Antonella Ruggiero celebra il volontariato con una speciale...Empatia

Musica

Fabrizio Basso

Piero Biasion
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E' un album particolarmente suggestivo e molto sentito, che viene pubblicato come testimonianza di un concerto dedicato al volontariato che, in tempi come quelli che stiamo attraversando, assume un valore molto significativo. L'INTERVISTA

Empatìa è la registrazione di uno speciale concerto di Antonella Ruggiero insieme a Maurizio Camardi Sabir 5et e Roberto Colombo, tenutosi nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, l’8 febbraio scorso e realizzato in occasione del Concerto per la Pace organizzato per l’inaugurazione di Padova capitale europea del volontariato 2020 e promosso dal Centro Servizi Volontariato della città. Quindici brani interpretati dalla inconfondibile voce della Ruggiero, registrati come un album da studio. Antonella Ruggiero ha deciso di pubblicare il disco in concomitanza con il passaggio del testimone da Padova a Berlino in qualità di Capitale Internazionale del

Volontariato. Il cd sarà disponibile esclusivamente sul nuovo shop online dell’artista , unitamente a tutta la sua produzione discografica, dal 1996 a oggi.


Antonella tu sei tra i pochi che riesce a fare qualche concerto nonostante il blocco.
Lì faccio senza pubblico, a teatro e in una cattedrale. In estate ho fatto concerti all’aperto e bene organizzati, con distanziamento e tutto è filato liscio. Questi sono due concerti sono una bella esperienza. E' suggestivo cantare in un cattedrale vuota come quella di ad Avezzano oppure a Viterbo con una orchestra sinfonica e un coro, tutti a grande distanziamento. Sono esperienze che rimangono come un fatto storico.
Registri sempre tutto?
Roberto Colombo registra ogni cosa da sempre proprio per avere un documento, nel caso di Empatia la basilica di Padova era gremita e dopo qualche giorno i volontari hanno chiesto di farne un cd a testimonianza.
Ora il testimone di capitale del Volontariato è passato da Padova a Berlino, città cui sei molto legata.
Il primo impatto fu nel 1981 e volevo vedere da vicino il Muro. Ora sono di casa a Berlino: per me che sono interessata al vissuto di quelle persone, dal nazismo alla DDR, alla Stasi una città del genere non c’è al mondo. Ogni volta che sono lì seguo le mie tracce. Basta averne voglia e trovi anche chi ti racconta di quel periodo.
Empatìa è una parola oggi spesso usata a sproposito. Come resilienza.
Io posso assicurati che se non c’è empatia il volontario non lo fai. I volontari non hanno un sentimento lontano dall’empatìa, che è quello che li porta a rischiare. Notte giorno mettono le mani nei bisogni dell'umanità. Non è una novità, se la possiedi è in te già dall’adolescenza. E ne comprendi il significato profondo.
Tra i brani dell'album c'è Cavallo Bianco primo brano fatto con i Matia Bazar.
La canto da anni dopo averla abbandonata a lungo e la eseguo con formazioni veramente diverse, dalla musica popolare al jazz, con grandi e piccole orchestre. Qui ho voluto riprenderla per racconta un inizio senza sapere che cosa sarebbe successo dopo. Racconta ciò che di meglio c’è stato nella musica leggera ma neanche troppo leggera, richiama suggestioni anglo-americane. I Settanta furono periodo unico di bravura e di bellezza.
L'Ave Maria in sardo? E poi ci solo l'Ave Maria e Creuza de Ma di Fabrizio De André.
La eseguo da anni, è struggente. L'Ave Maria di Faber è dedicata alle donne, se la passano male in tutte le culture. Creuza de Mà è il mio centro storico medievale di Genova.
In Empatìa ci sono anche altri musicisti.
Adoro lavorare con i giovani musicisti, quelli che non vogliono un successo immediato e studiano. Qui c'è un quartetto di musicisti acustici formato da Alessandro Tombesi all’arpa, Ilaria Fantin all’arciliuto, Annamaria Moro al violoncello e Alessandro Arcolin alle percussioni.
Respondemos è una brano fondamentale per la musica ebraica.
La preparai per la prima in sinagoga a Berlino dove ho eseguito un repertorio di musica ebraica. Sono appassionata da quello che hanno lasciato su carta e muri i deportati, da allora a oggi nelle giornate della memoria mi chiamano a cantare questi brani nella comunità d’Italia ed è intensa la storia che vado a vivere. Per dirti a Gerusalemme ci sono il fascino del quartiere ebraico e di quello musulmano mentre la via che percorrono i cristiani piena di cianfrusaglie.
Sei una viaggiatrice curiosa, indagatrice.
Dagli anni Settanta per me la cosa più importante è salire su un mezzo e viaggiare. Ho visto l'Unione Sovietica, il Cile sotto dittatura, A Beirut una bomba ha buttato giù l'albergo dove abbiamo alloggiato fino a poco prima. Poi il Giappone di quegli anni. La tecnologia ha spazzato via tante testimonianze nel senso che si è perso il sentire dell’essere umano.
Per le feste farai un live sui social?
Non ho mai fatto nulla, non rientra nei miei interessi.
Empatìa diventerà tour?
Appena possibile questo repertorio diventerà un tour.
Ti pesa questa situazione?
Sì ma dico anche che è interessante questo periodo perché obbliga noi della creatività a fermare le macchine. Non essere esposti significa parlare con se stessi prima che con gli altri. E' un momento di raccoglimento.
Tu hai fatto tanti Festival di Sanremo: quello del 2021 potrebbe essere senza pubblico.
Per me è sempre stata l'equivalente di una fiera del settore, porti il tuo prodotto e lo mostri, lo racconti. Non so se il pubblico fa la differenza, il Festival è fatto soprattutto per chi lo segue in televisione, per chi sta fuori, guarda e giudica. Potrebbe essere meglio essere liberi dalle reazioni momentanee del pubblico in sala.

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