Scritto insieme a Lorenzo Cantarini, questo singolo anticipa l'uscita di un nuovo importante progetto discografico, il suo quarto disco, che verrà pubblicato a nove anni di distanza dal suo ultimo album. Progetto realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea. L'INTERVISTA |
Ci sono artisti che percepisci nell'aria anche quando la loro musica è spenta. Significa che negli anni hanno lavorato bene, lasciato un seme che germoglia a prescindere dalle parole e dalle note. Questo è Pierdavide Carone. E la bontà della mia tesi è testimoniata dal fatto che ha una infinità di fan che lo seguono ogni giorno. Consideriamo che un suo album manca da nove anni eppure la sua presenza è forte, potente. Col singolo Buonanotte ci spinge verso un nuovo progetto.
Pierdavide partiamo dalla storia di questo singolo?
Questa canzone come biglietto da visita la avrei scelta a prescindere dai nove anni di assenza. Non so se rappresenta il resto del disco. Mi piace molto l’energia che si è creata. Ero a casa di Lorenzo Cantarini a fare le prove con i Dear Jack e la ho scritta in un momento di pausa. Lui mi ha osservato poi si è seduto e la ha finita con me. E’ una canzone nata fortunata, magica. Sono contento che anticipi l'album che verrà, che per altro conterrà pure Caramelle e Forza e Coraggio: inconspevolmente lo svelo da due anni il nuovo album.
Amore fa rima con errore e non più con cuore?
Sole, cuore e amore sono uno stereotipo dunque ci ho messo la luna e l’errore. E’ un corto circuito, sei su una linea retta, poi arriva un persona si infila nel cuore e non hai difese. Ma ne vale la pena anche se poi diventa dolore.
Buonanotte è una parola di un’altra epoca?
Non sono nostalgico, mi piace andare avanti. Ma ci sono eleganze che in questa contemporaneità si sono perse, a partire dal linguaggio: tutti parlano come mangiano e infatti mangiano molto male, come canta Brunori.
Perché l’umanità è sempre in fuga?
Pensa di fuggire dalle cose brutte che si crea da sola, ma fugge anche da quelle belle. Chiudi con una storia che faceva stare bene e poi capisci che prima era meglio, col tempo si disinnesca ma serve quella calma interiore che ti porti ad apprezzare anche la calma piatta.
Cosa resta oggi di una canzone Pop?
Restano i ricordi. Ascoltandolo oggi riconosco che sia acerbo come deve essere l'album di un ventunenne. Ma ci riconosco canzoni che erano importanti per farmi capire che potevo scrivere, che non era un hobby. Di Notte era sintomo di un talento grezzo, io ho avuto un exploit iniziale che andava oltre le capacità dell’epoca. All'iniio mi ci è voluto poco tempo molto di più poi per consolidarmi.
Con Caramelle hai scoperchiato il vaso di pandora della pedofilia: secondo oggi si fa abbastanza?
Non si fa abbastanza. Quel brano, condiviso con i Dear Jack, ci ha portato in contenitori extra musicali, in tessuti sociali che da fuori non conoscevamo. Tutto è politica anche i baluardi dell’anti-pedofilia sono faziosi, nessuno di loro è un mostro sia chiaro ma entri in competitività di chi risolve meglio il problema e si perde di vista l’obiettivo. E’ una piaga sociale e non ha colore, è un abuso e come tale va combattuto, perseguito e illustrato senza fini politici.
Forza e Coraggio è stato un brano liberatorio: con Buonanotte da cosa ti liberi?
Dopo diverse canzoni esorcistiche questa è una canzone che respira prima di parlare. Le altre sono più in apnea. Questa parte da un addio ma cerca di trasformarlo in un arrivederci.
Oggi è purtroppo troppa la gente che pensa senza pensare.
Nella canzone c'è la flagranza di pensiero. Parafrasando Lucio Dalla quando in studio non ero performante, mi diceva: pensi troppo e lo fai pure male. Ora capisco di più il valore di quelle parole. Sui social tutto è criticato e giudicato: il diritto di replica a tutti i costi diventa anarchia di replica.
Cosa puoi anticiparmi del nuovo album?
Ho lo studio in casa, ho finito di registrarlo, mancano mixaggio e master. L’idea è di tornare entro l’estate.
Che farai nelle prossime settimane?
Intanto voglio vedere come nuota Buonanotte nel mare della musica, lo seguo come fosse un figlio. Sarebbe importante tornare a un minimo di normalità, abbiamo bisogno di tornare a vivere, consci però che non vivere non è non morire. L'auspicio è portarlo in giro. Prima che uscisse lo ho suonato al Teatro Filodrammatici di Treviglio con un dispendio di risorse importante ed è stata una operazione ammirevole, però non basta, è il momento che la categoria venga sostenuta. Forza e Coraggio ha avuto una promozione con le ciabatte mi auguro, auguro a tutti coloro che escono con dei progetti di poterli raccontare con le scarpe buone.