Santachiara e il suo debutto con Sette Pezzi

Musica

Fabrizio Basso

SANTACHIARA

Sette mood, sette emozioni, sette "pezzi" che volutamente non si racchiudono nell’etichetta di un genere prestabilito: un melting pot in cui l’artista si identifica e di cui è orgoglioso, una musica che accomuna sensi e percezioni differenti. L'INTERVISTA

Una infanzia da artista di strada. Luigi Picone, in arte Santachiara, mastica l'arte in tutte le sue forme fin da bambino. Il suo nome nasce dal quartiere di Napoli dove è cresciuto e dove ancora adesso va a registrare. L'album Sette Pezzi evidenzia la sua attitudine a non usare un genere musicale come tratto distintivo, ma piuttosto ricorrere a tappeti per le parole, le melodie e la timbrica della sua voce. Un po' come i Radiohead. 

Partiamo dalla cover che da un senso di frenesia, di mistero.

Volevo evitare l'immaginario classico con la faccia, volevo tutto un po’ confuso, sempre con l'effeto mosso: io c’ero ma non c’ero. Il senso dell’album è un percorso e questa forma permetteva di comporre la figura piano piano impedendo di capire bene chi sono.
Quale è il tuo posto nel mondo e chi è il tuo mon frere?
Penso che sia Napoli per ora ma in realtà è il mondo intero, sono un artista di strada. Mio fratello è la famiglia che mi sono scelto, gli amici e le persone che mi stanno vicino.
Lasciarmi andare ha un ritmo quasi ipnotico: ti capita di perdere il senso della realtà? Più il sabato o la domenica?
Mi capita spesso anche in questo periodo, in generale il sabato lo perdo in serenità e abbandono e la domenica mi perdo nei pensieri in me stesso.
Silenziosa è un brano di consapevolezza: tu come vivi la tua quotidianità?
Sono due facce della stessa medaglia, non ho una visione del mondo manichea cioé in bianco e nero, colgo le sfumature. La quotidanità è fatta di momenti in cui non penso e di altri riflessivi.
Oggi chiedere scusa è una rarità: perché siamo tutti così arroganti?
Probabilmente perché te la aspetti sempre da qualcun altro, non pensiamo mai noi di avere fatto l’errore. Studio psicologia e questo torna nella dissonanza cognitiva. Quando si commette un errore poche volte ci pensiamo e ci diamo responsabilità per metabolizzare e andare oltre.
Con la tua musica sei fuori dai generi: perché in Italia invece siamo così legati alle catalogazioni?
Spesso penso che possa danneggiarmi, l’identità è molto presente nella musica odierna. Ma prima o poi il frutto si coglie. Penso ai Radiohead, dieci album attraversando generi diversi eppure la loro caratteristica è sempre molto forte. E’ divertente poter spaziare, non annoi chi ascolta né ti annoi tu a comporre. E non ti copi.
Vivi ancora in via Santa Chiara? Sei legato ad Alberobello?
Legato relativamente, ci ho passato il primo anno di vita. Non abito più in Santa Chiara, ci sta però mio padre e ci vado a registrare.
Questa vita che è un acquazzone di può affrontare in magliettina?
Dipende da come stai in quel momento. A volte sì ma dipende dal set mentale, se hai bisogno di non preoccuparti di nulla e fare un bagno sotto la pioggia va bene se no ti copri!
Nei tuoi testi compare spesso la parola Mamma, anche come Mami.
Mami è mamma ma anche mamacita dallo spagnolo ed è sia rivolto a una madre raccontando quello che è successo ma anche a una donna della quale sei innamorato. Mia mamma è una figura presente, fa parte di un gruppo che si chiama Giullari senza Frontiere ed è grazie a lei che ho fatto esperienze di strada in tanti luoghi del mondo conpresi India e Brasile.
Un altro concetto ricorrente è quello dei film: sei legato molto al cinema?
E' una figata assurda perché avendo fatto l'artista di strada ho sempre recitato e sono un cinemaniaco assoluto. L’arte è tutta arte ed è giusto mischiare la musica con la lettura, le arte figurativa, il cinema…bisogna mettere nella musica tutte le influenze che uno ha. Se vedi belle immagini attraverso le parole connesse entri in una catena emotiva da pelle oca.
Si avvicina Natale: in lista hai ancora i regali del 2006?
Alcuni sono arrivati ma ne mancano tanti…aspetto che si completino. Paraggerò entrambi i conti.
Per Natale organizzi qualcosa sui social?
Per ora no. Per la fine dell’anno o inizio 2021 ci saranno novità e un nuovo contenuto social.

Spettacolo: Per te