Sanremo 2021, Gio Evan con Arnica porta la poesia e il cantautorato all'Ariston

Musica

Fabrizio Basso



Per la prima volta in gara al Festival, il brano in gara è parte del nuovo album "Mareducato" in uscita il prossimo 12 marzo su etichetta Polydor/Universal Music. Inoltre il 16 marzo sarà pubblicato anche il suo nuovo libro di poesie "Ci siamo fatti mare" edito da Rizzoli

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Un esordio atteso, figlio di un percorso attento e in costante crescita. Gio Evan arriva per la prima volta in gara al 71° Festival di Sanremo col brano Arnica scritto

dall’autore e prodotto da Katoo. La canzone è una panacea per curare i mali dell'anima.


Come ti stai preparando all'appuntamento con Sanremo?

Faccio le prove in un bosco e uso una penna al posto del microfono.

I tuoi viaggi sono sempre stati grandi protagonisti delle tue poesie e della tua musica, com’è nato Arnica?
Ero a Genga che stavo facendo un’arrampicata e a un certo punto trovo una mono-presa, io metto il dito su questo ditale ma scivolo e cado, però il dito rimane incastrato lì. Mentre aspettavo i soccorsi mi è arrivata l’ispirazione e ho iniziato a scrivere Arnica. Generalmente io scrivo i brani solo con la chitarra in mano, ma con il dito rotto non riuscivo allora ho comprato una tastiera e mi sono fatto insegnare così da poter scrivere quel brano.
E quel piano ti ha portato a Sanremo.
Non avrei mai pensato di arrivare al Festival, soprattutto con una canzone che non nasce dalla chitarra. Le mie priorità sono spirituali e sono altre, ma la mia squadra ha visto in Arnica una forza unica e ha pensato di provarci: alle volte bisogna fare cose anche per gli altri.

Parlami del tuo rapporto con il mare.

Ho vissuto gli ultimi due anni della mia vita a dieci minuti dal mare, ora che non l’ho più vicino mi manca. Il mare d’inverno ti mette a nudo. Andavo al mare come se fosse una scuola, con il mio taccuino. Il mare ti dà una nuova educazione.

Cosa rappresenta per te la cover che hai scelto di portare Sanremo?

Ho scelto Gli Anni degli 883 perché rappresenta le mie urla d’infanzia: Max Pezzali è stato un guru per la mia generazione. Voglio ringraziarlo per aver raccontato la mia giovinezza con i suoi brani e tra tutte le canzoni degli 883 Gli Anni mi ricordava un po’ presuntuosamente il ritornello di Arnica. Certo, Arnica è molto più nostalgica e mi sono immaginato Max che arriva e dice “tranquillo siamo qui noi”.

Rappresenti la poesia a Sanremo: la poesia al festival è possibile?

Sinceramente non lo so. Ma ti dico che è già stata fatta in passato, non servono

per forza i ritornelli e le musiche super esplosive.

Com’è nata la copertina dell’album?

Volevo fare questa cosa senza senso di portare un acquario vicino al mare, che si vedesse il mare sullo sfondo. Io sono il pesce dentro all’acquario ma anche il pesce fuor d’acqua che vorrebbe andare al mare ma è nell’acquario. A oggi penso che non si posso parlare di mare senza parlare di plastica o di inquinamento.

Come vivi questo problema ambientale?

Credo che andremo sempre migliorando, io sono positivo, non sono uno di quelli che sostiene che gli umani si meritino l’estinzione, credo che ci illumineremo un giorno: questi sono i piccoli passi iniziali. In Italia si arriva sempre un po' tardi. Tutti lo stiamo capendo piano piano. Dovremmo iniziare a consumare molto di meno per far si che le grandi aziende producano meno, il compito è sempre nostro, il popolo può essere più intelligente dell’azienda che ha il solo fine di monetizzare. Siamo noi che dobbiamo fare il primo passo.

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La scelta di unire disco e libro come è nata?

Da un taccuino grande dove io scrivo: poi alcune cose le metto da una parte altre da un'altra. Quando ho le parole giuste prendo la chitarra e faccio un po’ di jazz vocale.

Poi lavoro sulle parole, quelle che stanno bene le lascio, altre le sposto. Posso però dirti che la musica è più anarchica nell'uso dei vocaboli.

Cosa rappresenta la poesia per te?
E' il mio momento di preghiera, di raccolta, la musica è giocosità e allegria.

Tra le tante immagini rievocate nel ritornello ce n'è una che ti rappresenta?

Certo: così esile che la tormenta Mi confonde con un panno steso al vento. Mi emoziona molto, sento di raccontare bene la mia poca virilità.
Che ne pensi di un Sanremo con così tanti giovani?

Qua ci sono i numeri, veniamo tutti da sold out. Finalmente lo hanno capito, la musica è questa, fatta dai giovani, è inutile che vai a riproporre persone che non hanno più pubblico. Penso che sia una presa di consapevolezza da parte degli organizzatori. Amadeus è avanguardista, c’è un cambio di pelle e mi fa piacere esserne parte.

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