Il brano poggia su un minimale riff di chitarra, dove la voce dell'artista e i cori di Samantha Stella (autrice della foto), si appoggiano a un tappeto di organo e violino ad accentuare il lato più oscuro e drammatico di una spiritualità combattuta tra infelicità terrena e necessità di estremo e fatale abbandono, in questo caso nelle mani della vergine Maria. Il video è introdotto da un testo originale dell'autore
“Mary of Silence” è il terzo singolo tratto dal mio album “Tales of Faith and Lunacy” e anche il terzo video tratto dal cortometraggio omonimo diretto da Samantha Stella. L’album, un viaggio cinematografico e al contempo interiore tra fede, passione e follia romantica, condensa sonorità vicine ad un certo folk americano e influenze gotiche mitteleuropee. Su un minimale riff di chitarra, la mia voce e i cori di Stella, si
appoggiano ad un tappeto di organo e violino ad accentuare il lato più oscuro e drammatico di una spiritualità combattuta tra infelicità terrena e necessità di estremo e fatale abbandono, in questo caso nelle mani della vergine Maria. Il cortometraggio combina elementi paesaggistici western, immagini girate in due
ghost town californiane, con elementi iconografici della cultura religiosa europea a tessere una psichedelia sonora ed estetica algida e cupa. Prodotto in Italia da Matt Bordin e pubblicato nell’autunno del 2020 in vinile, CD e cassetta rispettivamente per l’etichetta berlinese Nasoni Records e le italiane BloodRock Records e Anacortes Records, “Tales of Faith and Lunacy” ha raccolto ottimi consensi in numerose riviste
italiane ed internazionali, incluse testate specialistiche per il songwriting come American Songwriter (USA) e Americana UK, e di culto per sonorità scure come Post-Punk.com (USA).
L’album è stato menzionato da molti giornalisti italiani tra le migliori uscite discografiche del 2020, e al contempo è stato definito come il frutto del “cantautore italiano tra i meno italiani in circolazione” per via delle influenze sia nel mio stile che
nell’estetica delle visioni che mi accompagnano, che possono essere trovate nel suono malato di Nick Cave, nella malinconia di Johnny Cash, nella follia di Nico, nell'oscurità di "The Turin Horse" di Béla Tarr, nei territori desertici di "Paris, Texas" di Wim Wenders, nello spirito sciamanico di "Dead Man" di Jim Jarmusch e nei visionari paesaggi di confine di Cormac McCarthy. Del resto l’America è stata sempre molto presente anche nel mio album di debutto “Love In A Dying World” prodotto a Los Angeles da Joe Cardamone (ex The Icarus Line e attuale collaboratore di Mark Lanegan) e pubblicato nel 2018 per il collettivo artistico di LA American Primitive.
Per l’occasione Samantha Stella aveva confezionato un film sperimentale girato nei
deserti californiani e presentato in anteprima all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e in versione integrale in numerosi musei e gallerie d’arte italiani. Dopo l’ultimo tour in UK del febbraio 2020, terminato a ridosso della pandemia, spero di poter presto presentare le mie canzoni in dimensione live sia in Italia che
all’estero. Nel frattempo un concerto è previsto come opening nell’ambito di una bellissima rassegna culturale italiana nel prossimo autunno, coadiuvato da un’installazione sonora e video di Samantha Stella.