia diventa importante quando stimola il pensiero, è l’energia spirituale che trasmette a essere importante. Il senso ultimo non è inchinarsi davanti al frammento ma alla bellezza di una vita e avvicnarsi a Dio tramite l'esempio di altre persone e la sua comunione e condivisione con gli altri.
Tra quelle che hai potuto vedere di persona quali reliquie ti hanno tolto il fiato?
Un luogo in cui mi sono imbattuta anni fa, ed è raccontato in una puntata di Sacra Bellezza, è la cripta di San Nicola a Bari dove c’è la manna, il liquido che stilla dalle ossa. Lui viene da tutt’altro luogo, non è un santo italiano. Ebbene quel luogo mi ha lasciato senza parole. Ero a Bari per un concerto e di solito cerco di approfittarne per visitare le città. Come una pazza mi sono immersa in Bari Vecchia e sono scesa in quella cripta illuminata da migliaia di candele. Per altro lui è venerato anche dalla Chiesa ortodossa: era emozionante vedere due culti davanti a uno stesso santo.
Fossi vissuta nel Medioevo saresti santa più santa o eretica?
Mi sarei mossa sul crinale tra le due esperienze. Sarei stata una mistica un po’ beghina, di quelle che vanno esplorando la spiritualità.
Parliamo di musica. Le ultime tue due cose tangibili sono del 2018: l'album Deluderti e il libro Sette ragazze imperdonabili. Ora che accade?
Sto lavorando a un nuovo album, ho scritto parecchie canzoni, sono molto contenta e propositiva nonostante il momento. All’inizio la creatività si era annichilita, poi ho elaborato il momento è ora sto lavorando al nuovo album, spero di fare uscire un paio di brani entro fine anno.
Per altro nel 2022 compie 10 anni Maria Antonietta: ci saranno festeggiamenti?
Non ho un buon rapporto con il tempo. Mi sembra tutto accaduto ieri e invece ni ricordi che sono già trascorsi dieci anni. Soo contenta del mio percorso variegato, strambo, ho fatto cose diverse. Sono sempre proiettata nel futuro e se penso al passato guardo a quello degli altri non al mio.

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