Seryo canta la vita, le partenze e la libertà con Nessun Titolo: l'intervista

Musica

Fabrizio Basso

L'album è composto da 12 tracce, comprese le tre canzoni già pubblicate, “C’è posta per te”, “Bad Boy”, “Per un po’ di metadone”, e una speciale versione in acustico della traccia che dà il nome all’intero disco. Un viaggio nell'universo dell'artista catanese

In un sua vita (artistica) precedente aveva un altro nome, che poi è quello anagrafico, ed è stato protagonista a X Factor nel 2019 quando come Nicola Cavallaro giunge alle fasi finali dei live. Oggi il suo progetto artistico lo ha trasformato in Seryo e ha appena pubblicato l'album Senza Titolo. Un gioco? Una provocazione? Più che altro uno stimolo a essere liberi (e coraggiosi) pensatori. Emmanuel Viola, in arte EVVIART, giovane illustratore celebre per i suoi disegni a tema erotico, ha curato la parte grafica, dalle cover singoli C’è posta per te, Bad Boy e Per un po’ di metadone,

alla copertina dell’album. La nostra chiacchierata su zoom.

Quando è nato l’album e perché questo Non Titolo, stratagemma caratteristico del mondo dell’arte pittorica e scultorea?
Lo ho scritto abbastanza di getto dopo X Factor, dopo una serie di esperienze sia artistiche che umane. Ho attraversato un periodo particolare. Durante la prima quarantena nessuno sapeva dove saremmo andati a finire. Mi sono guardato allo specchio mi sono domandato cosa volessi fare…e lì è morto Nicola ed è nato Seryo. Nato senza un titolo!
Mi sono detto che volevo la musica come motivo di aggregazione: i miei sono messaggi autentici perché l'album è autobiografico. Ma non voglio un ruolo da insegnante ma di conforto. Il Non Titolo nasce dalla voglia di non chiudere la musica in un cerchio di significati. L’album è un attraversare gli stereotipi e i canoni della società e dunque ho pensato che un viaggio di libertà parte da un non titolo perché ognuno ci mette il suo e lo rende attivo.
Che ricordi hai di X Factor?
Un ricordo intenso. Partecipare a un talent significa fare gavetta e quella serve in tutti i mestieri. Sei costretto a prendere confidenza con le tempistiche, è stato fondamentale per farmi le ossa e maturare certi pensieri che poi ho vomitato nella scrittura.
La Y di Seryo?
E' giocare con l’idea di servo della musica. E poi fai il serio si dice spesso.
Da un lato della vita c’è l’Anarchia: esiste ancora? Il concetto compare anche in Tutto l’Oro del Mondo.
Lo raffiguro come una anarchia interiore, la voglia e il bisogno di lasciare se stessi liberi di sentire il mondo intorno senza troppi paradigni e senza la paura di restare in gabbia e dunque non esporsi. Anarchia per me è aprire cuore e mente
Fino a quando chi racconta la libertà finirà in croce?
Il destino di chi parla di libertà è finire in croce. Dovresti sentirti libero dell’idea che esponendoti finirai sempre in croce. Però se vai in croce per tua libertà hai suscitato emozione nelle persone, sei un elemento di disturbo.
Ti sei vaccinato dai guerrafondai da tastiera?
Nelle critiche che ricevo cerco un consiglio. Mi sento legato a questo concetto perché ho vissuto storie di amici che ne hanno sofferto. Voglio aggregare chi è vittima.
Davvero a Catania fumi smog? E’ una città bellissima.
La tratto come una città dove ho vissuto; è una città anche a livello paesaggistico che trasmette energia, ho nel suo perimetro gli elementi della natura: terra, fuoco aria e acqua. Il singolo individuo spesso non si lega agli elementi e dunque va contro la sua stessa terra: rischiamo di rovinare dove viviamo.
Come nasce Per un po’ di Metadone?
E’ una storia vera, nata in un momento della mia vita. La mia è una storia di partenze. Il cancello bianco di cui parlo nel testo è quello di casa mia. Ho dovuto dare un arrivederci a una persona cui tenevo, tengo tanto e ho contrapposto l’amore a una dipendenza.
Oggi quanto siamo vittime della mancanza di idee?
Siamo vittime soprattutto della volontà di esporle. Oggi per la paura del giudizio troppo appuntito le idee non si esternano.
Perché parli di una generazione senza rivali perché si è tutti uguali?
L’essere sempre sulla cresta dell’onda porta l’individuo medio a buttarsi su tutto ciò che vede che funziona. Ma ricordiamoci pure che è stato il cambiamento a muovere l’evoluzione.
Per Fabrizio De Andrè dal lettame nascono i fiori, tu pianti alberi nella pietra: non è cambiato niente?
Credo che Faber avesse una visione corretta. La canzone come arte sboccia meglio nelle difficoltà, tutto nasce da un turbinio.
Chi è il bad boy e perché citi Bruce Lee che è sì una icona ma non della tua generazione.
Ho fatto tanti sport da combattimento e lui è per me motivo di ammirazione. Bruce Lee è un combattente attorniato da umiltà. Oggi essere guerrieri è essere accompagnati da onnipotenza e sfacciataggine. Il guerriero sceglie con chi fare la guerra.
Se tu fossi un prestigiatore cosa nasconderesti? E come giocheresti il jolly?
Per istinto umano nasconderei le mie debolezze ma il jolly è la debolezza stessa: vorrei nasconderla o mostrarla a mio piacimento. Nella vita e nella musica.
Ora che il disco è finito sai dove andare?
Sono ancora più confuso su dove andare. Nel mezzo di un cammino preciso si arriva a un termine. Ora ho altri punti di domanda e per dare loro forma ho ripreso la penna dal cassetto.
Che accadrà nelle prossime settimane? Come farai conoscere Senza Titolo?
Vivo i social nella maniera più semplice possibile creando un collegamento non filtrato altrimenti va tutto in negativo. Rilascio versioni acustiche dei brani, cerco di eliminare impalcature sonore per fare sentire tutti più vicini.
Può essere una prospettiva per il tour quando sarà possibile? Chitarra e voce o in duo.
I Led Zeppelin resteranno i miei preferiti e ho imparato che le canzoni si raccontano anche con una marimba

 

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