Il Tre libera le Ali per chi cerca il suo posto nella vita

Musica

Fabrizio Basso

L'album di esordio dell'artista romano tratta temi di ordinaria quotidianità, contiene 15 brani e ospita importanti collaborazioni: da Clementino a Emis Killa, a Mostra, Nayt e Vegas Jones. L'INTERVISTA 

Guardarsi attorno e raccontare il mondo che ci circonda, che frequentiamo tutti i giorni e spesso senza accorgerci di ciò che accade. Umanità dallo sguardo lungo ma con miopia quotidiana. Ed  è proprio il quotidiano a essere centrale in Ali, l'atteso album di debutto del giovane artista romano Il Tre.

Guido perché hai scelto di chiamarti Il Tre?
E' un numero ricorrente nella mia vita ed è il numero nella mia famiglia.
La sensazione è che per scrivere tu debba essere in condizioni estreme, tipo scrivere a 40 gradi quando tutti sono al mare.
Scrivo in molteplici situazioni, sia in confort zone che in estreme, dove però ammetto che sono nate la maggior parte delle mie canzoni. Alcune arrivano anche da sessioni all’estero o a Milano in studio.
Ora cammini senza voltarti indietro?
In realtà ci guardo ogni tanto per ricordarmi la strada che ho percorso e da dove vengo.
Come lo immagini un mondo senza regole?
Una sorta di anarchia come si vede nei film anche se nel pezzo è solo un mood.
Sogni ancora su Roma? Credi che esserci cresciuto avrebbe cambiato molto la tua vita?
Mi reputo fortunato a essere cresciuto ai Castelli Romani perché mi tiene più a contatto con la realtà; e comunque più che il posto ti formano le persone. Luogo e compagnia fanno la differenza.
Io non sono come te…ma molti ragazzini vorrebbero essere come te: come la mettiamo?
Sono punti di vista, nel brano faccio il paaragone tra la mia generazione (è nato nel 1997, ndr) e quella di adesso e ci sono dieci anni distanza: me la prendo con le cattive abitudini che oggi risultano quasi normali. Il resto, cioè essere un esempo, è una gioia e una soddisfazione.
Confondi ancora il mare con il cielo? Quale è il blu che preferisci?
Il cielo, non amo il mare. I tramonti guardando verso l'alto mi affascinano di più di quelli guardando l'orizzonte.
So guardare dove gli altri non sanno neanche pensare: ti riferisci alla tua generazione?
Parlo di un po’ di tutte le generazioni. Mi reputo una persona capace di guardare oltre determinati aspetti, dove molti non sanno pensare. E’ un privilegio.
Il senso di un titolo come Beethoven?
Nasce dal fatto che compare nella canzone e all’inizio c’è  la sua Sonata. Poi è curioso il parallelismo tra il nome di un compositore e un pezzo che è un po' spaccone. Il contrasto mi piace.
Cosa ti ha tolto la vita…amico mio?
Mi ha tolto la possibilità di potermi esprimere in maniera non sempre spontanea. Col successo devi anche guardarti da chi ti sta affianco: molti ci sono non perché ti vogliono bene ma opportunismo.
In Fight parli delle battaglie che hai perso ma quel che conta è vincere la guerra: sei sulla buona strada?
Assolutamente sì, ho intrapreso un buon percorso e ora devo mantenere la credibilità con gli altri artisti e coi fan.
Esiste ancora un sogno chiamato America o oggi il sogno è altrove? Hai imparato il bon ton?
Non lo ho imparato. Esiste sempre una aspirazione all’America. Da qui nasce il titolo del brano.
Te lo dicono ancora Guido non fare cazzate?
Tutti i giorni e io rispondo…come no!
Molti tuoi pezzi hanno un inizio dolce, penso a Fight e Beethoven ma anche Farfalla e America: è un gioco a spiazzare?
Mi piace pensare che la canzone sia un film che nasce piano e cresce in corso d’opera, sviuppando un effetto cinematico. La considero una mia caratteristica.
Vivi ancora a Santa Maria della Mole?
Non ho la minima intenzione di cambiare luogo. Ci staro per molto!
Lo hai trovato il tuo posto nel mondo?
Già trovato a 13, 14 anni quando ho scelto questa strada, difficoltà comprese!
E sei fiero della vita che ti sei scelto?
A oggi molto, all'inizio era più complicato perché non arrvavano i risulati, ora c’è un riscontro in quello che faccio.
Come promuoverai Ali?
Sia con dei live streaming, sia già vendendo i biglietti per concerti che farò il prossimo 11 dicembre al Fabrique di Milano e poi a Roma il 18 all’Atlantico.  Sarà uno spettacolo speciale perché sperimenterò un nuovo metodo di live e allo show si aggiungerà una band poiché i miei brani sono suonati. Sono veri come quello che raccontano!

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