Grazia Di Michele, tra "Voci x Patrick" e un pensiero alla Madre Terra

Musica

Fabrizio Basso

L'artista romana è tra i protagonisti dell'evento in programma lunedì 8 febbraio per sensabilizzare sul caso di Zaki, da tre anni detenuto in Egitto. Sono oltre 140 le figure del mondo dell'arte che hanno aderito. E poi è da poco uscita con un singolo che sublima l'amore per il Creato. L'INTERVISTA

Ci sono date che fanno male. Una di queste è quella del 7 febbraio quando cade il primo anniversario dell’arresto di Patrick Zaki. In quell’occasione Amnesty International Italia, MEI - Meeting delle Etichette Indipendenti Voci per la Libertà organizzano “Voci X Patrick - Maratona musicale per chiedere la liberazione di Patrick Zaki”, un evento in streaming per chiedere l'immediato rilascio dello studente egiziano, che è detenuto in carcere come prigioniero di coscienza a causa del suo lavoro per i diritti umani e per le sue opinioni politiche espresse sui social media. Sono oltre 140 gli artisti che hanno aderito. Tra questi Grazia Di Michele con la quale ho parlato dell'importanza dell'evento ma anche del suo singolo Madre Terra (Mama Dunia), un toccante mantra ecologista, e dei tanti altri progetti che ruotano intono alla sua vita.

Grazia partiamo dal concerto per Patrick Zaki: come e quando sei stata coinvolta?
Mi hanno invitata via mail e ho subito aderito, non mi interessa sapere chi c'era. Quando si può e dove si può è giusto essere presenti.
Che pensi della situazione?
Drammatica, non si capiscono gli estremi. Aveva raccontato la repressione dell’omofobia che lì è considerato un reato. Aveva parlato di violazione dei diritti umani e civili. Da tre anni è sospesoo in un limbo e sapendo cosa è accaduto a Giulio Regeni non si può stare tranquilli. Chissà quante sparizioni avvengono che noi non sappiamo. Uno degli elementi è che ha documentato sono gli atteggiamenti omofobi, credo sia questo che creato questa situazione.

Siete oltre 140 ad avere aderito a Voci x Patrick.
E’ bello vedere la musica che si mobilita in maniera così massiccia, soprattutto in un periodo così difficile. Siamo 140 persone che stanno vicine per una causa importante. Io vengo dai movimenti studenteschi, dagli anni 70, dal femminismo, tutte cose che sono difficili da spiegare a un figlio di 25 anni.
Un gesto forte considerato anche il momento duro per la musica.
Per tutti gli artisti è in un momento difficile. Ragionavo proprio nei giorni scorsi con Rossana Casale e Mariella Nava (con le quale condividi un progetto, ndr) che lo stop del nostro tour a causa del covid (tutto sul coronavirus) ha bloccato 15 famiglie da un anno, avevamo un sacco di date e abbiamo perso tutto.
Quale sarà il tuo contributo a Voci x Patrick?
Canterò Io sono una finestra con la quale andai al Festival di Sanremo con Platinette, è un brano sul pregiudizio.
Come nasce Madre Terra?
Non l'ho pensato come un brano da promozionare, ho letto un libro regalatomi da Nicola, un amico. Conoscevo già San Francesco e il suo amore per il creato. Il monaco Thích Nhất Hạ è una guida spirituale tra le più importanti nel mondo, vive in Francia, ed è stato nominato per il Nobel per la Pace nel 1967 da Martin Luther King. Ti faccio un esempio: se non provi amore per gli uccelli, dunque se sei un cacciatore non abbasserai mai il fucile. Serve una componente d’amore forte  come quella del figlio per la madre generosa.
C'è così poco amore?
L'amore per la terra si è perso o è dato per scontato. La nostra sopravvivenza è legata alla terra con la quale siamo legati simbioticamente. Quella di San Francesco era una povertà che è frugalità.
Fosse vivo oggi come agirebbe?
Direbbe di ricorrere allo sfruttamento minimo delle risorse per la sopravvivenza e di perseguire il rispetto per il ciclo della natura. L’uomo cerca di rendere eterni plastica e metallo e la natura non sopporta la sopraffazione e si ribella perché le persone cercano di arricchirsi. Molti che hanno un disagio non capiscono che il bisogno spirituale viene prima della medicina. Per me Madre Terra è un esercizio spirituale al punto che si è legata all’Ave Maria.
Mi puoi raccontare la simbologia della cover?
E' stata disegnata dall'artista visionario italo-colombiano Francesco Pariset. Ha trovato questa donna in Amazzonia che rappresenta la generosità della terra e della madre. Poi ci sono degli animali ma anche simboli strani perché nell’arte sciamanica si trovano simboli astrali e immagini della natura perché fa parte del creato.
Secondo te siamo ancora in tempo per salvare il pianeta?
Ci vorrebbe la rivoluzione spirituale. Se individualmente ognuno pensasse a quello che deve o non deve fare e poi ci fosse una presa di coscienza collettiva ma sono scettica: risolviamo la questione del virus e poi gettiamo i bicchieri di plastica per strada... Si è in tempo solo attraverso una grossa presa di coscienza che deve esserci anche a livelli altissimi. Io sono vegetariana dall’età di 6 anni e non ho cose di pelle, ma non è sufficiente. Pensa all'inadeguata gestione dello smaltimento dei rifiuti e alla guerre dell’acqua che nei prossimi anni potrebbe scatenarsi: senza coscienza collettiva soccombiamo.
Sanremo senza pubblico come lo immagini?
Brutto. Senza il pubblico non c’è lo scambio energetico bello che ti aiuta. Spero almeno che non ci siano gli applausi finti. Ci sono stata quattro volte, tre all’Ariston e una volta con Johnny Dorelli a condurre al Palafiori. Già il cambio di luogo rendeva diverso il rapporto col pubblico: l'Ariston è un teatro, è più intimo, senti il respiro della gente, ne cogli l'emozione e questo fa bene all'artista. Io aspetterei. Sono direttore artistico del Teatro Golden di Roma per la musica: è stato messo in sicurezza e poi lo hanno chiuso comunque. Sanificare ha un costo folle: 3mila euro per uno studio piccolo piccolo. Ma una volta fatto l'investimento non ti possono bloccare. I teatri e i cinema sono posti sicurissimi se rispettano le direttive.
Ci salutiamo parlando dei tuoi tanti progetti?
Con Rossana e Mariella lavoriamo al nuovo disco, siamo alla fine, abbiamo scritto a distanza. Personalmente ho finito il secondo libro e lo presenterò con dei mini live quando sarà possibile: proprio per questo la pubblicazione l'ho fatta slittare.
Di che tratta?
Si intitola La regola del bucaneve e, contrariamente al primo che era autobiografico e onirico, questo è un noir con protagonisti cinque ragazzi in una borgata romana. Ho già iniziato a scrivere il terzo che sarà il seguito del primo. Poi c'è un progetto teatrale. Poi sono coinvolta in Tulipani di Seta Nera, il Festival del film Corto a Tema che si svolgerà a Roma dal 6 al 9 maggio: sarà la XIV edizione. Ora c'è anche la categoria per quelli a sfondo sociale e ne arrivano un mucchio e si trovano cose belle. Faccio tante cose, non mi annoio mai!

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